Coppia

Universo del Corpo (1999)

Coppia

Corrado Pontalti e Bruno Callieri

Il termine coppia deriva dal latino copula, "legame, congiunzione". La coppia, nel significato di due persone legate da un rapporto, per es. quello amoroso fra uomo e donna, è alla base della vita sociale e può essere considerata il crocevia fondativo dell'esistere umano, dove gli aspetti biologici e psichici, culturali e sociali, trovano rappresentazione storicizzata secondo le caratteristiche generali delle varie epoche e popolazioni.

La coppia e la sua rappresentazione simbolica

di Corrado Pontalti

La vita umana, nel succedersi dei millenni, è stata caratterizzata da un lato dalla necessità di incessanti trasformazioni dell'ambiente per garantire la sopravvivenza biologica, dall'altro da quella di costruire sistemi simbolici per dare senso e significato al mistero di una realtà ambientale e corporea mai definibile in maniera univoca, ma continuamente sfuggente in rimandi inesauribili. La costruzione di sistemi simbolici (Giaconia-Racalbuto 1990) è resa possibile dalla necessità della mente umana di rappresentarsi le differenze antinomiche come polarità armonizzabili o alternantesi (maschile-femminile, giorno-notte, Sole-Luna, Terra-Cielo, le stagioni ecc.). Laddove queste differenze non siano concettualizzabili nasce quel tipo particolarissimo di follia che è la paranoia. Essa rende invivibile la differenza, categorizza la realtà come fatta solo di antagonismi mortali, uccide la presupposizione stessa della vita sociale come vita relazionale (Donati 1991). Può allora divenire comprensibile come la mitopoiesi universale abbia tematizzato la differenza fondando tutti i miti di origine sulla relazione maschio-femmina, immagine rappresentativa ultima di tutte le differenze in cerca di unità e non di lacerazione. La coppia è l''icona' portante il pensiero umano e, in quanto connessa con le più profonde e misteriose radici biologiche, si pone come ponte significante tra il corpo, la psiche, il sociale, il culturale. Gli antropologi (Héritier 1979) si sono a lungo interrogati sull'universalità della struttura dualistica della cultura umana; pur nella relatività delle ipotesi e teorie formulate, sembra suggestivo il fatto che in ogni cultura la differenza tra i sessi fonda le regole del sociale e l'organizzazione dei miti di origine; è parimenti suggestivo che tale differenza sia di fatto radicata sulla struttura del corpo e sulle sue funzioni. La stessa corporeità è l'incontro con l'ignoto: la forma, la superficie, la plasticità definiscono differenze chiare che possono essere amplificate con l'abbigliamento, gli ornamenti, la pittura ecc.; l'interno del corpo è ignoto, nella struttura sia anatomica e morfologica sia relazionale. Le uniche tracce di questo luogo interno, così diverso rispetto alla forma esterna, sono la mestruazione (con il suo equivalente simbolico che è lo sperma) e la gravidanza-lattazione. Il corpo quindi parla di forza fisica e spirituale (per Platone lo sperma è l'elemento puro e divino) nell'uomo e del mistero onnipotente della generatività nella donna, mistero che è fascino e terrore insieme (e allora il mestruo è il segno dell'incompiutezza e della vergogna). È questo il corpo che, grazie alla coppia, permette all'essere umano di 'produrre società' e di riprodursi come essere sociale.

