Parent, Claude

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Architetto francese (Neuilly-sur-Seine 1923 - ivi 2016). Figura poliedrica nel panorama della cultura architettonica contemporanea e dell'avanguardia artistica francese, le opere di P. trasmettono uno straordinario vigore intellettuale fornendoci una visione della modernità perennemente attuale. Nel 1979 è stato insignito del Gran prix national d'architecture e dal 2005 è membro dell'Accademia di Belle Arti francese.

Vita e opere

La sua formazione nel campo dell'architettura è stata preceduta da studi scientifici che hanno determinato un approccio analitico al progetto. Dapprima affiancato da I. Schein (dal 1949 al 1955) e successivamente da P. Virilio (fino al 1968) con il quale ha fondato il gruppo Architecture Principe, P. ha sempre occupato un posto di rilievo nell'ambito delle avanguardie. Fondamentali sono state le sue relazioni con N. Schöffer (decisivo il suo apporto nella formulazione di un'architettura «spazio-dinamica») e con A. Bloc, insieme al quale ha collaborato nella redazione della rivista Architecture d'aujourd'hui. Negli anni Sessanta, insieme a Virilio, ha elaborato i presupposti teorici per un'«architettura dell'obliquo», un nuovo ordine urbano e architettonico fondato sull'abbandono dell'angolo retto, sull'abolizione delle due direzioni primordiali dello spazio euclideo; esemplari, in questo senso, sono realizzazioni come la chiesa di Sainte Bernadette a Nevers (1966), il centro commerciale di Sens (1970) e il padiglione francese alla Biennale di Venezia del 1970. Tra le altre realizzazioni: Casa Drusch a Versailles (1963), Casa Bordeaux-le-Pecq a Bois-le-Roi (1963), il pensionato iraniano nella città universitaria (con M. Foroughi, H. Ghiai, A. Bloc) a Parigi (1969) e il municipio di Lillebonne (1998). È inoltre autore di numerosi saggi, tra i quali si ricordano: Vivre à l'oblique (1970, trad. it. 1978); Cinq réflexions sur l'architecture (1972); L'architecture et le nucléaire (1978); L'architecte, bouffon social (1982); Errer dans l'illusion (2001); Cuits et archicuits (2003); Portraits (impressionnistes et véridiques) d'architectes (2005).

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