Debussy, Claude

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Debussy, Claude

Antonietta Pozzi

Un nuovo mondo sonoro tra Ottocento e Novecento

Figura geniale di innovatore, profondamente anticonvenzionale, il compositore francese Claude Debussy rivoluziona l'armonia, il ritmo, la sonorità e la forma della musica occidentale della seconda metà del 19° secolo. Frequentatore di circoli letterari e artistici parigini di fine secolo, fu influenzato dal movimento simbolista francese e condivise con gli impressionisti l'attenzione per la natura

Da Parigi a Roma

Claude Debussy nasce a Saint-Germain-en-Laye, vicino Parigi, nel 1862. La sua famiglia si trasferisce poco dopo a Parigi dove nel 1872 Claude entra in conservatorio. Studia dapprima pianoforte e in seguito composizione con Ernest Guiraud, mostrando idee originali poco compatibili con le regole dell'insegnamento tradizionale. Nel 1880 NadeŠzda von Meck, l'aristocratica protettrice di Pëtr I. ŠCajkovskij, lo assume come pianista. Al seguito della von Meck Debussy viaggia visitando numerose città tra le quali Venezia, Firenze, Vienna e Mosca. Nel 1884 vince il Prix de Rome che gli garantisce un soggiorno a Villa Medici a Roma. Qui compone, tra l'altro, Printemps per coro femminile e orchestra (1887) brano ispirato al noto dipinto di Sandro Botticelli, La primavera.

Gli anni del simbolismo

Rientrato a Parigi, Debussy frequenta gli ambienti musicali e letterari della capitale. Mette in musica poesie di grandi poeti francesi quali Paul Verlaine e Charles Baudelaire. In Germania, a Bayreuth, assiste alle opere di Richard Wagner, musicista ammirato dai letterati e artisti simbolisti. Lo attraggono inoltre le nuove sonorità del gamelan, un'orchestra di strumenti a percussione indonesiani, che egli ascolta all'Esposizione universale di Parigi del 1889.

Negli anni Novanta Debussy è profondamente attratto dal simbolismo, movimento letterario di fine Ottocento attento agli aspetti più misteriosi della realtà, alla dimensione del sogno, alla musicalità della parola. Un esempio di questo avvicinamento è il Prélude à l'après-midi d'un faune per orchestra (1894), ispirato a una poesia del poeta francese Stéphane Mallarmé. Il brano evoca i sentimenti di un fauno che, in un caldo pomeriggio, si abbandona a fantasie amorose. La misteriosa atmosfera di sogno del poema di Mallarmé viene interpretata da Debussy con un nuovo linguaggio musicale e una concezione non convenzionale della forma.

Nello stesso periodo il compositore decide di mettere in musica Pelléas et Mélisande (1902), un testo teatrale dello scrittore simbolista belga Maurice Maeterlinck. La vicenda di questo dramma lirico in cinque atti si svolge in un luogo e in un tempo volutamente imprecisati. È centrata sul tragico amore di Pelléas (tenore) e Mélisande (soprano), malinconica moglie di Golaud (baritono) il quale, scoperto il sentimento dei due amanti, uccide per gelosia Pelléas e ferisce Mélisande che muore poco dopo. Anche in Pelléas et Mélisande la forte originalità di Debussy approda a una nuova concezione del teatro musicale che rompe con le convenzioni dell'opera dell'Ottocento.

I grandi lavori dei primi anni del Novecento

Dopo il successo dei Nocturnes per orchestra (1897-99) e di Pelléas et Mélisande, Debussy compone La mer (1905), tre schizzi sinfonici ispirati a tre immagini naturali: Dall'alba a mezzogiorno sul mare, Giochi di onde, Dialogo del vento e del mare. La fluidità dell'acqua, i suoi riflessi ‒ che avevano suscitato l'interesse dell'impressionismo pittorico ‒ e più in generale i fenomeni naturali (vento, pioggia, neve, nebbia) vengono spesso associati da Debussy a una innovativa ricerca armonica, ritmica e pianistica nelle due serie di Images (1905; 1907), nelle due raccolte di Préludes (1910; 1912), nei Children's corner (1908), "angolo dei bambini" dedicato alla figlia Chouchou.

Il fascino dell'Oriente, anch'esso diffuso negli ambienti simbolisti e impressionisti francesi, emerge invece nelle Estampes per pianoforte (1903). Nell'ultima produzione del compositore ‒ il balletto Jeux per orchestra (1913), i 12 Études per pianoforte (1915), le tre Sonate da camera (1915-17) ‒ si avverte infine un'esplorazione del suono che assume tratti di grande modernità.

Dopo una lunga malattia, Debussy muore a Parigi nel 1918.

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