TRABALZA, Ciro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 96 (2019)

TRABALZA, Ciro

Emiliano Picchiorri

– Nacque il 17 agosto 1871 a Bevagna, da Nicola e da Virginia Perugini.

A diciassette anni si trasferì a Prato per frequentare il collegio Cicognini. Iscrittosi dapprima all’Università di Firenze, poi all’Università La Sapienza di Roma, si laureò nel 1894 con Ernesto Monaci discutendo una tesi sull’antipurista del primo Ottocento Francesco Torti, pubblicata nel 1896 con una prefazione di Luigi Morandi.

Insegnò per un ventennio nelle scuole medie di Empoli, Modena, Lacedonia, Perugia e Padova, anche dopo l’ottenimento della libera docenza universitaria: durante questi anni, oltre a saggi di taglio prevalentemente letterario, ma non privi di spunti sulla storia delle idee linguistiche, come Studi sul Boccaccio (Città di Castello 1906), si devono a Trabalza numerosi contributi sulla didattica dell’italiano, con uno spiccato interesse per la dinamica tra dialetti e lingua nazionale (cfr. Nesi, 2009). La prospettiva assunta è sia teorica, come nelle opere I frutti del lavoro (Città di Castello 1897), Nuovi frutti del lavoro (Perugia 1899) e La mia scuola: vedute pedagogiche (Perugia 1900), in cui emergono l’attenzione ai problemi della scolarità e la riflessione sui metodi didattici, sia pratico-operativa, come nel manuale Hoepli L’insegnamento dell’italiano nelle scuole secondarie: esposizione teorico-pratica con esempi (Milano 1903) o nel più noto saggio sui dialetti umbri (Saggio di vocabolario umbro-italiano e viceversa: per uso delle scuole elementari dell’Umbria, Foligno 1905), pensato per l’insegnamento dell’italiano nelle scuole elementari secondo il metodo ‘dal dialetto alla lingua’, che si ispirava alle idee di Graziadio Isaia Ascoli e aveva in Monaci uno dei suoi principali sostenitori.

Nel 1903 sposò Michelina Rosa, dalla quale ebbe quattro figli (Manlio, Maria Umbra, Folco e Maria Novella).

Sollecitato da due note di Benedetto Croce apparse nella Critica (1905), iniziò a raccogliere ingenti materiali sulla storia della riflessione grammaticale in Italia, che lo portarono alla realizzazione del suo capolavoro, la Storia della grammatica italiana (Milano 1908).

L’opera risente fortemente dell’impostazione idealistica, secondo la quale la lingua è da intendere come perpetua creazione individuale e non come fenomeno sociale e, di conseguenza, la storia della lingua è vista come parte della storia della letteratura. Per la considerazione riduttiva della grammatica descrittiva, declassata a pseudo-scienza, l’opera fu vivacemente criticata dagli studiosi contemporanei, come documenta il volume Il concetto della grammatica. A proposito di una recente Storia della grammatica (Città di Castello 1912); ciò nonostante, la Storia della grammatica ha rappresentato un riferimento bibliografico insostituibile fino a tempi recenti grazie alla ricchissima messe di dati raccolti, spesso attraverso la consultazione di materiali di prima mano. Numerosi sono gli spunti interpretativi originali presenti nell’opera (cfr. Marazzini, 2009): la ricerca di elementi di continuità tra la grammatica italiana e quella latina classica e umanistica; la valorizzazione dei trattati di retorica, importanti per lo studio degli aspetti sintattici; l’attenzione alla lessicografia e ai trattati di ortografia e pronuncia.

Continuò a essere vivo in questi anni l’interesse di Trabalza per la realtà locale perugina e le sue tradizioni, testimoniato da svariati contributi storico-eruditi (come Bevagna illustrata, Perugia 1901) e dalla fondazione della rivista Augusta Perusia, attiva tra il 1906 e il 1908. Insieme alla moglie si cimentò inoltre nella traduzione di narrativa per ragazzi, curando le prime versioni italiane di Piccoli uomini e Piccole donne di Louisa May Alcott (1905 e 1908).

