CIRCO e IPPODROMO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

CIRCO e IΡΡODRΟΜO (v. vol. Il, p. 647)

P. Ciancio Rossetto

Le recenti scoperte e i nuovi studi hanno rivelato una situazione variegata e complessa relativa alle corse dei carri e ai luoghi nei quali si svolgevano. Gli ippodromi e i circhi, infatti, pur avendo un impianto globalmente simile, differivano tra loro per la struttura e per l'utilizzazione. I primi, in Grecia e in Asia Minore, destinati alle corse dei carri e dei cavalli, erano campi con poche attrezzature permanenti, e dunque per loro natura non hanno lasciato tracce sul terreno; i circhi, invece, edifici architettonicamente complessi e ben caratterizzati, costituivano una struttura polifunzionale, sfruttata sia per le competizioni sportive - assolvevano alle funzioni congiunte dell'ippodromo e dello stadio greco, e ospitavano talora anche altri «spettacoli», come le venationes - sia per manifestazioni pubbliche (sociali, religiose, politiche e militari) spesso di considerevole importanza e imponenza. E evidente lo stretto legame tra l'edificio e le manifestazioni che in esso avevano luogo: quanto più queste ultime erano numerose e significative, tanto più era necessario che la struttura si adeguasse e fosse in grado di garantirne il migliore svolgimento possibile.

Alla luce di queste esigenze, la struttura del circo romano si è gradualmente definita nell'età repubblicana, allestendo strutture almeno parzialmente stabili, sia a Roma sia in alcuni siti del bacino del Mediterraneo (ad Antiochia, per opera di Q. Marcius Rex, nel 67 a.C.), fino a giungere alla costruzione, in epoca cesariano-augustea, del Circo Massimo, il primo esempio di circo monumentalizzato.

Successivamente, tra il I sec. a.C. e il I d.C., si cominciò a diffondere nel mondo romano il circo in muratura, ma un reale impulso in tal senso si ha solo in età traianea a seguito della ricostruzione del Circo Massimo. Tale struttura rappresenta il punto di arrivo di un'elaborazione architettonica funzionale sia agli spettacoli che agli spettatori, sensibile agli aspetti estetici e scenografici, durata un secolo e mezzo. La grande costruzione diviene quindi il modello canonico che, adattato alle varie situazioni topografiche e sociali, viene riprodotto in tutto il territorio dell'impero e si diffonde nel II e nel III sec., parallelamente all'interesse e talvolta al fanatismo suscitato dalle corse dei carri. Queste ultime, dal IV sec. in poi, costituiscono la forma di intrattenimento preferito dagli imperatori, che sicuramente sfruttarono la grande possibilità di popolarità legata alle gare dei carri. Vengono, infatti, restaurati o ricostruiti alcuni circhi più antichi. e, contemporaneamente, si affaccia una nuova tipologia: il circo che si potrebbe definire «palaziale», vale a dire legato strutturalmente a una residenza imperiale, della quale talvolta è elemento condizionante da un punto di vista topografico. Spesso il circo è limitrofo anche a un mausoleo monumentale: i tre elementi - palazzo, mausoleo, circo - sono presenti in alcuni importanti complessi imperiali a partire dall'età tetrarchica (Circo di Massenzio a Roma, il Circo di (Costantinopoli).

Grande fu la diffusione delle corse dei carri nel mondo antico, tanto che il motivo decorativo della scena circense, inserita in un contesto più o meno realistico, è sfruttato frequentemente, dai piccoli oggetti - i bicchieri di vetro o le lucerne - ai mosaici pavimentali di notevole estensione.

Tuttavia l'interesse nutrito per questo tipo di competizioni non fu ovunque egualmente intenso, come risulta dalle fonti letterarie e contrariamente a quanto farebbe supporre la presenza piuttosto regolare, in aree diverse, dei resti degli edifici in cui si svolgevano le gare. Recenti scoperte hanno avvalorato tutto ciò e hanno inoltre sottolineato l'esistenza di varí tipi di competizioni equestri e le conseguenti differenze tra gli edifici destinati ad accoglierle, nella zona orientale e in quella occidentale del bacino del Mediterraneo.

Nel mondo greco-orientale le gare di cavalli, di puledri e di carri facevano parte del complesso dei «Giochi Greci», con cadenza quadriennale, di cui i più importanti erano i Giochi Olimpici. Le scuderie erano di piccole dimensioni, i fantini e gli aurighi erano dilettanti che correvano per il proprietario degli animali, il vero vincitore in caso di risultato positivo. Talvolta l'auriga possedeva i cavalli con cui correva: fondamentalmente alla base delle corse c'erano numerose piccole unità - scuderie o individui - e molti erano i carri che gareggiavano contemporaneamente.

