COLOFONE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

COLOFONE (Κολοϕῶν, Colŏphon)

Red.

Città lidia situata tra Smirne ed Efeso, sulla destra del fiume Halys.

Fondata dagli Ioni, nell'VIII sec. a. C. estese il suo dominio riuscendo a dominare Smirne. Forse conquistata da Gige al principio del VII sec., dopo la caduta di Creso passò sotto il dominio persiano. Durante il V sec. appartenne alla lega delio-attica, nel 430 a. C. passò nuovamente sotto la dominazione persiana, (fu riconquistata da Trasillo nel 409, per poi ricadere in mano persiana nel 386). Liberata insieme ad altre città dell'Asia da Alessandro, fu spopolata da Lisimaco che, nel 299 a. C., trasferì gli abitanti della città ad Efeso. C. però non rimase completamente abbandonata: in una iscrizione rinvenuta a Magnesia al Meandro (O. Kern, Inschr. v. Magnesia, 53, 78-79) datata negli ultimi anni del III sec. a. C., gli abitanti di Notion (v.), il porto di C., distante 13 Km dalla città, sono distinti da quelli di Colofone.

Il santuario di Apollo a Klaros (v.), prima sotto l'influenza di C., dipese durante il periodo ellenistico da Notion.

Durante il VI ed il V sec. a. C. la città raggiunse grande prosperità (Arist., Pol., 1290 b; Ael., Var. Hist., ii, 19; Athen., xii, 524b) e fu molto nota per la sua potenza commerciale (Strabo, xiv, 643) dovuta in parte al commercio della resina (colofonia). A C. nacquero Mimnermo, Senofane, Nicandro; la città rivendicava il titolo di patria di Omero.

Le monete di C. non anteriori al V sec. a. C., coniate su modulo persiano, recano di regola l'immagine di Apollo, in omaggio al culto della divinità principale del santuario di Klaros.

Durante gli scavi di una missione americana, svolti tra il 1922 ed il 1925, è stata rinvenuta nel Metroon della città una iscrizione della fine del IV sec. a. C. che documenta le vicende urbanistiche di Colofone. Riconquistata la libertà, gli abitanti di C. decisero una ricostruzione della città inglobando nelle mura il territorio ormai quasi completamente abbandonato della città più antica. Dopo che i sacerdoti il pritano e il senato ebbero sacrificato nella vecchia agorà, pregando gli dèi protettori di C. e del circondario, una commissione di dieci membri nominò un architetto che avrebbe provveduto ad un nuovo piano regolatore. Il terreno fu lottizzato, ne fu deciso il prezzo di vendita, dopo avere stabilito le aree destinate alla nuova agorà e agli edifici di pubblico interesse e le quote di tassazione per ciascuno dei cittadini.

Il provvedimento determinò l'aspetto della città ellenistica quale è stato rivelato dalle ricerche archeologiche.

L'abitato si estendeva su due colline ed era circondato da mura dello spessore medio di m 2,25, costruite con blocchi di calcare e rinforzate da torri semicircolari della larghezza di 5 m, che racchiudono un'area maggiore di quella di Pergamo nell'età di Eumene II, databili al principio dell'età ellenistica e simili nella tecnica a quelle lisimachee della vicina Efeso.

La città era provvista di tre porte principali disposte a N, E ed O; nella depressione tra le due colline doveva presumibilmente trovarsi un teatro.

Il nuovo ordinamento urbanistico di C. della fine del IV sec. è documentato da un quartiere ricavato nel pendìo di una delle due colline.

Vicino ad un santuario (Metroon) si estende una piazza, forse l'agorà principale della città, di forma rettangolare, chiusa su due lati da una stoà angolata, della fine del IV sec. a. C.

Saggi eseguiti sotto la piazza hanno permesso di riconoscere la pianta della agorà più antica, che si trovava allo sbocco delle vie principali; queste non sboccavano invece direttamente nella agorà più recente della quale era curato in modo particolare l'aspetto monumentale per mezzo di una stoà angolare che bordava due lati della piazza. La stoà era formata da portici e da ambienti quadrangolari, probabilmente adibiti ad uffici pubblici.

Nei pressi dell'agorà è stato ritrovato un edificio a pianta quadrangolare, uno dei più antichi esempî di bagni esistenti, anch'esso attribuibile al IV sec. a. C.

Alle spalle della stoà si estendevano i quartieri di abitazione, costruiti in pietra, che non presentano uno schema urbanistico preciso, ma si adattano alle esigenze del terreno collinoso. Le case, generalmente orientate a S, si articolano attorno ad un cortile centrale, fornito di pozzo e di altare.

Caratteristica la pianta di una abitazione (fig. 992, n. 3), cui si accedeva attraverso un corridoio che sboccava nel cortile centrale, sul quale si aprivano due quartieri ben definiti. Il primo, a N, destinato ad abitazione del proprietario, è caratterizzato da una antisala aperta sul cortile, che disimpegna una sala a mègaron aperta sul fondo e due serie di salette intercomunicanti aperte sui lati. Sul lato opposto del cortile si apre una larga sala che corrisponde all'òikos delle case di Olinto. Una grande stanza isolata dal resto dell'abitazione, era destinata ai servi, ambienti minori ai servizi. La casa, tipica della struttura economica di C., al principio dell'età ellenistica, si presenta piuttosto come un'abitazione rustica che come una residenza di città.

La città è circondata da necropoli, in una di esse è caratteristica una tomba a thòlos, del II millennio, l'unica sino ad ora rinvenuta nell'Asia Minore.

Bibl.: C. Schuchhardt, in Ath. Mitt., XI, 1886, p. 398 ss.; C. Burchner, in Pauly-Wissowa, XI, 1922, c. 1114 ss.; B. Meritt, in Am. Journ. Phil., LVI, 1935, p. 361 ss.; L. Robert, in Rev. Phil., 1936, p. 158; J. G. Milne, in Numismatic Notes and Monographs, n. 96, 1941, p. 2 ss.; L. B. Holland, in Hesperia, XIII, 1944, p. 91 ss.; R. Martin, Recherches sur l'Agora Grecque, Parigi 1951, pp. 341, 363 s., 462; id., L'Urbanisme dans la Grèce Antique, Parigi 1956, pp. 41, 55 s., 232 s.