Corte penale internazionale

Libro dell'anno del Diritto 2016

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Corte penale internazionale

Marina Mancini

Il presente contributo intende dar conto sinteticamente dell’attività della Corte penale internazionale (CPI) dall’ottobre 2014 al settembre 2015.

La ricognizione.

Nel periodo considerato, l’attività della CPI ha riguardato i crimini commessi nelle nove situazioni già oggetto di indagine da parte del Procuratore (Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Repubblica Centrafricana, Darfur-Sudan, Kenya, Libia, Costa d’Avorio, Mali, Repubblica Centrafricana II). Non vi è stato alcun referral da parte del Consiglio di Sicurezza (CDS) o di Stati parti né il Procuratore proprio motu ha aperto un’indagine su nuove situazioni.

Circa la situazione nella Repubblica Democratica del Congo, il 1°.12.2014 la Camera d’appello, ha confermato il verdetto di colpevolezza e la condanna di Thomas Lubanga Dyilo a 14 anni di reclusione per i crimini di guerra di reclutamento e arruolamento di fanciulli minori di 15 anni e loro impiego per un’attiva di partecipazione alle ostilità, commessi nell’ambito del conflitto armato interno combattuto in Ituri tra il settembre 2002 e l’agosto 20031. Il 3.3.2015, poi, essa ha emendato l’ordinanza sulle riparazioni nei confronti delle vittime dei crimini in questione, adottata dalla Camera di primo grado, ponendo a carico di Lubanga riparazioni collettive da effettuarsi tramite il Fondo Fiduciario per le Vittime, istituito in base all’art. 79 dello Statuto2. Inoltre, il 7.4.2015 è stata confermata in appello l’assoluzione di Mathieu Ngudjolo Chui dall’accusa di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità nell’ambito del conflitto sopra citato3. Infine, il 2.9.2015, si è aperto il processo nei confronti di Bosco Ntaganda per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, compiuti nel medesimo conflitto4.

Quanto alla situazione in Uganda, il 16.1.2015, si è consegnato alla Corte Dominic Ongwen, uno dei leader del Lord’s Resistance Army, nei cui confronti un mandato d’arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità era stato emesso nel 20055.

Riguardo alla situazione in Libia, deferita al Procuratore dal CDS con la risoluzione 1970 (2011), il 10.12.2014 la I Camera preliminare ha constatato l’inadempimento da parte della Libia dell’obbligo di cooperazione impostogli da tale risoluzione, in relazione alla mancata consegna alla Corte di Saif AlIslam Gheddafi e alla mancata restituzione dei documenti sequestrati all’ex difensore di quest’ultimo nel 2012, ed ha sottoposto la questione al Consiglio stesso, come previsto dall’art. 87, par. 7, dello Statuto6.

Analogamente, rispetto alla situazione in Darfur-Sudan, deferita al Procuratore dal CDS con la risoluzione 1593 (2005), con due separate pronunce rese il 9.3.2015 e il 26.6.2015, la II Camera preliminare ha accertato l’inadempimento da parte del Sudan dell’obbligo di cooperazione con la CPI, impostogli da detta risoluzione, in relazione alla mancata esecuzione dei mandati d’arresto emessi nei confronti del Presidente Omar Al Bashir e del Ministro della Difesa Abdel Raheem Hussein, ed ha sottoposto la questione al Consiglio7.

Circa la situazione in Kenya, il 5.12.2014 il Procuratore ha ritirato le accuse nei confronti del Presidente Uhuru Muigai Kenyatta, già rinviato a giudizio per crimini contro l’umanità, riconoscendo di non avere prove sufficienti della sua colpevolezza. Di conseguenza, il 13.3.2015 è stato chiuso il procedimento nei suoi confronti8.

Per quanto riguarda la situazione in Costa d’Avorio, l’11.3.2015 sono stati riuniti i procedimenti nei confronti dell’ex Presidente Laurent Gbagbo e di Charles Blé Goudé, entrambi detenuti a L’Aja e rinviati a giudizio per crimini contro l’umanità9. Il 27.5.2015, poi, la Camera d’appello ha confermato la decisione della Camera preliminare che aveva respinto l’eccezione d’inammissibilità del procedimento contro Simone Gbagbo, sollevata dalla Costa d’Avorio10. L’ex première dame, tuttavia, non è ancora stata consegnata alla Corte dalle autorità ivoriane.

