Codice civile napoleonico

Dizionario di Storia (2010)

Codice civile napoleonico (fr. Code Napoleon)


Codice civile napoleonico

(fr. Code Napoléon) Codice civile francese redatto da una commissione di quattro membri (F.-D. Tronchet, presidente; J.-E.-M. Portalis, F.-J.-J. Bigot de Préameneu, J. de Malleville), nominata nel 1800 da Napoleone, ed emanato il 21 marzo 1804. Già durante la Rivoluzione era stato formulato il progetto di riunire in un unico corpo tutte le leggi della Francia e di dare sanzione ufficiale ai principi rivoluzionari. Sussisteva infatti una preoccupante molteplicità di fonti del diritto e, nell’incertezza e grande quantità delle disposizioni legislative, nella discordia e contraddizione dei pareri dei giureconsulti, dominava il potere discrezionale del giudice. Si imponeva quindi la necessità d’una sistemazione organica delle norme; con la precisa volontà di riformare dalle fondamenta tutta la legislazione, la Rivoluzione si accinse a creare un sistema di leggi che riaffermasse i diritti primigeni dell’uomo. Si fece subito strada l’esigenza di dividere il corpo nuovo di legislazione nelle parti sistematiche che la giurisprudenza aveva già stabilito nei secoli precedenti. Si cominciò a redigere il codice civile, il cui primo progetto, opera di J.-J. Régis de Cambacérès, aderiva alla concezione del diritto naturale. Nel 1793 fu sottoposto alla Convenzione, che lo trovò troppo complicato, lungo e «giuridico». Quindi Cambacérès presentò un secondo progetto in 297 articoli, più simile a un manuale di morale che a un codice di diritto, che tuttavia fu il tentativo più netto compiuto dalla Rivoluzione per attuare i suoi propositi; ma alla fine l’opera non andò in porto. L’ultimo progetto fu presentato dalla commissione nominata nel 1800 e si configurò come un compromesso fra l’antico patrimonio giuridico e le nuove idee promulgate dalla Rivoluzione. Esso conobbe una rapida diffusione in tutti i Paesi direttamente o indirettamente dominati dalla Francia, quali Belgio, Olanda, Paesi alla sinistra del Reno. Fu introdotto quindi anche in Italia, dove in seguito alla venuta dei francesi erano stati già messi in atto alcuni tentativi di redigere codici nazionali. Così, nel regno italico, il C.c.n., in traduzione italiana, entrò in vigore il 5 giugno 1805. Al C.c.n., insieme agli altri codici (di procedura civile, 1806; penale e di procedura penale, 1811; di commercio, 1808) emanati dallo stesso Napoleone, si deve fra l’altro il merito di aver avviato e influenzato il processo di codificazione del diritto che ha caratterizzato, nel mondo, l’attività giuridica del sec. 19°.

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