CLESSIDRA

Enciclopedia Italiana (1931)

CLESSIDRA (gr. κλεψύδρα da κλέπτω "rubo" e ὕδωρ "acqua"; fr. clepsydre; sp. clepsidra; ted. Wasseruhr; ingl. clepsydra)

Francesco Porro de Somenzi

Strumento misuratore del tempo, altrimenti detto orologio ad acqua. È formato essenzialmente da un vaso di mezzana grandezza, che contiene acqua o altro liquido e che può gradatamente vuotarsi dal fondo, nel quale sono praticati alcuni forellini. Spesso in luogo del liquido contiene sabbia sottilissima. La valutazione del tempo trascorso si ricava dalla quantità di liquido o di sabbia effluita, oppure dall'abbassarsi del livello superiore, ma non si giustifica con l'ipotesi di una rigorosa proporzionalità, perché il discendere della superficie libera superiore fa diminuire la pressione esercitata sul fondo, e con essa la spinta che il liquido o la sabbia riceve verso i fori di efflusso. Ciò, nel caso dei liquidi, impedisce che l'efflusso si compia con velocità costante, e turba la regolarità del passaggio per orifizî di esiguo calibro, che obbedisce a complicate leggi idrodinamiche.

I Greci, pur non essendo in condizione di rendersi conto esatto di tutte le circostanze perturbatrici del fenomeno, intuirono presto la necessità di modificare il tipo primitivo di strumento, che essi avevano quasi certamente appreso in epoca remota dagli Egizî. Nella costruzione perfezionata, che si attribuisce a Ctesibio, maestro di Erone alessandrino, fondatore di una scuola meccanica che fiorì al tempo dei Tolomei, la clessidra riceve un afflusso costante di liquido dall'esterno: l'alimentazione, compensando con rigorosa esattezza la perdita, mantiene inalterato il livello interno, e quindi la pressione ad ogni profondità. Sappiamo da Demostene che, sotto forma più semplice di quella ora descritta, la clessidra era in uso presso i tribunali ateniesi, per misurare il tempo concesso dal magistrato ad ogni arringa. Vitruvio ne parla diffusamente nel libro nono del De architectura, in relazione con l'uso decorativo negli edifizî. Macrobio e Sesto Empirico affermano che il primo tentativo di suddivisione dello zodiaco in parti eguali è stato eseguito con l'aiuto delle clessidre. Attualmente le clessidre non sopravvivono che come oggetto di curiosità o come motivo ornamentale.

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