Nel mondo romano, l'organizzazione era di notevoli proporzioni e di grande valenza economica: le corse dei carri - con tiri a due, quattro, talvolta sei o otto, eccezionalmente venti cavalli - venivano disputate in occasione di ludi, che, almeno in epoca imperiale avanzata, erano numerosissimi a Roma (dal Cronografo del 354 di età costantiniana risultano 65 giorni dedicati ai circenses) e abbastanza frequenti dovevano essere nelle altre città, soprattutto quelle di una certa importanza. L'enorme lavoro organizzativo era sostenuto dalle fazioni, che fornivano alle competizioni la struttura portante - pratica ed economica - compresi gli aurighi, veri e propri professionisti ai quali, in caso di vittoria, andava il premio. Correvano pochi carri per volta, al massimo dodici, ma in un giorno si svolgevano da 30 a 48 corse, almeno dall'età flavia in poi.

Quindi dall'epoca arcaica greca fino alla tarda romanità le corse dei carri, sia pure con alterne vicende, ebbero larga diffusione e anzi si verificarono anche degli «scambi»: giochi greci furono, in particolari circostanze, indetti in Italia dagli imperatori (i Sebasta indetti da Augusto a Napoli, i Neronia da Nerone a Roma, i Capitolia da Domiziano a Roma, gli Eusebeia da Antonino Pio a Pozzuoli) che talvolta provvidero a organizzarli anche in Oriente, ove comunque presero gradualmente piede anche circenses tipicamente romani di cui le fonti scritte e i resti monumentali danno un preciso riscontro.

Pochi circhi sono stati individuati in Italia (Milano, Ravenna), a parte quelli di Roma e della zona limitrofa che sono numerosissimi.

Parecchi di dimensioni medio-grandi furono stabilmente eretti in muratura tra il II e la prima metà del III sec. d.C. nelle province d'Africa, soprattutto nelle città costiere o dell'immediato entroterra (Cherchel, Utica, Cartagine, Sousse, Leptis Magna, el-Ğem).

Ugualmente numerosi furono i circhi di Spagna e Portogallo - alcuni nelle città importanti nel I sec., come Merida, Tarragona e Toledo, altri nei centri piccoli come Sagunto, Calahorra, Santiago do Cacém, di età successive. In entrambe le zone le corse godevano di buona fama: vi erano, infatti, aurighi di notevole bravura di cui si ricordano i nomi e le carriere vittoriose, come il mitico Diocles, ed eccellenti cavalli che, dopo essere stati addestrati nelle arene locali, venivano esportati in Italia: lo svolgimento delle competizioni equestri durava ancora nel V secolo.

I circenses erano sicuramente poco diffusi nell'area gallica, come la scarsità delle fonti epigrafiche, figurate e monumentali, fa presupporre. Solo nei capoluoghi delle varie province galliche, sia antiche sia recenti - Saintes, Arles, Lione e Vienne - è attestato un circo, talvolta solo parzialmente in muratura, da ascrivere a epoche diverse, in rapporto al periodo in cui la città assurse al ruolo di capoluogo.

Mancano attestazioni monumentali nella zona delle due Germanie, della Britannia e globalmente in tutte le province settentrionali.

Molto diversa la situazione nell'area orientale. In Grecia e in Asia Minore, paese profondamente ellenizzato, le gare equestri si svolgevano, anche in piena epoca romana, in ippodromi non monumentali, tranne pochissime eccezioni, fondamentalmente le capitali dell'età tetrarchica - Salonicco, Nicomedia, Costantinopoli - in cui vennero eretti «circhi» in muratura che però mantennero il nome tradizionale di ippodromi. Varí edifici di discrete dimensioni vennero costruiti, soprattutto tra II e III sec. d.C., nei luoghi più romanizzati, in Siria, Palestina ed Egitto (Tiro, Sidone, Antinoe), ove ebbero una vita molto lunga, spesso documentata ancora nel VI secolo. Le caratteristiche strutturali e i rapporti metrici di alcuni di questi indicano un'utilizzazione parzialmente diversa da quella dei circhi occidentali: è probabile che fossero adattati anche allo svolgimento dei giochi greci, a più riprese reintrodotti dagli imperatori in epoca romana.

