Còppo di Marcovaldo

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Pittore (n. Firenze tra il 1225 e il 1230 circa). La sua attività è documentata, oltre che a Firenze, a Siena e a Pistoia, ma l'unica opera firmata e datata pervenutaci è la Madonna del Bordone che C. dipinse nel 1261 per la chiesa dei Servi di Siena, dove probabilmente era stato condotto prigioniero dopo la battaglia di Montaperti (i volti della Madonna e del Bambino furono però ridipinti all'inizio del 14º sec.). Tra le opere attribuite, unanimemente accettata è la Croce del mus. civico di San Gimignano, mentre più problematiche sono la Croce della cattedrale di Pistoia (connessa con documenti che citano il figlio Salerno come suo collaboratore), la Madonna in S. Maria Maggiore a Firenze e la Madonna della chiesa dei Servi di Orvieto (anche qui i volti sono un rifacimento più tardo). Circa la partecipazione alla decorazione musiva del Battistero fiorentino (oltre che nella scena dell'Inferno) alcuni critici indicano la mano di C. nella figura del Cristo giudice e in quelle dei Risorti. Nel panorama culturale della seconda metà del 13º sec., C. emerge come una forte personalità che rielabora l'eredità dei Berlinghieri e l'influenza del neoellenismo bizantino filtrato dalle opere di Giunta Pisano in un nuovo senso di monumentalità e tensione drammatica.

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