COIRA

Enciclopedia Italiana (1931)

COIRA (lat. Curia Rhaetorum; romancio Cuera; fr. Coire; ted. Chur; A. T., 20-21)

Adriano Augusto MICHIELI
Fritz GYSIN
Heinrich Türler
Wilhelm KUBITSCHEK

Città della Svizzera alpina, capoluogo del Cantone dei Grigioni, situata a 596 m. s. m., sulle rive della Plessur, non lontana (poco più di 2 km.) dalla confluenza di questa con il Reno.

È nodo stradale di grande importanza per tutta la Svizzera orientale. Antica com'è, serba nelle tre parti di cui si compone i caratteri che l'hanno originata. Ai piedi del Mittenberg e lungo un'ansa della Plessur si stende la città antica d'origine romana. Sopra un terrazzo, ai fianchi del Montalin, è posta la sezione dell'episcopio cattolico, che risale forse al sec. IV, con le sue numerose chiese, seminarî e scuole. Dagli altri lati, cioè all'O. e al N., va estendendosi la città nuova con i suoi edifici moderni e i suoi sobborghi pieni di giardini. Relativamente alla zona tutta montuosa in mezzo alla quale si trova, Coira gode d'un clima abbastanza temperato, essendo ben esposta e riparata: ha una temperatura media annua di 9°,4, con poche nebbie e scarse precipitazioni. Stazione termine un tempo delle ferrovie statali, fu a lungo punto di partenza di molti servizî a corriera, ma il grande sviluppo assunto dalla Rhätische Bahn e dalle ferrovie locali da montagna la congiugono ormai con tutti i centri turistici dei Grigioni e dell'Engadina, in modo che si passa agevolmente da essa alle vicine valli di Glaris, del Reticone e di Schanfigg, ecc. Nonostante i danni subiti per l'apertura del Gottardo, che deviò verso la Svizzera centrale tutto il traffico transalpino orientale, Coira riuscì a rimettersi abbastanza e, sia per mezzo delle nuove strade turistiche, sia curando con grande energia le produzioni agricole, forestali e animali, va lentamente ma continuamente crescendo in benessere e in numero d'abitanti (600 nel 1850, 8750 nel 1890, 11.532 nel 1900 e 15.300 nel 1925). Oltre che per i suoi mercati di bestiame Coira è attiva piazza di commercio per le sue frutta, per l'uva e la birra, e centro turistico estivo.

Monumenti. - L'odierna cattedrale fu edificata dal 1178 al 1282 in uno stile misto di romanico e gotico. Ha un portale romanico, pianta irregolare a tre navate con archi a sesto appena acuto e coro elevato sopra la cripta contenente importanti sculture che hanno rapporto con l'arte lombarda. Vestigio forse dell'edificio primitivo è un altare in stile "longobardo" nella cappella di S. Lorenzo. Notevoli sono il sepolcro del vescovo Ortlieb Brandis (1491), la custodia del Sacramento (1484), gli stalli gotici e specialmente il bellissimo altar maggiore gotico, di legno scolpito da Jakob Russ di Ravensburg (1491). Il tesoro contiene manoscritti e opere pregevoli d'oreficeria medievale. Il palazzo episcopale ha due parti, di cui una del Seicento; l'altra più importante del 1730 circa, ha una facciata finemente decorata nello stile barocco e una bella scala tripartita. Nella città inferiore notiamo la chiesa (oggi protestante) di S. Martino con qualche vestigio dell'edificio primitivo del secolo IX. Fu consacrata nel 1491, è gotica, a una navata, con coro poligonale; ha vetrate moderne di A. Giacometti. Nella città una serie di begli edifici profani, come il municipio gotico, l'Altes Gebäu e il Neues Gebäu del Settecento, il palazzo Buol (1780), oggi Museo retico (collezioni etrusche, romane e medievali).

Istituti di cultura. - La Società di scienze naturali dei Grigioni risale al 1825, la Società storica-antiquaria e il Museo retico al 1869, la Società reto-romantscha al 1885. Vi sono poi gli archivî: statale dei Grigioni, della città e del vescovato.

Storia. - Curia Raetorum è menzionata solo negl'itinerarî come stazione sulla via di comunicazione fra Milano e il lago di Como, e Brigantio (Bregens) e il lago di Costanza, che attraversava tanto il passo dello Spluga (2117 m.) quanto il passo di Sett (Septimerpass 2311 m.), e lo Julierpass, passi tutti praticati ai tempi romani. Il nome sembra anteriore all'epoca romana, e nel Museo retico di Coira, come anche nello Schweizerisches Landesmuseum si trovano non solo resti romani, ma anche numerosi resti dell'età del bronzo e del ferro. La colonia romana era situata nella parte occidentale della città di Coira, e per il nodo di strade che di lì si irradiavano deve aver avuto nell'antichità la stessa funzione di punto di smistamento che ha la Coira moderna. Sono spesso venuti in luce resti di costruzioni romane, e sono ritenute come romane le due torri Spinöl e Marzöl.

