CONGLOMERATO

Enciclopedia Italiana (1931)

CONGLOMERATO

Stefano Sorrentino

. Nome generico che comprende un gruppo di rocce sedimentarie la cui origine clastica è molto evidente: risultano formate da accumulazioni di frammenti grossolani, strappati dagli agenti esterni a rocce preesistenti. Sono dette anche psefitiche, per distinguerle dalle altre rocce clastiche ad elementi più piccoli. Rispetto alla coesione, i conglomerati possono essere sciolti (ghiaie) o variamente cementati da sostanze diverse o della stessa natura dei frammenti, in maniera da costituire compagini più o meno resistenti. Di solito vengono suddivise in due gruppi a seconda della forma dei frammenti che li costituiscono. Si avranno le brecce, se gli elementi detritici sono angolosi o più o meno ad angoli vivi (materiale che non ha subito un lungo trasporto), es. detriti di falda; mentre si sogliono chiamare puddinghe, quei conglomerati i cui elementi sono variamente arrotondati, o di forma globosa, denotando una lunga azione di rotolamento. Per alcuni geologi, la voce conglomerato designerebbe solo le puddinghe, per cui le brecce ne sarebbero distinte.

I conglomerati sono monogenici, se formati da frammenti della stessa qualità di roccia, e poligenici, se gli elementi provengono da diverse rocce; in questo caso si suole dare al conglomerato il nome dell'elemento predominante, es. breccia porfirica (ad elementi di porfido), ecc. Molti conglomerati cementati sono usatissimi come pietra da taglio; quelli poi suscettibili di bel pulimento vanno comunemente sotto il nome di marmi (v.).

Tra le brecce monogeniche usate come materiale decorativo, sono molto note quella proveniente da Stazzema (Lucca) detta breccia di Seravezza, in cui gli elementi angolosi di veri marmi, sono saldati da un cemento molto marcato; il paonazzetto, frammenti di marmi bianchi e cemento paonazzo; le brecce policrome di Saressio (Mondovì), ecc.

Alle brecce poligeniche appartengono le pietre decorative costituite in prevalenza da elementi serpentinosi, misti a calcari bianchi che risaltano sul fondo verde della massa (v. serpentino; oficalce, ecc.).

Ai conglomerati si assegnano anche le cosiddette brecciole, eoceniche, adoperate come pietra edilizia.

Non appartengono alle brecce, ma è spesso difficile distinguerle da esse, le cosiddette rocce brecciate, cioè fratturate e risaldate in posto. Tali sono molte rocce, commercialmente chiamate marmi venati, o brecciati; tra cui, oltre a molte oficalci, si ricorda il portoro di Portovenere, a fondo nero con belle venature giallo oro.

Tra le puddinghe monogeniche, conosciute in Italia è il verrucano, formato da ciottoli quarzosi, mentre alle poligeniche devono essere ascritte i diversi materiali usati nella pianura lombarda, e conosciuti col nome di ceppi (es. ceppo dell'Adda).

Molte puddinghe presentano alle volte ciottoli detti impressionati, cioè ciottoli che presentano un incavo superficiale, là dove l'altro presenta una convessità come se si trattasse d'un corpo duro a stretto contatto con uno plastico. Tra le brecce e le puddinghe, vi sono spesso termini di passaggio, come alcuni conglomerati quaternarî; così pure, i conglomerati stessi fanno talvolta passaggi ad altre rocce sia col diminuire le dimensioni degli elementi di cui sono costituiti, sia col sostituire a questi elementi resti di parti organiche come per es. le brecce ossifere, conchigliari, ecc.

I conglomerati si trovano in tutti i tempi geologici dall'arcaico (es. quelli di Tommerfors in Finlandia), all'attuale, in cui i fenomeni glaciali e alluvionali determinano sempre nuovi accumuli di materiali, di cui noi stessi siamo testimoni.

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