CIMITERO

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

CIMITERO (X, p. 251)

Michele La Torre

I cimiteri di guerra italiani. - Nei primi mesi che seguirono l'armistizio di Villa Giusti, gli enti militari dislocati nel territorio dell'ex-zona di guerra provvidero a un primo ricupero delle salme sparse sui campi di battaglia. Solo con i decreti 13 aprile e 19 maggio 1919 veniva nominata una commissione nazionale, presso il Ministero dell'interno, per le onoranze ai caduti.

Con successivo decreto-legge 29 gennaio 1920 veniva affidato al Ministero della guerra (Direzione centrale di sanità militare) l'ordinamento di questo speciale servizio, anche agli effetti della polizia mortuaria. Nel 1936, infine, la direzione dei cimiteri di guerra veniva affidata al Commissariato generale straordinario per le onoranze dei caduti in guerra, con sede a Milano e dipendente direttamente dalla Presidenza del consiglio dei ministri.

Il primo compito dell'Ufficio centrale per la cura e le onoranze alle salme dei caduti in guerra (C. O. S. C. G.) - organo esecutivo con sede a Padova - è stato quello di riconoscere tutto il vasto campo delle operazioni allo scopo di rintracciare ogni tomba isolata ed esumarne la salma, rintracciare i cadaveri dispersi, possibilmente individuarli e raccoglierne le ossa.

Suddiviso il territorio di guerra in 5 zone (Brescia, Trento, Treviso, Udine, Gorizia), dieci compagnie di lavoratori, ventidue sezioni per disinfezione, cinque sezioni di carreggio e quattro squadre automobilistiche (oltre 3550 uomini di truppa; 650 quadrupedi; 100 autocarri) nel maggio 1920 iniziarono il lavoro, esplorando dovunque: sui ghiacciai e fra le nevi, nei crepacci e nei burroni, sulle petraie del Carso, nelle oscure doline, nei campi invasi al di là e al di qua del Piave. Furono così soppressi 2263 piccoli cimiteri di guerra costruiti durante le operazioni; costruiti ex novo altri 64 cimiteri militari; ampliati quei cimiteri civili divenuti troppo angusti perché contenenti un eccessivo numero di salme militari; raccolte circa 70.000 salme abbandonate sul campo, e tratte altre 175.000 salme da sepolture improvvisate.

A cura del C. O. S. C. G. è stata progettata e attuata la costruzione di tre linee principali di opere - le più importanti e le più significative - in corrispondenza di quelle fronti di combattimento sulle quali maggiore fu lo sforzo e più eroico il sacrificio delle truppe italiane: là dove furono schierati i combattenti sono ora schierati i caduti nel numero complessivo di 240.000. Tali linee sono: la linea dell'Isonzo con le opere di Redipuglia, Oslavia e Caporetto; la linea del Piave con le opere di Fagarè e del Montello; la linea montana con le opere di S. Stefano di Cadore, Cortina d'Ampezzo, Pian di Salisei, Feltre, Belluno, Monte Grappa, Asiago, Arsiero, Schio, Pasubio, Castel Dante di Rovereto, Passo del Tonale, Passo dello Stelvio, Bezzecca, Colle Isarco, Timau.

Nella zona retrostante alle suddette linee, dove si tratta di militari non direttamente caduti sul campo di battaglia, sibbene di quelli deceduti negli ospedali più arretrati, i grandi concentramenti di salme furono invece effettuati nei più importanti centri, corrispondenti per la maggior parte a capoluoghi di provincia: precisamente le opere di Aquileia, Bassano del Grappa, Brescia, Fiume, Mantova, Pola, Salò, Sondrio, Trento, Treviso, Udine, Venezia, Verona, Vicenza e Zara, che accolgono cotnplessivamente 52.000 salme.

Molti cimiteri di guerra hanno avuto, ormai, la loro sistemazione definitiva e di maggior decoro. Ognuno di essi ha un muro di cinta; sopra ogni tomba croci di legno, lapidi o cippi di cemento, con una targhetta smaltata, portante nome e cognome del defunto, il reparto cui egli apparteneva, e la data della sua morte; per le salme che non si sono potute identificare, la scritta: "Caduto per la patria".

Il maggiore dei cimiteri di guerra italiani è quello di Redipuglia che contiene 30.000 salme, riesumate dai piccoli cimiteri o rinvenute sulle petraie delle doline.