Coira è importante per la continuità della cultura romana, e la sua importanza si accresce ancora alla fine dell'antichità. La Lex Romana Curiensis (o Utinensis) si è formata qui dal diritto civile romano (Monum. Germ., Leges, V, 289). Paolo Diacono ricorda la fuga di Ansprando dall'isola Commacina nel lago di Como attraverso Clavenna e Curia Rhetorum (sic) presso il duca di Baviera Teudoberto nell'anno 702. Monete con le iscrizioni Curia o Curia civ(itas) sono state coniate dal sec. IX all'XI.

L'imperatore Ottone I concesse al vescovo il dominio territoriale sulla città. Nel 1271 è menzionato il magister operis, nel 1286 i consules civitatis Curiae. Dal 1299 fu combattuta una continua lotta fra la città e il vescovado per l'estensione dei diritti della città. Fino al 1422, il Werkmeister presiedette il Consiglio; da quell'anno assunse il titolo di borgomastro. Nel 1464, dopo un incendio che aveva distrutto l'intera città, l'imperatore le concesse il diritto di avere il borgomastro e il consiglio, d'introdurre delle corporazioni e di esercitare la giurisdizione alta e bassa per mezzo del tribunale del baliato della città (Stadtvogteigericht) e del tribunale cittadino o dei vicedomini (Stadt- oder Viztumgericht). Il Profektgericht giudicava delle vertenze in materia edilizia o di mercato. Nel 1465 sorsero 5 corporazioni. Nel 1489 al baliato dell'impero subentrò la città. Gli articoli di Ilanz del 1526 posero fine al dominio temporale del vescovo sulla città. Nel medesimo anno fu introdotta la Riforma. Il borgomastro di Coira fu, sino al 1700, capo della cosiddetta Lega Caddea, le cui basi erano state gettate, con la rivoluzione del 1367, dai sudditi del vescovato. La costituzione corporativa rimase in vigore fino al 1830. Si succedettero nuove costituzioni cittadine negli anni 1862, 1879 e 1904.

Il vescovato. - Secondo la leggenda, già verso il 200 San Lucio sarebbe stato vescovo di Coira, ma notizie certe di un vescovato si hanno solo dal concilio di Milano del 450 (episcopus ecclesiae Curiensis primae Raetiae). Dal 493 al 537 Coira fu sotto la signoria degli Ostrogoti, poi sotto quella dei Franchi. Dal 600 in poi alcuni vescovi della famiglia dei Vittoridi ressero anche come presidi temporali le sorti del paese. L'ultimo, Tellone (morto nel 773), lasciò per testamento il suo possesso all'abbazia di Disentis. È del sec. VIII la Lex Romana Curiensis e all'800 circa risalgono le disposizioni completive di diritto penale contenute nei Capitula Remigii. Carlo Magno, poco dopo l'805, separò il potere spirituale da quello temporale e dagli annessi beni. Nell'831 fu conferita al vescovado l'immunità. Nell'843 esso fu staccato dalla sua metropoli, Milano, e aggregato (fino al 1804) all'arcivescovado di Magonza. Grazie a donazioni, specialmente da parte degli Ottoni, il vescovo ridivenne signore di una gran parte del paese. Dal 1170 al 1805 egli fu principe dell'impero. L'introduzione della Riforma, e particolarmente gli articoli d'Ilanz del 1524 e del 1526, soppressero, come si è detto, i diritti signorili del vescovo. Questi continuò ad esercitare il diritto di moneta fino al 1767. Il 1798 segna la fine di ogni diritto temporale del vescovo, che oggi ha giurisdizione sui cattolici dei cantoni: Grigioni, Uri, Unterwald sup. e inf., Schwyz, Glarus, Zurigo.

Bibl.: Sulla città antica v.: Corp. Inscr. Lat., XIII, p. 49 segg.; Heierli e Oechsli, Urgeschichte Graubündens, in Mitteilungen der antiquarischen Gesellschaft in Zürich, XXVI (1903) con una carta del paese e uno schizzo del Wälsche Dörfli di Coira; sulla città medievale, v.: P. C. Planta, Verfassunggeschichte der Stadt Chur, Coira 1879; id., Das alte Rätien, Berlino 1872; F. Jecklin, Organisation der Churer Gemeindeverwaltung, Coira 1922; Valèr, Geschichte des Churer Stadtrates, Coira 1922; Dictionnaire hist. biogr. de la Suisse, II, Neuchâtel 1924, col. 535 segg.; sui monumenti medievali v.: A. Kingsley Porter, Medieval architecture, its origins and development, New York 1909; sul vescovato e la diocesi di Coira v.: G. Meyer, Geschichte des Bistums Chur, Stans 1907-1914; A. Büchi, Die kathol. Kirche in der Schweiz, Monaco 1902.

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