Secondo il mito sulla natura primigenia degli esseri umani, narrato da Platone nel Simposio e ricordato da U. Galimberti (1992), questi in principio avevano una forma piena e rotonda, e possedevano quattro braccia, quattro gambe, una testa con due volti e due organi genitali.  Zeus, volendo castigare l'uomo, colpevole di aver cospirato contro gli dei, lo tagliò in due. Dopo la divisione (διαβάλλω), ciascun individuo è simbolo di un essere che cerca la metà corrispondente per la sua ricomposizione (συμβάλλω, da cui simbolo). Eros è colui che riconduce allo stato primigenio. Da allora gli uomini si congiungono tra loro e tale accoppiarsi si connette alla loro condizione simbolica. Appare chiaro come vengano ad articolarsi due orizzonti referenziali. Da un lato, la coppia esiste in nome di un sogno: ricostruire l'antica unità, nella ricerca dell'altro da sé (corpo) che è identico a sé. Dall'altro, essa deve organizzare il mandato fondativo della vita che è quello di assicurare la sopravvivenza della specie e della cultura tramite la generazione successiva. La coppia va quindi a configurare ontologicamente un costrutto paradossale: è un sogno mitico di ricombinazione da cui deve generarsi l'alterità, il corpo del figlio. È insita in questa dinamica la dialettica tra due polarizzazioni: l'unità ricercata nel sogno (innamoramento, amore romantico, passione) e la molteplicità delle relazioni familiari, transgenerazionali, tribali, in una parola, sociali. Per molteplici ragioni di tipo antropologico, sociologico, politico, economico, l'epoca moderna e postmoderna ha disarticolato profondamente la coppia uomo-donna come coniugalità e progettualità dalle matrici collettive familiari intergenerazionali. Ciò significa che la coppia ha molte meno referenzialità collettive, tende a farsi e a dover essere 'norma a sé stessa' (Storia dei giovani 1994).

Per comprendere l'attuale configurazione psicologica del mondo di coppia, dobbiamo tener presente che nel corso di questo secolo si è venuta strutturando una concezione nuova del singolo individuo. È il singolo il referente del pensiero collettivo, è all'individuo che fanno riferimento il diritto, la legge, l'economia, le stesse conoscenze della psicologia. Quindi è diventata valore la soggettività emozionale, esperienziale, decisionale. Il progetto di vita di ogni cittadino del mondo occidentale è tutelato e rispettato. La soggettività comporta che ogni relazione di coppia sia in primo luogo l'incontro di due soggettività che cercano nella relazione un incremento di benessere psichico ancora prima che materiale. Quindi la percezione psicologica del benessere emozionale e affettivo è il fondamento della vita di coppia. Il pensiero sociale si arresta sulla soglia della 'configurazione coppia' con una sorta di sospensione di ogni normatività categoriale sul bene e sul male, sul normale e sul patologico. Ciò determina diverse forme possibili nella struttura della coppia e nella sua evoluzione nel tempo. La relazione uomo-donna si colloca sotto un codice di durata determinato soltanto dal 'benessere entro la coppia'. La forma di questo benessere è lasciata alla valutazione soggettiva dei due contraenti o, più esattamente, di ognuno dei due. La coppia può convivere senza matrimonio (anche se in Italia, a differenza di altre nazioni, tale convivenza non raggiunge il 2% di tutte le unioni). La coppia può separarsi, il matrimonio rompersi, senza motivazioni di particolare gravità, esclusa la volontà di uno dei due. Si sa che il 70% delle separazioni avviene per decisione di uno solo dei coniugi, contro la volontà e il desiderio dell'altro. In Italia si interrompe un matrimonio su cinque, negli Stati Uniti un matrimonio su tre o su due. Le separazioni e i divorzi cambiano la struttura della famiglia e aprono le strade a numerose possibilità di ricombinazione della famiglia stessa. Ma anche questo rimodellamento nella dinamica delle parentele, pur denso di rischi per la generazione successiva (i figli), non modifica la sostanziale tolleranza delle categorie socioantropologiche nei confronti della coppia. È quindi forte la reclusione della coppia entro uno spazio privato, con un'importante attenuazione di responsabilità rispetto al sociale. I giovani colgono le caratteristiche della cultura in cui vivono e strutturano di conseguenza la loro esperienza. Se osserviamo le coppie adolescenti o di individui nella prima età adulta, riscontriamo alcune tipologie particolari, che tendono a raggrupparsi attorno ai due modelli della coppia aperta e della coppia chiusa. Per coppia aperta si intende la relazione tra giovani permeata di affettività, ma che sussiste solo nella misura in cui la vita con gli amici ha il peso più rilevante. Per coppia chiusa si intende la situazione di isolamento della coppia dalle relazioni sociali, in un mistico bastare a sé stessi. In ambedue le configurazioni è presente la difficoltà di armonizzare scambio psichico progettuale della coppia con scambio psichico progettuale sociale. La conseguenza della struttura di coppia del mondo giovanile è il dilazionare nel tempo il matrimonio, percepito come la rottura del sogno mitico evocato da Platone.