I circhi furono molto meno numerosi sia degli anfiteatri sia dei teatri; probabilmente molto frequente fu l'utilizzazione di campi attrezzati come gli ippodromi greci non solo nel mondo greco e asiatico, ma in numerosi siti anche occidentali, come è possibile dedurre dalle fonti scritte che narrano lo svolgimento di corse di carri nei luoghi più vari, spesso anche nei piccoli centri. I circhi monumentali si trovavano solo presso le città più importanti, per lo più in un sito che risultava ai margini dell'abitato al momento della costruzione e molto frequentemente scelto per le sue caratteristiche topografiche, p.es. una valletta: l'orientamento infatti risulta del tutto variabile. Solo i circhi «palaziali» sono in genere abbastanza vicini al centro storico, quasi sempre all'interno delle mura.

Il circo, là dove era presente, era unico (anche se spesso presentava diverse basi costruttive), tranne che a Roma: qui infatti, oltre al Trigarium, vi erano quattro circhi «urbani» (Massimo, Flaminio, Vaticano, Variano) e altri quattro - di Massenzio, degli Arvali, di Lorium, di Bovillae - nelle immediate vicinanze.

Aggiornamento dell'elenco dei circhi e degli ippodromi

Sono contrassegnati da asterisco i circhi noti da testimonianze indirette e non monumentali (sono stati esclusi i siti nei quali sono note solo fonti figurate).

Sono contrassegnati dal doppio asterisco i circhi già citati nel vol. II (p. 647), ma di cui è necessario aggiornare la bibliografia.

Italia:

Antium (Anzio). - Ludi circensi: J. H. Humphrey, Roman Circuses. Arenas for Chariot Racing, Londra 1986, p. 566 s.

Capua (S. Maria Capua Vetere). - Circo: J. Beloch, Campanien, Breslavia 1890, p. 343; J. H. Humphrey, op. cit., p. 572.

Lorium (Roma, loc. Malagrotta). - Ludi circensi: II, XIII, 2, p. 416; J. Η. Humphrey, op. cit., p. 567.

Luceria (Lucera). - Circo noto, ma non più visibile: G. Lugli, in EI, XXI, 1951, p. 575 ss., s.v. Lucera. - Monumenti: G. Cressedi, in EAA, IV, 1961, p. 706 s., s.v. Lucera.

Neapolis (Napoli). - Agoni di tipo greco: R. Geer, The Greek Games at Naples, in TransactAmPhilAss, LXVI, 1935, p. 208 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 575.

Pisae (Pisa). - Ludi circensi: CIL, XI, 1421; J. H. Humphrey, op. cit., p. 574.

Ravenna. - Circo: Β. M. Felletti Maj, Una carta di Ravenna romana e bizantina, in RendPontAcc, XLI, 1968-69, p. 85 ss., in part, p. 103; J. H. Humphrey, op. cit., p. 632 s.

** Roma. - Circo Massimo: P. Bigot, Recherches des limites du Grand Cirque, in BullCom, XXXVI, 1908, p. 241 ss.; A. Colini, ibid., LXII, 1934, p. 175 ss.; C. Pietrangelo ibid., LXVIII, 1940, p. 233 s.; A. M. Colini, P. Ciancio Rossetto, Il Circo Massimo, in Archeologia Laziale II (QuadAEI, 3), Roma 1979, p. 78 ss.; P. Ciancio Rossetto, Il Circo Massimo, in AA.VV., Roma. Archeologia nel centro, I, Roma 1985, p. 213 ss.; ead., Circo Massimo: primi risultati delle indagini geognostiche, in Archeologia Laziale VII (QuadAEI, 11), Roma 1985, p. 127 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 56 ss. (con bibl. prec.); P. Ciancio Rossetto, Circo Massimo: il circo cesariano e l'arco di Tito, in Archeologia Laziale VIII (QuadAEI, 14), Roma 1987, p. 39 ss.; P. Brandizzi Vittucci, Circo Massimo: materiali e strutture presso la Torre Frangipane, ibid., p. 47 ss.; ead., Circo Massimo: contributi di scavo per la topografia medievale, in Archeologia Laziale IX (QuadAEI, 16), Roma 1988, p. 406 ss.; ead., L'arco di Tito al Circo Massimo, in Archeologia Laziale X (QuadAEI, 19), Roma 1990, p. 68 ss.; L. Cagiola, Il Circo Massimo. Strutture edilizie e spina dal confronto tra fonti letterarie ed iconografiche, in Akten des 13. Internationalen Kongresses für klassische Archäologie, Berlin 1988, Magonza 1990, p. 535 s.; P. Ciancio Rossetto, Circo Massimo: analisi della situazione attuale, in Spectacula, III, in corso di stampa.

