Convenzione di Filadelfia del 1787

Dizionario di Storia (2010)

Convenzione di Filadelfia del 1787


Assemblea di rappresentanza del popolo che elaborò e approvò la Costituzione degli Stati Uniti d’America; tenne la sua prima seduta a Filadelfia il 25 maggio 1787. I deputati dei vari Stati erano 65, ma solo 55 presenti, in gran parte avvocati, pur non mancando possidenti e commercianti. Vi erano rappresentate le tendenze politiche più diverse, ma prevalevano le correnti conservatrici. Presidente della C. fu acclamato G. Washington. La C. doveva trasformare la confederazione degli Stati Uniti in una federazione dotata di una costituzione, che superasse i limiti di quella proposta dal Congresso nel 1777 e fosse approvata dai singoli Stati entro il 1781. Affiorarono forti contrasti politici: grandi Stati, che volevano rappresentanza proporzionale alla popolazione, e piccoli Stati, che erano favorevoli a una rappresentanza uguale per tutti; il Nord antischiavista e il Sud schiavista; aristocratici ultraconservatori e democratici; tendenze accentratrici e decentratrici. Si venne a un compromesso fra le varie istanze e fu approvata la Costituzione degli Stati Uniti, che limitò la sovranità dei singoli Stati affidando al governo federale la giurisdizione su settori di interesse comune (difesa, politica estera, commercio, politica monetaria, imposizione fiscale federale). Gli Stati Uniti divennero una Repubblica presidenziale e il potere legislativo fu assegnato a un Congresso. Il potere giudiziario fu sottoposto al controllo della Corte suprema, formata da giudici di nomina presidenziale.

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