Possiamo quindi identificare una dinamica psicologica che sottende ogni configurazione di coppia: quella dell'illusione-disillusione. Il sogno che Eros (sia come amore sia come erotismo) saldi l'antica unità perduta è oggi un bisogno forte, più forte del mandato di garantire una nuova generazione. Ma l'Altro non sarà mai la metà perduta e allora deve iniziare la consapevole fatica di una mediazione che trasformi l'illusione di fusionalità in interdipendenza e reciprocità. Se tale fatica accompagna lo scorrere del ciclo di vita, la coppia fonda il suo esistere entro un tempo storico; altrimenti non può che dissolversi nella disillusione più dolorosa e spesso feroce. A conferma di quanto detto, è significativo che i matrimoni contratti dopo il divorzio abbiano un tasso di nuove separazioni molto alto e che ugualmente elevato è il numero di divorziati che preferiscono vivere da soli piuttosto che nuovamente fondare una coppia stabile. Le coppie di omosessuali sembrano condividere le stesse dinamiche appena descritte, a riprova che è la relazione a determinare questa trama psicologica e non le caratteristiche biologiche o psichiche dei due contraenti.Alla luce di quanto fin qui esposto, si comprende perché tutti gli psicoterapeuti familiari e tutti gli studiosi di psicosociologia della relazione concordino sul fatto che la coppia è l'anello debole, drammatico e affaticato, dell'attuale configurazione sociale. La fatica del lavorare per sopravvivere dei tempi passati è stata sostituita dalla fatica del vivere psicologico. Gli indicatori demografici segnalano questo fatto: bassi indici di matrimonio (con la tendenza a contrarlo in età più matura che un tempo), incremento nel tasso di separazioni e divorzi, bassi indici di natalità. Questa è di fatto la fragile configurazione dell'attuale cultura occidentale. La coppia romantica si dissolve facilmente, o si occulta dietro i compiti e le fatiche della genitorialità. La psicoterapia familiare ha ben documentato questa eclissi della coniugalità collassata entro la genitorialità e il danno psicologico ed esistenziale che ne deriva.

Psicologia e psicopatologia

di Bruno Callieri

La capacità di formare una coppia è, prima di tutto, capacità di innamorarsi (v. amore) e di mantenere un legame affettivo e duraturo con l'altro, provando sentimenti di gratitudine e di protezione (Callieri 1994) nei confronti del partner e della relazione con lui stabilita. A questa capacità contribuiscono la funzione superegoica matura e gli aspetti sani dell'ideale dell'io della coppia (Kernberg 1993), che formano un universo condiviso di valori; questo costituisce il confine tra la coppia e il resto del mondo. In quest'ambito vi è comunione d'affetti e d'intenti, disponibilità ai bisogni dell'altro, tolleranza per i reciproci limiti e le reciproche aggressività e capacità di creare e conservare l'intimità con un'altra persona, senza essere confusa con lei. Alla scelta del partner contribuiscono processi psicologici molto complessi. Scrive Freud: "La scelta oggettuale è guidata dall'inclinazione sessuale, abbozzata nell'infanzia e rinnovata nella pubertà, verso i genitori e le persone che hanno cura del bambino, e […] questa scelta è distolta da quelle persone verso altre a loro simili dalla barriera che si è venuta formando contro l'incesto" (Freud 1905; nota aggiunta al testo nel 1914; trad. it., p. 539).

Recenti studi sull'interazione di coppia hanno ulteriormente approfondito le modalità della scelta del partner, enunciandone due principali: la scelta per complemento e quella per contrasto (Dicks 1967). Nel primo caso (e nella modalità più semplice), i partner, identificatisi più o meno con l'immagine del genitore dello stesso sesso, scelgono l'altro sulla base della proiezione reciproca dell'immagine del genitore del sesso opposto. Nel secondo caso, la scelta avviene - come dice la parola stessa - in contrasto con l'immagine desiderata del genitore.Questi processi, qui descritti in modo schematico, sono in realtà molto complessi, così come estremamente varie e composite sono le relazioni tra le coppie (e le loro identificazioni). Si può osservare, tuttavia, che le relazioni sane sono quelle in cui è possibile un adattamento da parte di ciascuno, o di almeno uno dei due partner, tra le proprie immagini interne e la personalità reale dell'altro, e in cui c'è una valorizzazione narcisistica reciproca, insieme al bisogno di scambio. Nelle relazioni patologiche, invece, il rapporto è utilizzato difensivamente da ciascuno dei due membri della coppia per tenere sotto controllo aspetti angoscianti e devastanti: in questi casi si tratta di una vera e propria 'collusione', che spiega perché tante coppie, pur tra litigi e sofferenze reciproche, non riescano a dividersi (Dicks 1967).