Trigarium: F. Coarelli, Navalia, Tarentum e la topografia del Campo Marzio meridionale, in QuadTopAnt, V, 1968, pp. 33, 37; id., Il Campo Marzio occidentale. Storia e topografia, in MEFRA, LXXXIX,1977, p. 807 ss.; L. Quilici, Il Campo Marzio occidentale, in Città e architettura nella Roma imperiale (AnalRom, Suppl. X), Odensa 1983, p. 75; E. La Rocca, La riva a mezzaluna, Roma 1984, p. 39 ss.; J. Kolendo, Trigarium, lieu d'entraînement des auriges et des chevaux à Rome et à Thevestes, in ArcheologiaWarszawa, XXXV, 1984, p. 27 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 558 ss.

Circo Flaminio: G. Gatti, Dove erano situati il Teatro di Balbo ed il Circo Flaminio?, in Capitolium, XXXV, 1960, 7, p. 3 ss.; T. P. Wiseman, The Circus Flaminius, in BSR, XLII, 1974, p. 3 ss.; id., Two Questions on the Circus Flaminius, ibid., XLIV, 1976, p. 44 ss.; F. Zevi, L'identificazione del tempio di Marte «in Circo» ed altre osservazioni, in Mélanges offerts à J. Heurgon, II, Roma 1976, pp. 1047- 1064; M. Conticello De Spagnolis, Il tempio dei Dioscuri nel Circo Flaminio, Roma 1984; J. H. Humphrey, op. cit., p. 540 ss.

Circo di Nerone (Vaticano): F. Magi, Il Circo Vaticano in base alle più recenti scoperte, il suo obelisco e i suoi carceres, in RendPontAcc, XLV, 1972-73, p. 37 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 545 ss.

Circo Variano: A. M. Colini, Horti Spei Veteris, Palatium Sessoria- num, in MemPontAcc, IX, 3, 1955, p. 137 ss.; G. Pisani Sartorio, Rilievo con scena di corsa da viale Castrense, in BollMC, XXIV, 1977, pp. 34-38; J. H. Humphrey, op. cit., p. 552 ss.

Circo degli Arvali: A. Pellegrini, Gli edifici del collegio dei fratelli Arvali, Roma 1865; J. H. Humphrey, op. cit., p. 567.

Circo di Massenzio: G. Bianconi, C. Fea, Descrizione dei circhi particolarmente di quello di Caracolla e dei giuochi in esso celebrati, Roma 1789; A. Nibby, Del circo volgarmente detto di Caracolla, Roma 1825; G. Pisani Sartorio, R. Calza, La villa di Massenzio sulla via Appia. Il Palazzo. Le opere d'arte, Roma 1976; J. H. Humphrey, op. cit., p. 582 ss.; R. De Angelis Bertolotti, G. Ioppolo, G. Pisani Sartorio, La residenza imperiale di Massenzio, Roma 1988; G. Pisani Sartorio, Il Circo di Massenzio ..., in Spectacula, III, cit.

Surrentum (Sorrento). - Probabilmente ludi circensi: CIL, X, 688; J. H. Humphrey, op. cit., ρ 124.

Teanum Sidicinum (Teano). - Ludi circensi: CIL, Χ, 617; R. Palmieri, Ricordi di ludi circenses a Teanum Sidicinum, in RendAccNapoli, LUI, 1978, p. 57 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 572 ss.

Telesia (S. Salvatore Telesino). - Circo nei pressi: J. H. Humphrey, op. cit., p. 687, nota 125.

Sicilia:

Panormus (Palermo). - Ludi circensi: J. H. Humphrey, op. cit., p. 575 s.

Syracusae (Siracusa). - Ludi circensi: J. H. Humphrey, op. cit., p. 575 s.

Africa Proconsularis, Numidia:

Bulla Regia (Hammam Darag). - Ludi circensi: AE, 1915, p. 21, n. 78.

