Cicale e pidocchi delle piante

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

cicale e pidocchi delle piante

Giuseppe M. Carpaneto

Trapanatori di piante

L'ordine degli Omotteri comprende insetti comunemente noti come cicale, cicadelle, sputacchine, pidocchi delle piante e cocciniglie, dotati di un apparato boccale perforante succhiatore con cui si nutrono dei liquidi interni delle piante. Diverse specie sono tristemente famose per i danni che arrecano sia all'agricoltura sia al giardinaggio. Le dimensioni sono assai variabili: da 1 mm in alcuni pidocchi delle piante a 10 cm nelle cicale giganti delle foreste tropicali. Gli adulti sono quasi sempre forniti di ali con cui si spostano da una pianta all'altra

Gli Omotteri

Gli Omotteri sono un grande ordine di Insetti eterometaboli, ovvero a metamorfosi incompleta, in cui gli stadi giovanili non sono molto diversi da quelli adulti. Dall'uovo nasce un piccolo e delicato omottero molto simile ai genitori ma senza ali, che si svilupperà gradualmente fino alla maturità sessuale. Quasi sempre le forme giovanili fanno una vita simile a quella degli adulti: perforano i tessuti delle piante succhiandone la linfa.

Gli Omotteri sono parassiti delle piante in quanto si nutrono dei loro liquidi interni lasciandole in vita, allo stesso modo in cui una zanzara si nutre del nostro sangue. Talvolta il loro numero è così elevato da provocare l'indebolimento dell'organismo vegetale a causa della sottrazione di liquidi e della trasmissione di virus e funghi patogeni. Ciò avviene soprattutto nelle coltivazioni, dove la presenza di tante piante appartenenti alla stessa specie provoca un anormale incremento del parassita. Invece negli ambienti naturali, dove tante specie vivono insieme, questi squilibri si verificano solo raramente.

L'apparato boccale degli Omotteri si chiama rostro ed è molto simile a quello degli Eterotteri o Emitteri (le cosiddette cimici), con cui sono imparentati. È formato da pezzi boccali (mandibole e mascelle) allungati a formare stiletti, raccolti all'interno di un astuccio. Le ali possono essere membranose e trasparenti oppure ispessite e vivacemente colorate. In ogni caso, vengono tenute a tetto sul corpo, senza incrociarsi tra loro, diversamente dagli Eterotteri.

Le cicale

Mentre gli adulti delle cicale vivono sugli alberi e succhiano la linfa come gli altri Omotteri, le forme giovanili scavano nel terreno attaccando le radici. Questo spiega le forti differenze nella forma tra adulti e giovani. L'aspetto particolare di questi ultimi, detti larve, è dovuto a una serie di adattamenti a vivere nel suolo: scheletro esterno robusto per resistere all'attrito, antenne assai corte per evitare impaccio nello scavo e zampe anteriori allargate e dentate come quelle delle talpe. Lo sviluppo larvale è molto lento: nelle specie europee (Cicada orni, Lyristes plebejus, eccetera) dura circa quattro anni, ma in alcune specie dell'America Settentrionale si prolunga fino a 17 anni. L'adulto, invece, vive una sola stagione.

Maschi e femmine non si ricercano con l'olfatto, come la maggioranza degli insetti, ma attraverso messaggi acustici, emettendo i forti richiami sonori che tutti ben conosciamo. Molte persone non hanno mai visto una cicala ma ne conoscono bene il frinire, un rumore talvolta assordante che però si lascia ascoltare volentieri nell'ozio dei mesi estivi. I suoni vengono prodotti da due membrane vibranti, dette timpani.

Cicadelle e sputacchine

Camminando per i prati in primavera, soprattutto dove l'erba è alta, innumerevoli piccoli insetti, simili a cicale in miniatura, saltano da tutte le parti spaventati dalla nostra presenza. Fra questi abbondano le graziose cicadelle, con la testa gialla e le ali azzurre. Molto spesso vediamo piccole formazioni di schiuma, simili a sputi, sugli steli delle piante. Fra questa schiuma vive la giovane sputacchina (Philaenus spumarius), un delicatissimo omottero verde pallido, la cui unica speranza di sopravvivenza è che… tutti lo scambino per uno sputo! All'interno di tale rifugio, secreto dalla sputacchina stessa grazie a speciali ghiandole, l'animaletto si difende anche dal disseccamento nelle calde giornate della primavera mediterranea.