Pur nell'assoluta specificità dell'interazione di ogni singolo caso, si possono osservare alcune dinamiche conflittuali ricorrenti: nella coppia coniugale, per es., se il legame con il genitore del sesso opposto è rimasto segnato da una forte connotazione edipica, il rapporto con il partner, in genere la moglie, può caricarsi di angoscia 'incestuosa'; il coniuge resta, allora, oggetto di amore tenero, ma del tutto diserotizzato. In questa prospettiva rientrano molti casi di impotenza e di frigidità (relative). Un altro aspetto è l'insoddifazione cronica, che porta uno dei due membri della coppia, per lo più coniugale, a stabilire nel tempo nuovi rapporti amorosi, con partner che, per un verso o per l'altro, presentano tratti comuni. I motivi possono essere molto diversi, ma si può dire che si è restati ancorati a uno stesso tipo di oggetto d'amore, in genere, frustrante. Ricercandolo continuamente si tenta di superare proprio la frustrazione originale, in una sorta di 'ripetizione del trauma'. Una ricerca piuttosto frequente di nuovi partner può avere altre motivazioni, come nei tratti psicologici che caratterizzano i cosiddetti Don Giovanni, in cui entrano in gioco ansie relative alla propria identità sessuale. Altre coppie in cui sembrano non esserci mai motivi di attrito, in cui ogni ostilità viene soffocata sul nascere, e che per ciò sembrano saldissime, in realtà colludono nel mantenere fuori aggressività arcaiche che potrebbero mandare in frantumi, in ogni momento, il loro equilibrio personale e il loro rapporto. Per questi coniugi non c'è possibilità di trattare, mediare, tollerare la propria e l'altrui ostilità. È un sistema difensivo messo in atto da entrambi per tenere a bada le loro identificazioni con oggetti interni violenti e devastanti. In altri casi, uno dei due è 'sottomesso' all'altro che sembra dominante e più forte; in realtà, si nota spesso che è il più 'debole' a muovere le fila della coppia, grazie anche alle sue sottili e subdole provocazioni, che fanno letteralmente impazzire il partner. Anche in questo caso ognuno dei due mette in campo un insieme composito di identificazioni e di bisogni che trovano nell'altro, e in quel tipo di relazione, una via di espressione, tentativi di riparare vecchie ferite e di mediare bisogni primari con conflitti di ruolo.I numerosi studi sull'argomento concordano sul fatto che la coppia coniugale (ma l'osservazione può essere estesa anche a coppie conviventi, prive di vincolo istituzionale) è un'entità psicodinamica complessa con le sue modalità e le sue leggi interne.

Bibliografia

b. callieri, Osservazione in margine ad una psicopatologia dell'amore, "Attualità in psicologia", 1994, 9, 1, pp. 5-19.

h.v. dicks, Marital tensions, London, Routledge, 1967 (trad. it. Roma, Borla, 1992).

p.p. donati, Teoria relazionale della società, Milano, Angeli, 1991.

s. freud, Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie, Leipzig-Wien, Deuticke, 1905 (trad. it. in Id., Opere, 4° vol., Torino, Boringhieri, 1970).

u. galimberti, Idee: il catalogo è questo, Milano, Feltrinelli, 1992.

g. giaconia, a. racalbuto, I percorsi del simbolo, Milano, Cortina, 1990.

f. héritier, Maschile/femminile, in Enciclopedia, 8° vol., Torino, Einaudi, 1979, pp. 797-812.

o.f. kernberg, The couple's constructive and destructive super-ego functions, "Journal of American Psychoanalytical Association", 1993, 41, pp. 653-77.

e. scabini, v. cigoli, Le problematiche della coppia e del matrimonio, in Primo rapporto sulla famiglia in Italia, a cura di P.P. Donati, Milano, Edizioni Paoline, 1989.

Storia dei giovani, a cura di G. Levi, J.-C. Schmitt, 2° vol., Roma-Bari, Laterza, 1994.

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