** Carthago (Cartagine): A. Iciek, A. Jagodzinski, J. Kolendo, J. Przenioslo, Carthage: cirque, colline dite de Junon, Douar Chott, Recherches archéologiques et géophysiques polonaises effectuées en 1972, Varsavia 1974; J. H. Humphrey, The Polish Archaeological and Geophysical Investigations at Carthage in 1972, in Excavations at Carthage Conducted by the University of Michigan, II, Ann Arbor 1978, p. 195 ss.; id., op. cit., p. 296 ss.; Ν. J. Norman, The Circus and a Byzantine Cemetery at Carthage, in J. H. Humphrey (ed.), The Architecture of the Circus in the Light of 1982 Season, I, Ann Arbor 1988, p. 7 ss.

** Leptis Magna (Wädl Lebda): J. H. Humphrey, F. B. Sear, M. Vickers, Aspects of the Circus at Leptis Magna, in LibyaAnt, IX-X, 1972-1973, p. 25 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 25 ss.; Ν. J. Norman, The American Excavations in the Roman Circus at Carthage, in Carthage VIII. Actes du Congrès International sur Carthage, III, Québec 1986, p. 81 ss.

Thibari. - Circo identificato da foto aerea e da sondaggi: G. G. Lapeyre, Thibari, in Revue Africaine, LXXXI, 1937, p. 395 s.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 321.

Thysdrus (el-Ğem). - Circo identificato da foto aerea: L. Foucher, A propos des cirques africaines, in BAParis, η.s., V, 1969, p. 209 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 315 ss.

Turca/Turcetanum (Henšīr-Bu-Ša). - Ludi circensi: A. Merlin, Inscriptions latines de la Tunisie, Parigi 1944, pp. 136, 746; J. H. Humphrey, op. cit., p. 321.

Utica (Utica). - Circo: A. Daux, Recherches sur l'origine et l'emplacement des emporìa phéniciens dans le Zeugis et le Byzacium, Parigi 1869, p. 237; J. H. Humphrey, op. cit., p. 306 s. - Un circo precedente di epoca repubblicana è ipotizzato da A. Lezine, Précisions topographiques sur un épisode de la guerre civile, in Karthago, VII, 1956, p. 136 s.; cfr. J. H. Humphrey, op. cit., p. 306 s.

Mauretania:

Sitifis (Setif). - Circo: P. A. Fevrier, R. Guery, L'ippodrome de Sétif, in ArcheologiaParis, VIII, 1966, p. 28 ss.; P. A. Fevrier, A. Ga- spary, R. Guery, Fouilles de Sétif (1959-66). Quartier nord-ouest, rempart et cirque (BAAlger, Suppl. 1), Algeri 1970, p. 77 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 310 ss.

Hispania Tarraconensis:

Calagurris (Calahorra). - Circo: Moret, Investigaciones sobre las an- tiquedades del reino de Navarra, Pamplona 1766, p. 42; J. Gomez- Pantoja, La ciudad romana de Calahorra, in Ciudades augusteas de Hispania: bimilenario de la Colonia Caesaraugusta, II, Saragozza 1976, p. 185 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 361 s.

** Tarraco (Tarragona): M. Ferrer Morron, El circ Romà de Tarragona, in Les excavacions arqueològiques a Catalunya en eis darrers anys, Barcellona 1982, p. 346 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 339 ss.; P. Verduchi, La strutturazione della città alta di Tarragona, in RendPontAcc, LIX, 1986-87, p. 149 ss.; X. Dupré i Raventòs, J. Masso, M. L. Palanquee, P. Verduchi, El circ Romà de Tarragona, I. Les voltes de Sant Ermenegild (Excavacions Arqueològiques a Catalunya, 8), Barcellona 1988; X. Aquilé, X. Dupré i Raventòs, J. Masso, J. Ruiz de Arbulo, Tàrraco. Guia arqueológica, Tarragona 1991, p. 71 ss.

** Toletum (Toledo): J. H. Humphrey, op. cit., p. 350 ss.; F. Javier Sanchez-Palencia, M. Jesus Sainz Pascual, El circo romano de Toledo: estratigrafia y arquitectura, in Consejería de Educación y Cultura museo de Santa Cruz, IV, Toledo 1988.

Hispania Baetica:

Italica (Santiponce). - Circo forse identificato da foto aerea: A. M. Canto, Némesis y la localización del circo de Itálica, in Β Vallad, LII, 1986, pp. 47-69; J. H. Humphrey, op. cit., p. 380.

Tagili (Armuna del Almanzora). - Ludi circensi: P. Resina Sola, M. Pastor Munôz, Inscripción romana aparecida en Armuña del Amanzora (Almería), in Zephyrus, XXVIII-XXIX, 1978, p. 333 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 384.

