COPROLOGIA

Enciclopedia Italiana (1931)

COPROLOGIA (dal gr. κόπρος "sterco" e λόγος "studio"; ted. Stuhluntersuchung)

Amilcare Bertolini

È lo studio delle feci, utilissimo per la diagnosi e quindi per la cura di molte malattie del tubo gastroenterico, delle ghiandole annesse e talvolta anche di organi vicini. Le feci di adulti sani sono consistenti, più o meno cilindriche, di colorito brunastro, e variamente colorate per l'uso di certi cibi e medicamenti (mirtilli, cioccolato, ecc.; ferro, bismuto, santonina, rabarbaro, ecc.); giallastre nei bimbi per la prevalente dieta lattea. I costituenti delle feci sono: residui alimentari; residui di secreti versati nell'intestino (bile, fermenti, erepsina); microrganismi, che in condizioni normali costituiscono un terzo del residuo secco delle feci; prodotti della parete intestinale (epitelî, muco, ecc.); costituenti accidentali (peli, parassiti, concrementi, ecc.).

La consistenza delle feci dipende, oltre che dalla qualità degli elementi, dalla velocità con la quale il contenuto intestinale sorpassa le varie sezioni dell'intestino; così si hanno: feci dure, a pallottola, in certi casi di stipsi (75% d'acqua); feci liquide, se la peristalsi è aumentata (90% d'acqua). Nelle malattie dell'intestino possono mutare notevolmente la quantità delle feci (anche 1000 gr. nelle 24 ore invece di 200-300 gr.), la forma, il colore (se la bile non giunge nell'intestino il colore diventa grigiastro, biancastro; nelle emorragie delle parti basse compare sangue fresco nelle feci, in quelle a sede alta il colorito è nerastro, piceo; in certe forme di catarro intestinale, specialmente dei bimbi, le feci divengono giallo-verdastre); la reazione, abitualmente alcalina, può diventare acida; e possono comparire residui ingeriti, riconoscibili già a occhio nudo. Filamenti e fiocchetti di muco si rinvengono in condizioni normali soltanto sulla superficie delle feci quando siano molto dure; nelle feci liquide se ne trovano spesso in quantità maggiori o addirittura grandi masse; talvolta può essere eliminato soltanto del puro muco (proctite) o mucosità a forma allungata, a nastro (enterite mucomembranosa).

Esame microscopico. - In condizioni normali si rinvengono residui alimentari (rare fibre muscolari, riconoscibili dalla striatura trasversa; residui di tessuto connettivo, sotto forma d'ammassi di filamenti; rari granuli d'amido, il cui grado di digestione può venire stabilito mediante la colorazione con una goccia di soluzione iodo-iodurata; cellule vegetali; residui del latte, in fiocchi giallo-biancastri; grasso in cristalli e, in minor quantità, in gocce di diversa misura), cristalli e sali (triplofosfato, fosfato e ossalato di calcio, non raramente cristalli di colesterina), batterî in quantità. Negli stati patologici dell'intestino si possono trovare residui alimentari non digeriti, uova d'elminti, Infusorî, muco con epitelî, leucociti ed emazie.

Esame chimico. - 1. Ricerca del sangue per la dimostrazione di emorragie occulte (v. sangue). 2. Ricerca dei pigmenti biliari, che mancano quando non giunga bile nell'intestino (ittero). Essi, secreti come bilirubina, sono successivamente trasformati in stercobilinogeno, giallastro, e poi in stercobilina, di color bruno (se le riduzioni sono intense, il pigmento diventa bianco). La ricerca della stercobilina (o idrobilirubina) si pratica con la prova della fluorescenza mediante sali di zinco (estrarre con alcool cloridrico, filtrare, aggiungere al filtrato soluzione di cloruro di zinco con ammoniaca: in presenza di stercobilina subentra fluorescenza), ovvero con la prova del sublimato (l'aggiunta di soluzione acquosa satura di sublimato alle feci con stercobilina, in capsula di porcellana, dimostra colorazione rosea o rossa dopo 6-24 ore). 3. Dosaggio dei grassi. A seconda dello stato di digestione si trovano nelle feci grassi neutri, acidi grassi, saponi e corpi grassi non saponificabili (lipoidi, colesterina, lecitina). I grassi neutri alimentari sono scissi dal succo pancreatico in acidi grassi e glicerina; questa è riassorbita subito; gli acidi più lentamente, ovvero s'uniscono alle basi per formare saponi. È generalmente ammesso che l'insufficienza pancreatica provochi l'emissione con le feci d'una grande quantità di grassi neutri; l'insufficienza biliare, d'un eccesso di acidi grassi; che l'abbondante presenza di basi (calcio, magnesio) aumenti la quantità dei saponi. Lo studio della digestione dei grassi va fatto sotto due punti di vista: a) quello del bilancio d'utilizzazione: stabilendo quanti dei grassi introdotti sono stati assorbiti (in condizioni normali il 95%) e quanti emessi con le feci; b) quello della formula d'eliminazione dei grassi, ammettendo come cifre normali le seguenti: i grassi neutri costituiscono il 10% dei grassi escreti; gli acidi grassi e i saponi rispettivamente il 40%. 4. Ricerca dei fermenti, utile specialmente per indagare la funzione del pancreas, nonostante le difficoltà rappresentate dal fatto che scissioní analoghe a quelle operate dai fermenti pancreatici possono aversi anche per opera dei fermenti stessi dell'intestino (erepsina), o dei leucociti, o per opera dell'attività batterica. Si ricerca la tripsina, la nucleasi, la lipasi, l'amilasi. 5. Prova delle fermentazioni e putrefazioni, che si pratica con speciali ma semplicissimi apparecchi: nella fermentazione dei carboidrati, le feci divengono acide; nella putrefazione dell'albumina, alcaline.

Esame batteriologico. - L'intestino è il ricettacolo di numerosissimi germi: i più sono microbi delle fermentazioni e putrefazioni, che vivono a spese del contenuto intestinale e di cui alcuni, inoffensivi in condizioni normali, possono divenire agenti d'infezione per l'organismo: altri hanno un'azione patogena specifica ben definita. L'isolamento batteriologico dalle feci è assai difficile perché la massima parte dei germi intestinali emessi colle feci è morta, essendo una parte dei germi strettamente anaerobia e potendo le condizioni dei terreni culturali in vitro favorire le forme microbiche più rare e ostacolare invece lo sviluppo delle più frequenti della flora intestinale. In clinica, per ragioni d'indole pratica si ricorre meno all'isolamento che non alla ricerca dei caratteri generali dei varî gruppi microbici (sarcine, strepto- e diplococchi, spirilli); ma la batteriologia ha elaborato terreni culturali che permettono d'isolare facilmente e rapidamente, nella massa dei germi saprofitici, certi microbi patogeni (tifo, paratifo, colera, dissenteria, enterococco, ecc.).

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