Cino da Pistoia

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Giurista e poeta, della famiglia dei Sigibuldi o Sigisbuldi (detta anche Sinibuldi: n. Pistoia, quasi certamente 1270 - m. ivi 1336 o 1337). Studiò diritto a Bologna, allievo del grande Francesco d'Accursio, e ad Orléans (1292-93); la sua famiglia era di parte nera e Cino, nel 1303, fu bandito da Pistoia e il suo esilio, a Prato e a Firenze, durò sino al 1306. Sperò, poi, in Arrigo VII di cui seguì le sorti come consigliere di Ludovico di Savoia. Dal 1314 giudice in patria e fuori; prof. di diritto a Siena, Perugia, Napoli e, forse, Firenze. Tra il 1330 e il 1331, a Napoli, ebbe tra i suoi uditori il Boccaccio, studente allora di diritto canonico. Nel 1333 tornò definitivamente in patria e fu eletto gonfaloniere. Come poeta, fu lodato da Dante e dal Petrarca, che gli furono amici: e la sua poesia, pur a grande distanza, parte appunto dallo stil novo e dal primo, e prelude al secondo. Cantò una Selvaggia, ma forse il nome non è che un senhal; secondo alcuni questa donna, da lui amata, apparteneva alla famiglia pistoiese dei Vergiolesi, di parte bianca, esiliata anch'essa tra il 1306 e il 1310; celebrò anche altre donne; ebbe corrispondenze in versi con altri poeti, e scrisse in morte di Arrigo VII. Il suo canzoniere comprende circa 200 tra canzoni e sonetti. Tuttavia, certamente più grande e complessa è la sua personalità di giurista. Spirito critico e caustico, non si appagò del metodo col quale il diritto veniva insegnato a Bologna; a Orléans fu colpito dalla serrata dialettica di Pietro da Bellapertica che scomponeva il testo nei suoi elementi logici traendone significati e valori che da tempo sfuggivano ai post-accursiani italiani. Come insegnante, applicò il nuovo metodo, ma con originalità di pensiero, che gli consentì di essere il rinnovatore della scienza giuridica italiana: la scuola dei commentatori riconosce in lui l'iniziatore più grande. La sua opera maggiore è la Lectura in Codicem (1312-14), poderoso commento ai primi nove libri del Codice giustinianeo; ci restano pure, notevolissimi, una Lectura in Digestum vetus, mutila, molte additiones, un trattato De successione ab intestato, una serie di Consilia, Glossae e Quaestiones.

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