Hispania Lusitania:

Capera (Cáparra). - Circo: J. M. Blazquez, in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 1976, p. 194, s.v. Capera·, J. H. Humphrey, op. cit., pp. 376, 669, nota 46.

Mirobriga (Santiago do Cacém). - Circo: J. Cruz e Silva, Arquivo de Befa, III, 1946, p. 341; F. De Almeida,. Nota sobre os restos do circo romano de Mirobriga dos Célticos, in Revista de Guimaräes, LXXIII, 1963, p. 147 ss.; W. Biers e altri, Investigations at Mirobriga, Portugal in 1981, in Muse, XV, 1981, p. 34 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 376 ss.; W. Biers e altri, Mirobriga. Investigations at an Iron Age and Roman Site in Southern Portugal by the University of Missouri-Columbia 1981-86 (BAR, Int. S., 451), Oxford 1988, p. 398 ss.

Gallia Narbonensis:

** Arelate (Aries): J. H. Humphrey, op. cit., p. 390 ss.; C. Sintes, Quelques remarques sur la spina du cirque d'Arles, in Ch. Landes (ed.), Le cirque et les courses de chars. Rome-Byzance (cat.), Lattes 1990, p. 55 ss.

Gallia Lugdunensis:

Lutetia (Parigi). - Circo: J. H. Humphrey, op. cit., p. 411.

Augusta Suessionum (Soissons). - Circo: J. H. Humphrey, op. cit., p. 411.

Gallia Belgica:

Augusta Treverorum (Treviri). - Circo: W. von Massow, Der Circus des römischen Trier, in TrZ, XVIII, 1949, p. 149 ss.; E. M. Wightam, Roman Trier and the Treviri, New York 1971, p. 102 s.; J. H. Humphrey, op. cit., pp. 408 s., 602 ss. - È ipotizzata la presenza di un circo più antico, nel cui sito fu successivamente costruito l'edificio di epoca costantiniana.

Britannia:

Londinium (Londra). - Circo identificato non sicuramente: R. Merrifield, The Roman City of London, Londra 1965, nn. 93-102; J. H. Humphrey, op. cit., p. 431 s.

Pannonia:

Sirmium (Sremska Mitrovica). - Circo: V. Popovic, E. L. Ochsen- schlager, Der spätkaiserzeitliche Hippodrom in Sirmium, in Germania, LIV, 1976, p. 156 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 606 ss.

Thracia:

** Costantinopolis (Istanbul): W. L. Mac Donald's, The Hippodrome of Constantinople, Harvard 1956; G. Dagron, Naissance d'une capitale: Costantinople et ses institutions de 330 à 451, Parigi 1974, p. 320 ss.; A. Ducellier, Hyppodrome et idéologie impériale à Byzance, in Le cirque et les courses..., cit., p. 173 ss.

Heraclea-Perinthus (Erekli). - Corse equestri: J. H. Humphrey, op. cit., p. 635 ss.

Macedonia:

Thessalonika (Salonicco). - Ippodromo: M. Vickers, The Hippodrome at Thessaloniki, in JRS, LXII, 1972, p. 25 ss.; M. Cagiano de Azevedo, Il palazzo imperiale di Salonicco, in FelRav, CXVII, 1979, p. 22; J. H. Humphrey, op. cit., p. 625 ss.

Achaia:

Ambrissus. - Agoni greci: IG, IX, 1, 12.

Argus (Argo, Argolide). - Agoni greci: IG, IV, 611; XI, 4, 1164-1165; L. Moretti, Iscrizioni agonistiche greche, Roma 1953, p. 89 ss., n. 35.

Coronea (Beozia). - Agoni con competizioni equestri: IG, VII, 2871.

Epidaurus (Epidauro, Argolide). - Agoni greci: L. Moretti, op. cit., p. 114 ss., n. 43.

Larisa (Larissa, Tessaglia). - Agoni equestri: IG, IX, 2, 527- 528, 531-532, 534.

Lebadia (Livadia, Beozia). - Agoni equestri: W. Vollgraff, Inscriptions de Béotie, in BCH, XXV, 1901, p. 365 ss.

Lusi (Arcadia). - Agoni equestri: L. Moretti, op. cit., p. 114 ss., n. 43.

Oropos (Kalamos, Beozia). - Agoni equestri: IG, VII, 414.

Pheneus (Arcadia). - Agoni equestri: L. Moretti, op. cit., p. 114 ss., n. 43.

