CHOGA ZANBIL

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

CHOGA ZANBIL

Red.

Località dell'Irān, circa 30 km a S-E di Susa, corrispondente all'antica città elamita chiamata Dūr Untashi ("città di Untash") nelle fonti assire.

La città fu fondata verso la metà del XIII sec. a. C. dal re elamita Untash-Huban ed ebbe breve esistenza: nel 640 a. C. fu distrutta dal re assiro Assurbanipal, nel corso di una campagna condotta contro l'Elam. Le vicende della città nel periodo della sua esistenza non ci sono note.

L'esplorazione della località di Ch. Z. fu iniziata nel 1935 da R. de Mecquenem, che prima e dopo la guerra vi condusse alcune campagne di scavi; questi furono ripresi nel 1951 da R. Ghirshman che li ha condotti fino al 1957. La città di Dūr Untashi è circondata da due cinte concentriche di mura, di cui quella esterna forma un quadrilatero di m 1200 per 800, mentre quella interna ha l'aspetto di un quadrato, con circa 400 m di lato; al centro della città sorge un'importante ziqqurat, accanto alla quale sono stati trovati i resti di numerosi templi.

Le ricerche del Ghirshman hanno avuto per oggetto principale la ziqqurat, la quale riveste un'importanza eccezionale sia per essere l'esemplare più orientale che finora si conosca, sia, specialmente, per essere la più conservata di quelle giunte fino a noi. L'edificio templare, decorato esternamente con placche e chiodi di terracotta trovati in abbondanza durante lo scavo, si innalzava con cinque piani, di cui tre sono ottimamente conservati; al centro dei quattro lati della ziqqurat si aprono quattro porte monumentali, fiancheggiate da animali di cui si sono trovati frammenti. La ziqqurat conteneva al primo piano (appena sollevato dal suolo) due templi, di cui uno caduto in disuso in breve tempo; un terzo si trovava, come in tutti gli edifici del genere, sulla cima: tutti questi templi erano dedicati al dio elamita Inshushinak. Il passaggio da un piano all'altro dell'edificio avveniva mediante scalinate di diversa ampiezza: dietro le porte d'ingresso si aprivano quattro ampie scalinate che portavano al secondo piano, mentre un solo passaggio, piuttosto stretto, portava da questo al terzo piano (lato S-O). Per i piani superiori, la rovina dell'edificio non consente una ricostruzione.

Bibl.: R. de Mecquenem - J. Michalon, Recherches à Tchoga Zembil, in Mémoires de la Mission archéologique en Iran, XXXIII, Parigi 1953; R. Ghirshman, in Syria, XXX, 1953, pp. 222-231; id., in Proceedings XXIII Internat. Congress Oriental. - Cambridge 1954, Londra, s. a., pp. 142-144; id., in Arts Asiatiques, I, 1954, pp. 83-95; II, 1955, pp. 163-177; id., in Compt. rend. Acad. Inscr. Bell. Lettr., 1956, pp. 335-344; id., in Arts Asiatiques, IV, 1957, pp. 113-130; id., in Revue Archéologique, XLIX, 1957, pp. 1-9. Si vedano inoltre gli articoli, corredati da numerose fotografie, dello stesso Ghirshman, in Ill. Lond. News, 1952, 2, p. 954 s.; 1953, 2, p. 226 s.; 1954, 2, pagina 13 ss.; 1955, i, p. 1140 s.; 1956, 2, p. 387 ss.; 1957, 2, p. 76 ss.

(Red.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata