Conclave

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Luogo dove i cardinali, in clausura, procedono all’elezione del papa e il complesso dei cardinali che vi prendono parte.

La sua origine si fa risalire alle singolari circostanze che accompagnarono l’elezione di Gregorio X: trascorsi già 18 mesi dalla morte di Clemente IV (29 nov. 1268), poiché i cardinali, riuniti nel palazzo papale di Viterbo, non trovavano ancora l’accordo sulla designazione del nuovo pontefice, i Viterbesi li rinchiusero nel palazzo per indurli alla conclusione. Il papa eletto, Gregorio X, con la costituzione Ubi periculum (1274), canonizzò in certo modo l’operato dei Viterbesi e prescrisse per l’elezione del papa una rigorosa clausura.

Attualmente il c. è regolato dalle norme emanate da Pio X (Costituzione Vacante Sede Apostolica, 1904), rivedute da Pio XII (Costituzione Vacantis Apostolicae Sedis, 1945) e alle quali Giovanni XXIII apportò alcuni ritocchi (motuproprio Summi Pontificis electio, 1962). Paolo VI (Costituzione Romano Pontifici eligendo, 1975) introdusse alcune novità, la più importante delle quali l’esclusione dal c. dei cardinali ultraottantenni. Giovanni Paolo II (Costituzione Universi Dominici Gregis, 1996) modificò in parte il documento precedente prescrivendo le norme cui devono attenersi i cardinali in conclave. Ulteriori modifiche sono state introdotte da Benedetto XVI (motuproprio De aliquibus mutationibus, 2007).

Le regole per l’elezione prevedono che subito dopo la morte del pontefice, annunciata dal decano del Collegio cardinalizio, vengano convocati a Roma tutti i cardinali, sia quelli sotto gli 80 anni, sia quelli più anziani (la cui partecipazione alle riunioni consultive che precedono il c. è solo facoltativa). Per il disbrigo di affari ordinari ma anche per quelli indilazionabili, durante la sede vacante, il governo della Chiesa è affidato al Collegio cardinalizio, che non ha facoltà di modificare le leggi in vigore. Tra i compiti dei cardinali vi è quello di organizzare materialmente il c., che deve iniziare tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del papa. Una volta eletto il nuovo papa, l’ultimo dei cardinali diaconi chiama nella Cappella Sistina il segretario del nuovo successore di Pietro, il maestro delle cerimonie liturgiche e i cerimonieri. Quindi il cardinale decano chiede formalmente all’eletto se intende accettare o meno l’incarico, e alla sua risposta affermativa, quale nome scelga. L’accettazione si conclude con la redazione di un verbale e la vestizione del papa per il rito d’obbedienza.

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