DIFFERENZIALI, CLASSI

Enciclopedia Italiana (1931)

DIFFERENZIALI, CLASSI (fr. classes pour arriérés; sp. clases de niños retardados; ted. Hilfclassen; ingl. special classes)

Giuseppe Ferruzzo Montesano

Sotto questa denominazione, consacrata dalla recente legislazione italiana (art. 230 del testo unico sull'istruzione elementare, post-elementare e sulle sue opere d'integrazione, approvato con r. decr. 5 febbraio 1928, n. 577; art. 404 del regolamento generale sull'istruzione elementare approvato con r. decr. 26 aprile 1928; art. 164 e 165 del regolamento per l'esecuzione della legge 10 dicembre 1925, n. 2277, sulla protezione e l'assistenza della maternità e dell'infanzia, approvato con r. decr. 15 aprile 1926, n. 718) si comprendono speciali classi che dovrebbero funzionare nelle scuole elementari ed accogliere gli alunni comunemente detti tardivi. L'istituzione di tali classi è di data recente e con fini e ordinamenti non sempre uniformi. Esse dovrebbero accogliere quei soggetti che, senza presentare gravi anomalie, non si adattano facilmente ai metodi d'insegnamento e alla disciplina della scuola comune (v. deficiente).

L'inadattabilità è di solito temporanea e proprio nella classe differenziale gli alunni dovrebbero venir educati per un ritorno sollecito alle classi comuni. L'intolleranza ai metodi comuni d'insegnamento è dovuta ad una costituzione nevropatica lieve ed è favorita da disturbi fisici transitorî (oligoemia, pregresse malattie infettive) o da linfatismo, gracilità costituzionale, eredo-lues, ecc. La costituzione nevropatica non è sempre di forma uguale e le differenze rendono opportuno l'uso di metodi diversi d'istruzione e di educazione. Vi è un tipo epilettoide in cui domina l'impulsività, un troppo facile passaggio dal desiderio all'azione diretta a soddisfarlo; un tipo isteroide portato ad attività in contrasto con quelle cui si sente obbligato; un tipo nevrastenoide in cui si producono sensazioni esageratamente penose già solo al pensiero di qualche attività da compiere; prevalgono naturalmente le forme miste. Di queste differenze individuali si deve tener conto nella pratica educativa. Si curerà in principio che lo sforzo di apprendimento sia corrispondente per intensità e durata alla potenzialità fisica e alla tolleranza dei singoli alunni e lo si farà aumentare gradatamente. Gli esercizî dovranno essere in primo tempo anche molto variati, per dare nuove attrattive al lavoro. Il modo di applicare tali principî è ampiamente illustrato in varie pubblicazioni della Scuola magistrale ortofrenica di Roma, che nel 1907 fondò in detta città le prime classi del genere, facendone in seguito funzionare sempre un certo numero annesse alle scuole elementari pubbliche.

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