Citotossicità

Dizionario di Medicina (2010)

citotossicità

Maurizio Pietrogrande

Insieme di attività biologiche di cellule del sistema immunitario che porta alla morte per apoptosi di cellule infettate da virus o di batteri intracellulari o non appartenenti all’ospite. In natura è forse il modo principale di difesa dalle infezioni virali. Sperimentalmente rende conto di molti fenomeni legati al rigetto di trapianti. L’attività citotossica è svolta essenzialmente da linfociti T CD8 positivi (detti anche T soppressori) e cellule NK (Natural Killer) e, in condizioni particolari, anche da linfociti TH1. La secrezione locale di citochine, soprattutto di TNF-α, è fondamentale per attivare linfociti e NK a svolgere attività citotossica.

Meccanismo dell’attività citotossica

Le cellule NK riconoscono la cellula bersaglio contro cui svolgere l’attività citotossica con due differenti meccanismi. Grazie alla presenza sulla loro membrana del recettore per il frammento FC delle IgG (immunoglobuline G), denominato FCIIIG, possono riconoscere cellule o batteri ricoperti da anticorpi specifici di tipo IgG. Una volta adesi alle cellule ricoperte di anticorpi, i linfociti NK (anche detti LGL, Large Granular Lymphocyte, grandi linfociti granulari) liberano, in stretto contatto con la cellula bersaglio, due sostanze contenute nei granuli intracitoplasmatici: perforina e granzimi. La prima si inserisce nella membrana cellulare del bersaglio creando un foro attraverso il quale possono penetrare nella cellula i granzimi (enzimi dei granuli), un insieme di proteasi in grado di innescare un processo enzimatico a cascata che porta come risultato finale alla morte cellulare. Tale processo viene denominato anche c. dipendente da anticorpi (ADCC, Antibody Dependent Cellular Cytoxicity). Una cellula NK può riconoscere in successione molte cellule bersaglio e svolgere su ognuna la sua attività citotossica. Si pensa che gli NK riconoscano le cellule bersaglio grazie alle alterazioni degli antigeni di istocompatibilità di classe I (MHC-I), dovute alla infezione virale. Gli NK, capaci di riconoscre gli MHC-I nativi, individuano la cellula con MHC alterati come bersaglio, aderiscono ad essa e attivano la degranulazione citotossica. I linfociti CD8 svolgono l’azione citotossica sulla cellula bersaglio in maniera specifica, grazie al riconoscimento degli antigeni che essa espone sugli MHC, e successiva secrezione locale di perforina e granzimi. In particolari condizioni (infezione con organismi endocellulari, come il micobatterio della tubercolosi) la cellula infetta può esprimere sulla superficie FasL (Fas ligando) che viene riconosciuto dal Fas espresso da CD8 e Th1 attivati. Il legame Fas/FasL attiva all’interno della cellula bersaglio la cascata enzimatica che porta all’apoptosi.

TAG

Antigeni di istocompatibilità

Sistema immunitario

Membrana cellulare

Linfociti th1

Cellula nk