Commission de l'Ocean Indien (Coi)

ATLANTE GEOPOLITICO (2012)

Commissione dell’Oceano Indiano

Scheda

Origini, sviluppo e finalità

La Commissione dell’Oceano Indiano (Coi) è costituita da quattro stati membri del Gruppo Acp (Africa, Caraibi e Pacifico) situati nell’area sudoccidentale dell’Oceano Indiano e dall’isola di Réunion, un Dipartimento d’oltremare francese. La Coi, creata nel 1984 con l’obiettivo di favorire la circolazione di beni, persone e idee e quindi la cooperazione regionale, è l’unica organizzazione regionale africana formata unicamente da isole. Di conseguenza il focus dell’organizzazione è la tutela degli interessi insulari dei paesi membri, accomunati dalle medesime condizioni strutturali: marcato isolamento, debolezza dei mercati, vulnerabilità ambientale ed esposizione alle catastrofi naturali. In ordine al perseguimento dei fini statutari la Coi si struttura in quattro assi strategici: la cooperazione politica e diplomatica, la cooperazione economica e commerciale, lo sviluppo sostenibile nel contesto di un mondo globalizzato e il rafforzamento dell’identità culturale regionale. L’ultimo Vertice dei capi di stato tenutosi in Madagascar nel 2005 ha predisposto una piattaforma atta a facilitare gli scambi di informazioni in materia di polizia giudiziaria, amministrativa e di sicurezza pubblica, oltre a promuovere la condivisione delle competenze professionali e giungere così a un’azione coordinata in materia di sicurezza. Altro caposaldo della Coi è la tutela ambientale che si esplica nella preservazione e nella valorizzazione delle risorse naturali degli stati membri. All’ambiente sono stati dedicati dodici progetti nel 2009, e oltre il 65% dei finanziamenti. Nella sua azione la Coi coopera con svariate organizzazioni internazionali tra cui Nazioni Unite, Unione Europea, Banca mondiale, Banca africana di sviluppo e Organizzazione internazionale della francofonia. Queste ultime, assieme alla Francia, rappresentano le principali fonti di finanziamento per la Coi e ne garantiscono l’operatività. Tra il 2004 e il 2009 dall’Unione Europea sono giunti circa 57 milioni di dollari, mentre la Francia a partire dal 2009 ha notevolmente rafforzato il proprio impegno economico, impegnandosi a destinare entro il 2012 quasi otto milioni di dollari per il monitoraggio e la ricerca sulle epidemie. Una questione prioritaria e allo stesso tempo portatrice di rischi è la crisi politica che dal 2009 affligge il Madagascar, stato che conta circa l’80% degli abitanti totali della Coi. L’organizzazione ha partecipato alle missioni del Gruppo internazionale di contatto sotto l’egida dell’Unione Africana, volte a far pressione affinché il governo malgascio di Andry Rajoelina, insediatosi tramite un colpo di stato, implementasse gli accordi di Maputo e di Addis Abeba e procedesse all’indizione di libere elezioni. Tuttavia la crisi in oggetto ha evidenziato i limiti della Coi, che essendo dipendente dai fondi provenienti dall’estero non ha avuto la capacità di rispondere prontamente. Da ciò è scaturita la proposta di dotarsi di un Comitato apposito, dotato di un fondo di emergenza di riserva.

Struttura istituzionale

Il massimo organo politico della Coi è il Vertice dei capi di stato e di governo che si riunisce periodicamente e affronta le questioni principali concernenti gli sviluppi dell’organizzazione. Il Consiglio dei ministri, con cadenza annuale, è composto dai ministri degli esteri dei cinque stati membri e ha competenza nel tracciare le linee guida del’azione della Coi e nel deliberare sui dossier sottopostigli dal Comitato permanente degli ufficiali di collegamento e dal Segretariato generale. Il Comitato è formato da alti funzionari degli stati membri e svolge una funzione di interfaccia tra il Consiglio dei ministri e il Segretariato, riunendosi tre volte all’anno. Il Segretariato è invece l’organo esecutivo della Coi e principalmente monitora e assicura il funzionamento dei progetti. Il segretario generale viene nominato dal Consiglio dei ministri e ha un mandato quadriennale non rinnovabile; opera unitamente a cinque delegati e con l’ausilio di un ufficio amministrativo e contabile.

Membri

Comore, Francia (per Réunion), Madagascar, Maurizio, Seychelles.

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Banca africana di sviluppo

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Sviluppo sostenibile

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Unione africana