COLONIA parziaria

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

COLONIA parziaria (X, p. 828)

Mario BANDINI

Data la particolare importanza della colonia parziaria nell'agricoltura italiana, è opportuno aggiungere alla trattazione storico-giuridica di questo sistema di conduzione delle aziende rurali alcune notizie circa le condizioni economiche da cui ne dipende il vantaggioso sviluppo.

Per il regolare svolgimento del contratto di colonia parziaria è indispensabile:

a) L'esistenza del podere di ampiezza proporzionata alla famiglia, provvisto dell'abitazione e dei fabbricati rustici necessarî. L'ordinamento colturale del podere deve essere tale da consentire una non troppo disforme distribuzione del lavoro durante l'anno. In caso contrario o la famiglia rimane in ozio buona parte dell'anno, o è costretta ad assumere lavoratori avventizî all'epoca dei maggiori lavori: soluzioni antieconomiche entrambe. Nelle odierne condizioni italiane i poderi sono di ampiezza generalmente compresa tra i 5 e i 20 ettari e il loro ordinamento è imperniato su molteplici colture, aventi diverse esigenze (grano, prati, mais, vite, olivo, frutti, ecc.); hanno annesse industrie trasformatrici di alcuni prodotti diretti del suolo (uva in vino, olive in olio, foraggi in prodotti animali). Particolarmente nelle zone di media collina la viticoltura - che permette una notevole intensità della produzione e contribuisce a rendere relativamente equilibrata la distribuzione del lavoro umano - è fattore fondamentale, quasi indispensabile, per il normale funzionamento della colonia parziaria. Anche l'olivo, che esige lavoro prevalentemente nella stagione invernale, è pianta preziosa che contribuisce alla stabilità della famiglia sul suolo.

b) L'esistenza della famiglia colonica, avente un'adatta proporzione di uomini, donne, ragazzi, e di forza lavoratrice complessiva armonizzata con l'estensione e l'intensità colturale del podere. Essa deve avere anche quel saldo ordinamento gerarchico interno caratteristico delle famiglie coloniche dell'Emilia, Toscana, Marche, plasmatosi attraverso il tempo. La completa obbedienza al "capoccia"; il rispetto di tutte quelle consuetudini che fissano, con la massima chiarezza e spesso con minutissima casistica, i rapporti tra i varî componenti la famiglia, in ogni occasione della vita sono pure indispensabili elementi per il funzionamento della colonia parziaria.

c) Un'armonia tra ampiezza del podere, intensità colturale, produzione lorda, redditi da un lato, e unità lavoratrici e consumatrici della famiglia dall'altro.

Quando sussistono queste condizioni, la colonia parziaria mostra i suoi vantaggi, quando, invece, non sussistono, essa rivela i suoi difetti. Ciò spiega il contrastante giudizio dato su tale forma di conduzione da economisti e agronomi.

Fra tutti i tipi di colonia parziaria esistenti, la mezzadria è certamente il più diffuso e importante. In essa, come è noto, la ripartizione delle spese e dei prodotti è fatta per metà. Ma la mezzadria non esaurisce la svariatissima gamma di tutti i contratti di colonia parziaria.

Questi contratti, diversi dalla mezzadria, sono caratterizzati dalla divisione non a metà dei prodotti e delle spese per il diverso concorso del capitale e del lavoro alla produzione agraria. Dove infatti, particolarmente per alcune colture, il contributo del capitale è relativamente forte e quello del lavoro limitato, si effettua, per i prodotti relativi, la ripartizione al terzo: due terzi vanno al proprietario, un terzo al colono. Casi simili si riscontrano per la ripartizione delle olive prodotte nei poderi pescaresi o chietini fittamente olivati; per l'uva nelle aziende collinari intensamente viticole del Vogherese; per le mandorle in alcune aziende di Puglia, ecc. Il caso opposto si nota frequentemente in molti poderi semiestensivi di montagna o di alta collina, dove, per rendere possibile la vita di una famiglia colonica è necessario dividere al terzo - a vantaggio questa volta del colono - alcuni prodotti, segnatamente il grano. Ciò è relativamente comune nell'alto Appennino Toscano, in alcune zone umbre di alta collina, ecc. Si devono considerare questi casi, in sostanza, come adattamenti del contratto ai particolari ambienti economico-agrarî. Non è escluso che in molte zone, particolarmente colpite da crisi o da lenta degradazione (montagna), pur praticandosi un contratto formale di mezzadria, si svolga de facto un contratto di colonia parziaria diverso dalla mezzadria.

La colonia parziaria non va confusa con altri contratti agrari apparentemente simili. Non va confusa, ad esempio, con la cosiddetta mezzadria o metateria siciliana, che è un semplice contratto di compartecipazione per una o due colture, e che si svolge indipendentemente dall'esistenza del podere e della famiglia colonica, che sono invece elementi essenziali della colonia parziaria. Non va confusa col terratico, che è forma simile alla metateria. Diverse da essa sono pure altre forme di conduzione comuni in Italia, e che hanno carattere di contratti misti: la masseria, la schiavenza piemontese, la boaria emiliana, e numerose altre. Giuridicamente il contratto ha le stesse caratteristiche della mezzadria; i varî particolari del patto sono pure del tutto simili.

In molte zone dell'Italia centrale è diffusa una forma di colonia ad meliorandum che ha caratteri diversi e interessanti. Pure interessante è la colonia perpetua che talvolta si riscontra in queste zone.

Bibl.: A. Serpieri, Studi sui contratti agrari, Bologna 1920; E. Bassanelli, La colonia perpetua, Roma 1933.

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