Pidocchi delle piante

Molte persone conoscono bene gli afidi o pidocchi delle piante e non li amano affatto, soprattutto se possiedono piante sui balconi o nei giardini di casa. Questi piccolissimi insetti vivono in gruppi sui rametti terminali delle piante, dove i tessuti sono più teneri e ricchi di sostanze nutritive.

Fra le specie più temute, ricordiamo la fillossera della vite (Viteus vitifolii), che è stata involontariamente introdotta in Europa dall'America Settentrionale e ha distrutto quasi completamente i vitigni europei. Le uova fecondate degli afidi, deposte in autunno, si schiudono in primavera dando origine a femmine prive di ali che si riproducono per partenogenesi, ovvero senza essere state fecondate. Ognuna di queste fondatrici dà così origine a una colonia di femmine che si riproducono rapidamente, sempre per partenogenesi, moltiplicando in breve tempo il numero di individui. Solo verso la fine dell'estate compaiono i maschi e ha luogo la riproduzione sessuata. È stato calcolato che in un solo anno da una femmina potrebbero avere origine diversi miliardi di individui.

Per fortuna gli afidi sono animali delicati: molti di loro vengono spazzati via dal vento e dalla pioggia, o mangiati da uccelli, raganelle, ghiri, coccinelle e formicaleoni. Le formiche, invece, sono ghiotte delle sostanza zuccherine prodotte dagli afidi e trascorrono molto tempo intorno a loro, accudendoli e proteggendoli come pastori che governano il bestiame.

Cocciniglie

Osservando le piante con l'aiuto di una lente, possiamo individuare strani oggetti minuti e immobili, come scudetti attaccati alle foglie o ai ramoscelli. Sono le femmine delle cocciniglie, il cui corpo forma un abitacolo protettivo per le proprie uova, nascondendole agli occhi dei predatori e difendendole dalla disidratazione. Anche le cocciniglie, come gli afidi, sono parassiti delle piante e producono danni assai gravi all'agricoltura. Tuttavia, da alcune specie l'uomo è riuscito a ricavare vantaggi. Per esempio, da una cocciniglia dell'America Settentrionale gli indigeni ricavavano un colorante rosso, usato anche oggi in alcune industrie locali, per produrre per esempio rossetti e coloranti per alimenti. Una specie cinese viene impiegata per fabbricare candele perché produce cera in abbondanza; una indiana viene usata per ricavare la gommalacca.

La manna

Che cosa è la famosa manna di cui parla la Bibbia nell'Esodo. In quel libro si racconta che mentre gli Ebrei fuggivano dall'Egitto e soffrivano la fame improvvisamente dal cielo cominciò a piovere una sostanza dolce grazie alla quale i profughi si rifocillarono. Questa sostanza, che nel racconto era un dono di Dio, viene prodotta da alberi chiamati tamerici (ma non solo da questi) che espellono così gli zuccheri in eccesso prodotti dalle punture di certi Omotteri che vivono negli ambienti aridi del Medio Oriente. Nelle annate in cui questi insetti sono particolarmente abbondanti, la manna viene prodotta in grande quantità e costituisce un energetico 'dessert' per molti animali tra cui formiche, uccelli e uomini.

La cicala e la formica

Una famosa favola di Esopo, narratore greco del 6° secolo a.C., mette a confronto il modo di vita di due insetti molto diversi, la cicala e la formica. La prima rappresenta la spensieratezza e l'incoscienza, mentre la seconda è il simbolo dell'operosità e della previdenza, ma anche dell'egoismo. Si racconta di una cicala che trascorreva tutta l'estate a cantare spensierata sugli alberi mentre la formica si dava da fare per raccogliere provviste. Venuto l'inverno la cicala bussa alla porta della formica per chiederle cibo ma questa si rifiuta, lasciandola morire di fame. Il messaggio del racconto è duplice: l'invito è a non comportarsi come la cicala, da sprovveduti, e a costruirsi un futuro, ma, al tempo stesso, a non essere troppo egoisti come la formica. Il poeta Gianni Rodari, in una delle sue celebri filastrocche, parteggia apertamente per l'insetto canterino e scrive: "Chiedo scusa alla favola antica / Se non amo l'avara formica. / Io sto dalla parte della cicala / Che il più bel canto non vende, regala".

CATEGORIE
TAG

Riproduzione sessuata

Partenogenesi

Gianni rodari

Medio oriente

Eterometaboli