Nel 1912, nominato ispettore centrale del ministero della Pubblica Istruzione, lasciò l’insegnamento e si trasferì a Roma, ma continuò a dedicarsi ai consueti temi di ricerca, ad esempio con il saggio Una singolare testimonianza sull’Alberti grammatico (in Studi dedicati a F. Torraca, Napoli 1912, pp. 263-278), che richiama l’attenzione su un passo di Mario Equicola utile ai fini dell’attribuzione della Grammatichetta vaticana a Leon Battista Alberti, la cui prima pubblicazione si deve peraltro allo stesso Trabalza, in appendice alla Storia della grammatica. Proseguì, inoltre, il proprio impegno nell’ambito della grammatica scolastica: Dal dialetto alla lingua. Nuova grammatica italiana per la IV, V e VI elementare, con 18 versioni in dialetto d’un brano dei “Promessi Sposi” (Torino 1917) è un testo indirizzato ai maestri elementari, che porta avanti il tentativo di applicazione del metodo ‘dal dialetto alla lingua’ ed è concepito come sussidio a una collana di manualetti prodotti a partire dal 1916 dalla Società filologica romana di Monaci (cfr. Picchiorri, 2011).

Nell’opera, la descrizione grammaticale evidenzia in più punti le differenze tra l’italiano e i dialetti, affinché i maestri possano sfruttare le competenze native dei bambini in una prospettiva contrastiva; l’esemplificazione finale, tuttavia, anziché favorire il percorso «dal noto all’ignoto», propone un confronto tra un brano letterario, l’episodio di fra Galdino nei Promessi sposi, e le sue traduzioni dialettali (Stella, 1999). Dunque, come ha osservato Nicola De Blasi (1993, p. 408), Trabalza «cerca di mettere d’accordo il pensiero di Manzoni, Ascoli e Croce, ma in verità la didattica è del tutto svincolata da un uso linguistico reale e il dialetto è visto non come lingua di una comunità, ma soltanto come il prodotto di una creazione individuale».

Nel 1920 pubblicò la Novissima grammatichetta italiana, rielaborazione della grammatica del 1917 indirizzata non più agli insegnanti ma agli alunni delle scuole elementari (e, in una versione del 1921, delle medie): come osserva Annalisa Nesi (2009, pp. 49-51), vennero notevolmente ridotte le descrizioni fonetiche, mentre furono arricchiti l’esemplificazione, il confronto con gli usi locali e le indicazioni volte a indirizzare l’uso, anche nella pronuncia; inoltre, le versioni dialettali del passo manzoniano furono sostituite da esercizi basati sul riconoscimento delle differenze tra italiano e dialetti.

Dal 1921 al 1928, come direttore generale delle scuole italiane all’estero, favorì l’istituzione di cattedre di lingua e letteratura italiana nelle università estere e la creazione di istituti italiani di cultura (cfr. Brincat, 2009) e trattò il tema della diffusione della cultura italiana nel mondo nei saggi La scuola e la cultura italiana all’estero (Milano 1923) e Scuola e italianità (Bologna 1926): nonostante l’adesione al fascismo mostrata in questo frangente, fu accusato di disfattismo in un articolo anonimo apparso in Roma fascista del 30 maggio 1925. Fervida, in questi anni, fu l’attività editoriale nel campo scolastico, con la realizzazione di numerose antologie, spesso insieme ad altri autori, come Ettore Allodoli, Giuseppe Zucchetti e Pietro Paolo Trompeo.