Pisae (Elide). - Agoni equestri: L. Moretti, op. cit., p. 75 ss., n. 30; p. 114 ss., n. 43; p. 260 ss., n. 89.

Sicion (Sicione, Arcadia). - Agoni con competizioni equestri: L. Moretti, op. cit., p. 89 ss., n. 35.

Creta et Cyrene:

Cyrene (Sahat). - Ippodromo: S. Stucchi, Cirene 1957-66, Tripoli 1967, p. 44, tav. VII; id., Architettura cirenaica (Monografie di Archeologia Libica, 9), Roma 1975, pp. 36, 295 s.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 520 ss.

Gortyna (Gortina). - Circo: A. M. Colini, Gortina (1935), in BdA, XXIX, 1935-36, p. 360 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 523 s.

Cyprus:

Citium. - Corse di carri: J.-Ch. Moretti, Les courses de chars dans l'Orient grec, in Le cirque et les courses..., cit., p. 25.

Lapethus. - Giochi: REG, XVII, p. 212; SEG, VII, p. 837; J. H. Humphrey, op. cit., p. 525. - Corse equestri: J.-Ch. Moretti, art. cit., p. 25.

Asia Minor:

Aphrodisias (Gheira). - Competizioni equestri: C. Roueche, Rome, Asia and Aphrodisias in the Third Century, in JRS, LXXI, 1981, p. 119; J.-Ch. Moretti, art. cit., p. 25.

Galatia:

Ancyra (Ankara). - Circo attestato da epigrafe: D. Krencker, M. Schede, Der Tempel in Ankara, Berlino 1936, p. 52 ss.; H. Hanlein, Zur Datierung des Augustustempels in Ankara, in AA, 1981, p. 511 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 525.

Termessos (Güllük). - Corse dei carri: J.-Ch. Moretti, art. cit., p. 25.

Cappadocia:

Caesarea ad Argaeum (Kayseri). - Giochi: R. Teja, El deporte en la Capadocia Romana, in Zephyrus, XXV, 1974, p. 428 ss.; id., Organización económica y social de Capadocia en el siglo IV, según los padres Capadocios (Acta Salmanticensia, 78), Salamanca 1974, p. 29 s., p. 148 s.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 528. - Circo: S. Stucchi, in EAA, II, 1959, p. 526 s., s.v. Cesarea presso il monte Argeo.

Lycia et Pamphylia:

Xanthos (Kinik). - Agoni di tipo greco: L. Robert, Catalogue agonistique des Romaia de Xanthos, in RA, 1978, p. 277 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 525.

Cilicia:

Aegeae (Nemrud Kaie). - Circo: F. C. Conybeare (ed.), The Armenian Apology and Acts of Apollonius, II, Oxford 1896, p. 255; J. H. Humphrey, op. cit., p. 527.

Seleucia ad Calycadnum (Silifke). - Ippodromo: P. Tremaux, Exploration archéologique en Asie Mineure, comprenant les restes non connus de plus de quarante cités antiques, Parigi 1855, tav. I; J. H. Humphrey, op. cit., p. 527.

Syria, Palaestina:

Apamea (Qal'at el-Mudlq). - Ippodromo: J. H. Humphrey, op. cit., p. 534.

Berytus (Beirut). - Circo noto, ma non scavato: R. Mouterde, J. Lauffray, Beirouth ville romaine, Beirut 1952, pp. 11, 15; Ν. Jidejian, Beirut through the Ages, Beirut 1973, p. 55 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 491 ss.

** Caesarea Stratonis (Kaisariya): J. Jeremias, Der Taraxippos im Hippodrom von Caesarea Palaestinae, in ZDPV, LIV, 1931, p. 279 ss.; J. Ringel, Cesarée de Palestine. Etude historique et archéologique, Strasburgo 1974, p. 53 ss.; J. H. Humphrey, Prolegomena to the Study of the Hippodrome at Caesarea Maritima, in BASOR, 213, 1974, p. 2 ss.; id., A Summary of the 1974 Excavations in the Caesarea Hippodrome, ibid., 218, 1975, p. 25 ss.; L. Levine, Roman Caesarea: an Archaeological and Topographical Study (Qedem, 2), Gerusalemme 1975, p. 27 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 477 ss.

Damascus (Damasco). - Ippodromo: J. H. Humphrey, op. cit., p. 504 s.

Daphne (Duway). - Agoni di tipo greco: J. H. Humphrey, op. cit., p. 456 s.