Il cimitero, posto in mezzo ai luoghi della lunga e gloriosa lotta dal Podgora al Timavo, sorge sulla quota 48 del colle di S. Elia di San Pietro dell'Isonzo, ultima collina carsica che dal M. Sei Busi si spinge verso l'Isonzo, sulla via di Ronchi. È suddiviso in 7 settori, nei quali le salme sono disposte in gironi, con uno sviluppo complessivo di oltre 22 km. Le fosse sono state scavate nella viva roccia. Vi si rispecchia l'aspetto brullo del Carso sassoso, con qualche sterpo e qualche rado arbusto. Sulle tombe non la consueta lapide funeraria, ma solo cimelî e simboli della guerra (il cannone, la trincea scudata, il filo spinato, le mazze ferrate, le pinze, gli apparecchi telefonici e radiotelegrafici da campo, il riflettore, il megafono, la marmitta da campo, la macchina da scrivere, la gavetta, la ghirba, il bidone, la pipa; cannonieri e bombardieri, mitraglieri, bersaglieri, alpini, cavalleggeri, carabinieri, marinai, pontieri, aviatori, il cappellano militare, la crocerossina, l'ufficiale sconosciuto, il soldato ignoto), motti, versi, pensieri.

Al sommo del colle vi è un piazzale: al centro, la colonna della fede, in forma di faro con quattro croci rosse. Alla base di essa è la piccola cappella votiva nella quale venne sepolto il comandante della III Armata, Emanuele Filiberto di Savoia duca d'Aosta. In alto è la dedica: "Agli Invitti della III Armata". Quattro dipinti alle pareti illustrano "la Partenza, la Promessa, l'Apoteosi, la vittoria". Nella parte settentrionale della collina vi è ancora una lunga galleria, ricovero di guerra, conservata così come fu costruita dagli Austriaci nel 1915.

Sono in via di attuazione lavori per trasportare il cimitero di Redipuglia in una località vicina a quella in cui è attualmente; la nuova sistemazione sarà eseguita su progetto completamente differente e permetterà la sistemazione di un numero superiore di salme.

Il nuovo cimitero sarà composto di una grande scalea che metterà al Piazzale dei Condottieri, dove la tomba di S.A.R. il Duca d'Aosta dominerà davanti a quelle dei cinque generali Chinotto, Monti, Paolini, Prelli e Riccieri. Schierati dietro questi, in 22 gradoni, in ordine serrato saranno collocati i resti di 100.000 Caduti. Coronerà la schiera il Tempio della Fede.

Secondo le più recenti statistiche (maggio 1934) esistono in Italia, fra grandi e piccoli, circa 300 cimiteri che comprendono: cimiteri militari di soli caduti italiani, cimiteri militari di soli caduti austriaci e cimiteri militari di caduti misti. Vi sono inoltre cimiteri civili con ampliamento militare e cimiteri civili con salme militari, in file separate dalle sepolture non militari.

Le salme esistenti negli altri cimiteri militari e civili sono 375.000, così ripartite: salme italiane conosciute, 150.000; salme italiane sconosciute, 105.000; salme austriache conosciute, 120.000.

Cimiteri di guerra italiani all'estero. - Mentre in Italia si organizzava la vasta e grandiosa opera della sistemazione definitiva dei cimiteri sparsi nei territorî della guerra, all'estero l'Italia volle svolgere e curare, con altrettanto amore, la sistemazione delle tombe dei caduti italiani in terra straniera.

I trattati di pace con le nazioni ex-nemiche considerano l'obbligo della sola conservazione delle tombe e non contemplano nessun impegno circa una degna sistemazione. Questo incarico venne dall'Italia affidato ai proprî addetti militari che, sotto l'alta vigilanza della commissione nazionale, eseguirono i lavori disposti dalla Direzione centrale di sanità militare.

Per molte tombe si provvide alla sistemazione delle sepolture nel posto dove si trovavano (in Grecia: Corfù); in altri casi si dispose il riordinamento dei cimiteri più adatti già esistenti, nei quali vennero raccolte le salme dei cimiteri più piccoli e comunque sparsi nella zona (nel Belgio); in altri casi infine si costruirono cimiteri ex novo (in Francia, Germania, Macedonia, ecc.).

Secondo la statistica definitiva (maggio 1934) i militari italiani sepolti all'estero ammontano a circa 54.000.