Dal 1928 al 1931 fu direttore generale per l’Istruzione media e divulgò le idee della politica scolastica gentiliana attraverso gli Annali dell’Istruzione media. In seguito a problemi cardiaci ottenne la collocazione a riposo nel 1931, ma continuò la sua ricca attività editoriale: insieme a Ettore Allodoli scrisse La grammatica degl’Italiani (Firenze 1934). L’opera, pur ricca di riferimenti a Benito Mussolini e al fascismo, appare assai contenuta nelle posizioni xenofobe e antidialettali (cfr. Sgroi, 2011); la sua impostazione crociana, che determinò il giudizio negativo da parte di Alfredo Schiaffini, non impedisce la presenza di diversi elementi di pregio, come l’ampio spazio riservato nell’esemplificazione a scrittori contemporanei giovani e giovanissimi e «una concezione dinamica della norma linguistica, non insensibile alla stratificazione socioculturale dei parlanti e all’avvicendarsi degl’usi lungo l’asse del tempo» (Serianni, 2006, p. 31). L’opera fu più volte ristampata negli anni successivi, anche in versioni ridotte come la Piccola grammatica degli italiani (Firenze 1935), destinata alla scuola media di primo grado e munita di esercizi, e conobbe una certa fortuna anche nel primo dopoguerra, in edizioni emendate di tutti i riferimenti al fascismo.

Morì a Roma il 21 aprile 1936.

Fonti e Bibl.: Lettere e documenti si trovano nell’Archivio Trabalza di Bevagna e, a Firenze, nelle carte De Gubernatis della Biblioteca nazionale, nelle carte Rajna della Biblioteca Marucelliana, nel Fondo Migliorini dell’Accademia della Crusca. Per la vita cfr. P.P. Trompeo, C. T., in Bollettino della Regia deputazione di storia patria per l’Umbria, XXXIV (1937), pp. 142-145; M.R. Trabalza, C. T. La coscienza dell’identità nazionale come cultura nella storia delle regioni, Foligno 2008; C. Trabalza, Il pioppo di S. Filippo (Memorie), Foligno 2009. Per l’opera cfr. N. De Blasi, L’italiano nella scuola, in Storia della lingua italiana, a cura di L. Serianni - P. Trifone, I, Torino 1993, pp. 383-423; A. Stella, Il miracolo delle noci e la sapienza dei dialetti, in I colori della letteratura nella Lombardia postunitaria. Per Ettore Mazzali. Atti del Convegno..., Godiasco-Rivanazzano... 1997, a cura di G. Polimeni, Varzi 1999, pp. 79-104; L. Serianni, Prima lezione di grammatica, Roma-Bari 2006, pp. 31 s.; T. De Mauro, C. T., in Lexicon grammaticorum, a cura di H. Stammerjohann, II, Tübingen 2009, ad vocem; C. T. A cento anni dalla «Storia della grammatica italiana». Atti della Giornata di studio, a cura di A. Nesi, Firenze 2009 (in partic. C. Marazzini, La “Storia della grammatica italiana” di C. T., pp. 15-30; A. Nesi, C. T. e la didattica dell’italiano, pp. 43-64; G. Brincat, L’impegno di T. nell’insegnamento dell’italiano all’estero, pp. 89-98); E. Picchiorri, Impostazioni teoriche e modelli di lingua nei manualetti per lo studio dell’italiano a partire dal dialetto (1915-1925), in Storia della lingua italiana e storia dell’Italia unita. L’italiano e lo Stato nazionale. Atti del IX Convegno dell’ASLI,... 2010, a cura di A. Nesi - S. Morgana - N. Maraschio, Firenze 2011, pp. 485-495; S.C. Sgroi, La grammatica degl’Italiani di C. T. ed Ettore Allodoli (1934): grammatica fascista?, in Lo spettacolo delle parole. Studi di storia linguistica e di onomastica in ricordo di Sergio Raffaelli, a cura di M. Fanfani - E. Caffarelli, Roma 2011, pp. 283-308; S. Demartini, Grammatica e grammatiche in Italia nella prima metà del Novecento. Il dibattito linguistico e la produzione testuale, Firenze 2015, pp. 42-45, 82 s., 96-98, 157 ss.; R. Cella, Grammatica per la scuola, in Storia dell’italiano scritto, a cura di G. Antonelli - M. Motolese - L. Tomasin, IV, Roma 2018, pp. 97-140.

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