Gadara (Umm Qays). - Circo: W. Wagner-Lux e altri, Bericht über die Oberflächenforschung in Gadara (Umm Qeis) in Jordanien im Jahre 1974, in ZDPV, XCIV, 1978, p. 143 ss.; W. Wagner-Lux, in RBibl, LXXXVI, 1979, p. 452; W. Wagner-Lux, Κ. J. H. Vriezen, in ZDPV, XCVI, 1980, pp. 48-58, 158-162; XCVIII, 1982, p. 158 ss.; C, 1984, p. 394; J. H. Humphrey, op. cit., p. 504.

Gaza (Ghaza). - Giochi: J. H. Humphrey, op. cit., p. 534.

Hiericus (Gerico). - Ippodromo: J. H. Humphrey, op. cit., p. 530 s.

Hierosolyma (Gerusalemme). - Ippodromo: M. Lämmer, Griechische Wettkämpfe in Jerusalem und ihre politischen Hintergründe, in Kölner Beiträge zur Sportwissenschaft, II, 1973, p. 182 ss.; id., The Introduction of Greek Contests into Jerusalem through Herod the Great and Its Political Significance, in Phisical Education and Sports in the Jewish History and Culture, I, Wingate Institute 1973, p. 18 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 529 s.

Laodicea (Latakiya). - Circo: J. H. Humphrey, op. cit., p. 492.

Neapolis (Nablus o Nabal). - Giochi: J. H. Humphrey, op. cit., p. 535.

Seleucia Pieria (Suwaydiya). - Ippodromo: J. H. Humphrey, op. cit., p. 526.

Taricheae (Khan-Minié). - Ippodromo: M. Lämmer, Griechische Wettkämpfe in Galiläa unter der Herrschaft des Herodes Antipas, in Kölner Beiträge zur Sportwissenschaft, V, 1976, p. 37 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 530.

Tirus (Tiro). - Circo: M. Chéhab, Tyre, Beirut 1969, p. 42 ss.; id., Le Cirque de Tyr, in ArcheologiaParis, LV, 1973, p. 16 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 461.

Mesopotamia:

Edessa (Orrhoa). - Ippodromo: J. B. Segal, Edessa. «The Blessed City», Oxford 1972, p. 64 ss., 131, 163 s., 190; J. H. Humphrey, op. cit., p. 533 s.

Aegyptus:

Antinoe (Medinet Ansina). - Circo: Α. von Prokesch, Erinnerungen aus Ägypten und Kleinasien, I, Vienna 1829-31, p. 129 s.; Maqrizi, Description topographique et historique de l'Egypte (trad. U. Bouriant), in Mémoires de la Mission Archéologique Française de Cairo, XVII, 1895, p. 597 s.; E. Kuhn, Antinoopolis. Ein Beitrag zur Geschichte des Hellenismus in römischen Ägypten, Gottinga 1913, p. 61 ss.; Η. I. Bell, Antinoopolis: A Hadrianic Foundation in Egypt, in JRS, XXX, 1940, p. 133 ss.; W. Decker, Bemerkungen zum Agon für Antinoos in Anti- noupolis (Antinoeia), in Kölner Beiträge zur Sportwissenschaft, II, 1973, p. 38 ss.; id., Ein ägyptisches Wort für Hippodrom?, in StAltägKul, II, 1975, p. 49 ss.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 513 ss.

Eutychia. - Ippodromo: J. H. Humphrey, op. cit., p. 512.

Herakleopolis. - Ippodromo citato da papiri: Ägyptische Urkunden aus den Staatl. Museum zu Berlin, VIII, 1854: J. H. Humphrey, op. cit., p. 519.

Hermopolis Magna (Hermopolis). - Corse di carri: J. H. Humphrey, op. cit., p. 519.

Oxyrhynchus (el-Banhasa). - Ippodromo: H. Mac Lennan, Oxyrhynchus. An Economic and Social Study (diss. Princeton 1935), Amsterdam 1968, p. 68 s.; J. H. Humphrey, op. cit., p. 516.

Bibl.: A. Cameron, Circus Factions. Blues and Greens at Rome and Byzantium, Oxford 1976; J. H. Humphrey, Roman Circuses. Arenas for Chariot Racing, Londra 1986; A. Fraschetti, Le feste, il circo, i calendari, in Storia di Roma, IV, Torino 1989, pp. 609-629; Ch. Landes (ed.), Le cirque et les courses de chars. Rome-Byzance (cat.), Lattes 1990.

(P. Ciancio Rossetto)