Cimiteri nell'ex-territorio austriaco. - Le salme di oltre 11.000 italiani morti durante la prigionia erano, fino al 1920, sparse in ben 140 cimiteri. Nei cimiteri principali di Mauthausen (opera del Boldrini di Padova), di Amras, di Sigmundsherberg (opera del prigioniero Matteucci), di Marchtrenk, di Braunau e di Villaco furono innalzati monumenti pregevoli e i cimiteri abbelliti con decorazioni floreali.

Cimiteri in Francia. - Furono costruiti i due grandiosi cimiteri di Bligny e di Soupir, che raccolgono le salme di circa 4600 militari.

Cimiteri in Germania. - Si è provveduto a raccogliere 6300 salme d'Italiani morti in territorio germanico. Data la grande dispersione delle salme in vasto territorio si dovettero costruire ex novo cimiteri presso i centri più importanti e precisamente dove le autorità italiane avessero la possibilità di vigilare sulla perfetta conservazione delle tombe stesse. I quattro cimiteri italiani di Monaco, Berlino, Breslavia e Colonia sorgono in località dove le salme hanno trovato degno asilo.

Cimiteri in Macedonia. - Fu arduo identificare, raccogliere e trasportare nel magnifico cimitero di Zeitenlik (presso Salonicco) le 3500 salme italiane sparse in tutto l'aspro territorio della Macedonia greca e se rba.

Cimiteri in Cecoslovacchia. - A Milovice (in prossimità del campo di concentramento dei prigionieri di guerra italiani) è in via di sistemazione la raccolta delle salme dei 12.000 morti durante la guerra in Boemia, in Moravia e nella Slesia.

Cimiteri in Albania. - In una regione malarica, irta di difficoltà, priva di strade e di sentieri, scarsa di organizzazione e povera, la missione, appositamente incaricata della ricognizione e raccolta di oltre 70.000 salme sparse in 150 cimiteri, dovette assolvere il compito delicato attraverso un lavoro faticosissimo. Il cimitero di Valona, intitolato al generale Oreste Bandini, ospita ora degnamente circa 6800 salme.

Cimiteri in Ungheria. - Nel 1937 è stato inaugurato un cimitero monumentale a Budapest, contenente le salme (circa 4000) dei prigionieri italiani morti durante la guerra mondiale in quella nazione.

Sono state inoltre degnamente sistemate - con l'aiuto della locale società Nos Tombes - le salme di 514 soldati italiani morti nel Belgio. Così pure sono state sistemate le 215 sepolture esistenti in Bulgaria e quelle di 29 morti in Olanda; le 100 tombe sparse nelle Isole Egee e nei pressi di Costantinopoli; i cimiteri di Villa Fels e Barbati, a Corfù, e sistemati o in via di sistemazione i cimiteri delle 4000 salme dei soldati italiani in Iugoslavia; nonché le sepolture in Romania (3000), in Polonia (800).

V. anche ossario, XXV, p. 690.

Legislazione (p. 252).

Agli articoli 195-198 del testo unico delle leggi sanitarie del 1907 sono stati sostituiti gli articoli 337-343 del nuovo testo unico sanitario, approvato con r. decr. 27 luglio 1934, n. 1265: le nuove norme, però, non differiscono sostanzialmente dalle antiche. Rimane ancora, quasi integralmente, in vigore il regolamento 25 luglio 1892. n. 448 sulla polizia mortuaria, in quanto non contrasti, naturalmente, con le disposizioni del testo unico sanitario e di altre leggi successive. Circa le spese, obbligatorie per i comuni, per quanto concerne la costruzione, la manutenzione e l'esercizio dei cimiteri, il trasporto delle salme dei poveri al cimitero e la provvista di casse funebri (sempre per i poveri) v. l'art. 91, lettera c, nn. 11 e 14 del testo unico della legge comunale e provinciale del 3 marzo 1934, n. 383

Bibl.: Un testo aggiornato del regolamento di polizia mortuaria del 1892 può vedersi in M. La Torre-A. Cataldi, Codice sanitario, Brescia 1937; v. inoltre, A. Carapelle e A. Jannitti Piromallo, Nuovo testo unico delle leggi sanitarie con note di comm., Roma 1934; N. Pappalardo, Commento al testo unico sanitario, Torino 1936; Melograni, Codice sanitario, Roma 1938.

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