Micenea, civiltà

Dizionario di Storia (2010)

micenea, civilta


micenea, civiltà

Civiltà della tarda Età del bronzo in Grecia (1700-1100 ca. a.C.). Prende il nome dal sito più significativo, Micene, in Argolide, messo in luce dagli scavi a cominciare dalla fine del 19° secolo. Quest’epoca vide la formazione e lo stabilizzarsi in tutta la Grecia di forme sociopolitiche complesse fondate sul controllo del territorio da parte di una serie di centri egemoni, fra i quali i più famosi sono Pilo (Messenia), Micene e Tirinto (Argolide), Atene (Attica), Tebe (Beozia) e Dimini (probabilmente l’antica Iolkos, Tessaglia). Anche se forse politicamente indipendenti, questi centri mostravano una forte omogeneità culturale e artistica e facevano uso della stessa scrittura sillabica su tavoletta d’argilla (cd. lineare B), esprimente una varietà dialettale greco-arcaica, per il controllo delle attività produttive distribuite sul territorio direttamente controllato. Soprattutto nelle regioni meridionali i principali centri si configuravano come borghi, spesso fortificati, collocati in posizioni geograficamente strategiche, attorno ai quali si distribuivano gli insediamenti minori cui erano demandate, in forma differenziata, le maggiori attività produttive: agricole, manufatturiere, commerciali. Eclatanti sono le manifestazioni artistiche e architettoniche soprattutto per quanto attiene alle forme funerarie (tombe a tholos), alle opere di difesa dei borghi egemoni (mura ciclopiche), agli edifici di rappresentanza ivi collocati (caratterizzati dalla sala a megaron) e alle produzioni ceramiche, in metallo, avorio e altri materiali preziosi. Le élite micenee si caratterizzavano fin dalle loro origini per una notevole capacità imprenditoriale marittima finalizzata all’intercettazione dei principali flussi di materie prime nel bacino del Mediterraneo. Tale attività, cui si connetteva un fiorente commercio di beni di prestigio, si rivolse inizialmente verso il bacino occidentale del Mediterraneo (nei secc. 17°-16°, Italia merid., Sicilia, arcipelaghi del Tirreno), per espandersi poi, dopo l’occupazione del centro di Cnosso (metà 15° sec.) e la progressiva conquista di tutta l’isola di Creta, all’Egeo, alle coste dell’Anatolia e a tutto il Levante. Nei secc. 14° e 13° a.C. l’espansione m. sui mari rappresentò l’elemento culturalmente più rilevante in tutto il bacino del Mediterraneo. A seguito dei fenomeni di instabilità economico-politica che investirono gli Stati territoriali e i maggiori centri commerciali del Mediterraneo orientale sul finire del 13° sec. e, probabilmente, anche a causa di processi di destabilizzazione sociopolitica interni ai territori direttamente controllati dai borghi micenei, si assistette a un progressivo collasso degli stessi, che portò le diverse regioni verso un processo di frazionamento geopolitico, una caduta demografica e un impoverimento delle attività produttive. I nuovi assetti sociali e politici che si sarebbero determinati fra il 12° e il 10° sec. a.C. avrebbero portato alle manifestazioni culturali proprie della grecità classica.

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