Ciclone

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

ciclone

Franco Foresta Martin

Dai mari caldi un vortice d'aria distruttivo

I cicloni nascono in genere nei mari tropicali, a causa dell'alta temperatura e della rapida evaporazione dell'acqua. Sono tempeste violente in grado di provocare centinaia di vittime e danni ingenti quando raggiungono la terraferma e scatenano piogge e venti molto intensi. Meno violenti ma più estesi sono i cicloni extratropicali, che interessano anche le nostre latitudini

Cicloni tropicali ed extratropicali

I cicloni vengono suddivisi dagli esperti in due grandi categorie: tropicali ed extratropicali. I primi colpiscono i paesi più vicini all'Equatore, i secondi le aree più settentrionali.

I presupposti per la formazione di un ciclone tropicale sono: temperatura delle acque marine superiore ai 26 °C, intensa evaporazione, presenza di un'area centrale di bassa pressione circondata da zone a pressione più elevata e venti convergenti.

In queste condizioni si crea un grande vortice con, al centro, una specie di imbuto e tutto attorno forti correnti ascensionali (cioè dirette dal basso verso l'alto) che si avvitano a spirale, portando l'aria umida ad alta quota. L'imbuto centrale, relativamente calmo e privo di nubi, ha un diametro massimo di 30 km ed è chiamato occhio del ciclone. La vasta regione circostante, in media di 500 km di diametro, è quella in cui si scatena la tempesta vera e propria, con venti che possono superare i 200 km all'ora, piogge intensissime e raffiche di fulmini. Mano a mano che il vortice sale, il vapor d'acqua condensa e si trasforma in pioggia, cedendo calore ed energia che alimentano ulteriormente il fenomeno. In mare aperto il ciclone solleva onde gigantesche; quando si sposta sulla terraferma, tende a esaurire la sua energia, ma prima devasta le città costiere, provocando inondazioni, distruggendo case e sollevando come fuscelli oggetti pesanti.

I cicloni extratropicali, che ci riguardano più da vicino, sono più estesi, tra 1.500 e 3.000 km di diametro, ma meno violenti.

Le cause scatenanti sono la formazione di aree di bassa pressione e lo scontro fra masse di aria calda e fredda. Sembra che, a causa dell'effetto serra, la frequenza e l'intensità dei cicloni di ogni tipo siano in aumento negli ultimi decenni.

Molti nomi per un fenomeno distruttivo

Andrew, Mitch, Gilbert, Nancy sono nomi che probabilmente non ci dicono nulla, ma un esperto di meteorologia li collega subito ai più distruttivi cicloni degli ultimi tempi.

Dal 1950, per rendere più efficaci le comunicazioni col pubblico, i servizi meteorologici internazionali hanno stabilito di attribuire un nome proprio a queste violente perturbazioni atmosferiche. Sulle prime furono usati esclusivamente nomi di donna; poi, nel 1979, dopo le proteste dei gruppi femministi, fu deciso di introdurre anche nomi maschili.

I cicloni tropicali, che sono i più potenti e distruttivi, si formano in un'ampia fascia compresa fra l'Equatore e i due Tropici e poi possono spostarsi sulle zone costiere, investendo località densamente abitate.

In tutto il mondo sono sette le grandi aree soggette a questi temibili fenomeni: Atlantico settentrionale, Pacifico nordorientale, Pacifico nordoccidentale, Pacifico sudoccidentale, Oceano Indiano settentrionale, Oceano Indiano sudorientale, Oceano Indiano sudoccidentale. A seconda delle diverse zone, la definizione generica di ciclone extratropicale viene sostituita da modi di dire locali. Così si parla di uragani nell'Atlantico settentrionale, di tifoni nei mari della Cina, di willy-willy in Australia, pur riferendosi sempre allo stesso fenomeno.

Aree cicloniche e anticicloniche

In meteorologia la parola ciclone non indica necessariamente una tempesta. Essa si riferisce anche a una zona di bassa pressione atmosferica, circondata da aree a pressioni relativamente più elevate; nell'area ciclonica le masse di aria calda tendono a salire creando sistemi nuvolosi e tempo instabile. Nel nostro emisfero un'area ciclonica ruota in senso antiorario, cioè in verso contrario al movimento delle lancette di un orologio. Viceversa, un anticlone è una zona a pressione relativamente più alta delle circostanti, con moti di aria discendente, circolazione dei venti in senso orario e cielo sereno.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE