Clorofluorocarburo

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

clorofluorocarburo

Andrea Ciccioli

Composto chimico ottenuto da un idrocarburo saturo sostituendo tutti gli atomi di idrogeno con atomi di cloro e fluoro. Esempi di clorofluorocarburi sono il diclorodifluorometano, CCl2F2, e il diclorotetrafluoroetano, CClF2CClF2. Vengono spesso indicati con la sigla CFC seguita da un codice numerico che ne individua univocamente la composizione elementare (per es., la sigla CFC-114 indica il diclorotetrafluoroetano). I clorofluorocarburi sono stati largamente impiegati in passato come fluidi refrigeranti, con il nome commerciale Freon, e come solventi, propellenti per spray, isolanti. Il loro uso è però in via di scomparsa a causa dell’effetto distruttivo che esercitano sull’ozono stratosferico. Una volta rilasciati nell’aria, infatti, i clorofluorocarburi sono sufficientemente stabili da passare inalterati nella troposfera e raggiungere la parte alta della stratosfera, dove vengono dissociati dalla radiazione solare ultravioletta, liberando atomi di cloro. Questi ultimi, molto reattivi, danno luogo a reazioni a catena con le molecole di ozono (O3), distruggendole. C’è oggi ampio consenso sul fatto che l’emissione in atmosfera di elevate quantità di clorofluorocarburi negli ultimi decenni abbia contribuito al fenomeno di decremento dell’ozono nella stratosfera sulla regione antartica durante la primavera polare, osservato per la prima volta nel 1985 e denominato ‘buco dell’ozono’ dalla pubblicistica e dai mass media. Vari accordi internazionali sono stati siglati per coordinare il graduale processo di messa al bando dei clorofluorocarburi e di dismissione dei sistemi esistenti che ne contengono. Tra questi, importante è stato il protocollo di Montreal, approvato nel 1987 e più volte integrato negli anni seguenti. L’uso dei CFC è, in pratica, attualmente vietato in molti Paesi avanzati e in via di eliminazione in molti altri (tra i quali la Cina). In sostituzione dei clorofluorocarburi sono stati impiegati gli idroclorofluorocarburi (HCFC), nei quali non tutti gli atomi di idrogeno dell’idrocarburo sono sostituiti. Sebbene, essendo più reattivi, possano essere più facilmente decomposti a livello della troposfera, gli HCFC si sono dimostrati anch’essi attivi verso l’ozono e sono dunque in via di dismissione. I sostituti oggi più usati sono gli idrofluorocarburi (HFC), che non contengono atomi di cloro (per es., il refrigerante R410A è una miscela di difluoroetano, CH2F2, e pentafluoroetano, CHF2CF3). Poiché, tuttavia, gli HFC sono considerati potenziali gas-serra, l’attività di ricerca volta a individuare nuovi sostituti resta intensa.

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