CITODIAGNOSI

Enciclopedia Italiana (1931)

CITODIAGNOSI (dal gr. κύτος "cellula" e διάγνωσις "distinzione")

Mario Barbara

Metodo d'esame clinico che dallo studio della specie e del numero degli elementi cellulari contenuti in liquidi organici (essudati o transudati pleurici, peritoneali, pericardici; contenuto di cisti, di ascessi; liquido cefalo-rachidiano, urina, ecc.) giudica della natura dei liquidi stessi: se normali o patologici, se proprî di uno o di un altro processo morboso. Si comprende in questo esame anche la ricerca microscopica di eventuali forme batteriche fuori e dentro le cellule nei liquidi esaminati. Ottenuto dai liquidi il sedimento mediante la centrifugazione, lo si osserva, direttamente o su strisci colorati, al microscopio. Gli elementi che devono essere presi in speciale considerazione sono: i globuli rossi, i globuli bianchi (polinucleati e linfociti), le cellule endoteliali, le cellule istiocitarie (istiociti e fibroblasti) e infine cellule atipiche come le cellule neoplastiche.

I corpuscoli rossi rivelano il contenuto di sangue dei liquidi cavitari proprio delle affezioni carcinomatose, tubercolari, nefritiche e delle diatesi emorragiche. Un contenuto abbondante di leucociti depone contro la transudazione; la loro quantità è proporzionale all'intensità dell'infiammazione, come si può constatare seguendo la progressiva trasformazione purulenta di un essudato dapprima semplicemente sieroso. Se i linfociti prevalgono sui polinucleati, si considera il processo infiammatorio di origine tubercolare, specialmente quando si tratta del liquido cefalo rachideo. Nei transudati si hanno prevalentemente cellule di sfaldamento delle sierose insieme con scarsi linfociti.

Si possono inoltre riscontrare cellule mononucleari diverse: endoteli della sierosa desquamati, in forma poliedrica, isolati o a gruppi, con protoplasma intensamente basofilo, grande nucleo intensamente colorato, talora provvisto di nucleoli (spesso gli endotelî subiscono la degenerazione idropica); istiociti (numerosi nei liquidi da infiammazioni acute), grosse cellule con protoplasma ampio, sfrangiato, a struttura reticolata, debolmente basofilo, con un nucleo rotondo o a ferro di cavallo, con fine reticolo di cromatina intensamente colorabile, talora provvisto di nucleoli (hanno spiccata attività fagocitaria); fibroblasti, a forma fusata, con protoplasma a struttura fibrillare, nucleo più grossolano provvisto di nucleoli (possiedono proprietà fagocitaria e si trovano negli essudati ricchi di fibrina e tendenti all'organizzazione); cellule tumorali, simili alle cellule della sierosa, ma con caratteri degenerativi, talora con più nuclei in cariocinesi, ma spesso non differenziabili dalle cellule endoteliali degenerate.

Bibl.: G. Bizzozero e C. Sacerdotti, Manuale di microscopia clinica, 5ª ed., Milano 1901; H. Sahli, Untersuchungsmethoden für Studierende und prakt. Ärzte, Vienna 1914.

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