Infine, il 6.11.2014 il Procuratore ha annunciato la decisione di non avviare un’indagine sul raid israeliano del 2010 contro la Gaza Freedom Flotilla, oggetto nel maggio 2013 di un referral da parte delle Comore, ritenendo che i potenziali casi derivanti dall’attività investigativa non soddisferebbero il requisito della sufficiente gravità richiesto dall’art. 17, par. 1, lett. d), dello Statuto ai fini dell’ammissibilità di un caso dinanzi alla Corte11. Il 16.7.2015, tuttavia, la I Camera preliminare, accogliendo la richiesta delle Comore, ha chiesto al Procuratore di riconsiderare la sua decisione12.

La focalizzazione

L’evento che nel periodo considerato ha attirato maggiormente l’attenzione dell’opinione pubblica è stata l’adesione allo Statuto della CPI della Palestina, che il 1°.4.2015 è diventata il centoventitreesimo Stato parte13. Per effetto dell’adesione, la Corte può pronunciarsi sui crimini perpetrati nei Territori palestinesi occupati da chiunque a partire da tale data. La Palestina può deferire al Procuratore una situazione in cui questi appaiano essere stati compiuti (referral), chiedendogli di aprire un’indagine. La mossa palestinese ha fatto infuriare Israele, che non è parte dello Statuto e teme ora che i propri vertici militari e politici siano accusati dal Procuratore di crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei Territori, rilevando ai fini della commissione di tali crimini il luogo in cui si producono gli effetti dei loro ordini e non quello (il territorio israeliano) in cui questi sono emanati.

Peraltro, il 1°.1.2015 il Cancelliere della Corte ha ricevuto una dichiarazione della Palestina ex art. 12, par. 3, dello Statuto, con cui essa accetta la giurisdizione della CPI su tutti i crimini da chiunque commessi nei Territori palestinesi occupati a partire dal 13.6.201414. L’obiettivo di tale dichiarazione è di attribuire alla Corte giurisdizione sui crimini perpetrati dagli israeliani nell’ambito delle Operazioni “Brother’s Keeper”e“Protective Edge” dell’estate 2014. In virtù di essa, tuttavia, la CPI è competente a pronunciarsi anche sui crimini commessi in quel periodo dai palestinesi. In conseguenza della dichiarazione, il 16.1.2015 il Procuratore ha annunciato l’avvio di un esame preliminare della situazione in Palestina, al fine di stabilire se vi siano elementi sufficienti per un’indagine15.

I profili problematici

Nel periodo in esame, l’attività della CPI è stata rallentata e talora ostacolata dalla limitata o assente cooperazione degli Stati, che fin dalla sua istituzione di fatto la rende un’arma spuntata nella repressione dei crimini internazionali. Basti pensare che a distanza di molti anni dall’emanazione dei mandati d’arresto, non è stato arrestato nessuno dei ricercati per crimini commessi in Darfur e in Uganda, se si eccettua Dominic Ongwen, che – come si è detto – si è consegnato spontaneamente alla Corte. Non ottemperando alla richiesta della CPI, la Libia non ha consegnato Saif AlIslam Gheddafi né la Costa d’Avorio Simone Gbagbo. Inoltre, le indagini del Procuratore sui presunti crimini commessi da Kenyatta sono state pregiudicate dalla mancata cooperazione del Kenya. D’altra parte, si deve constatare l’inerzia del CDS rispetto alle situazioni da esso stesso deferite al Procuratore. Investito dalla Corte della questione dell’inadempimento dell’obbligo di cooperazione da parte del Sudan e della Libia, il Consiglio non ha finora adottato alcuna misura al riguardo nei loro confronti.

1 V. ICC01/0401/063121Red, 1.12.2014, Procuratore c. Thomas Lubanga Dyilo; ICC01/0401/063122, 1.12.2014, Procuratore c. Thomas Lubanga Dyilo.

2 ICC01/0401/063129, 3.3.2015, Procuratore c. Thomas Lubanga Dyilo.

3 ICC01/0402/12271Corr, 7.4.2015, Procuratore c. Mathieu Ngudjolo Chui.

4 ICCCPI20150902PR1143, Procuratore c. Bosco Ntaganda, com. stampa 2.9.2015.

5 ICCPIDSCISUGA02003/15_Eng, 26.3.2015, Procuratore c. Dominic Ongwen.

6 ICC01/1101/11577, 10.12.2014, Procuratore c. Saif AlIslam Gaddafi.

7 V. ICC02/0501/09227, 9.3.2015, Procuratore c. Omar Hassan Ahmad Al Bashir; ICC02/0501/1233, 26.6.2015, Procuratore c. Abdel Raheem Muhammad Hussein.

8 ICC01/0902/111005, 13.3.2015, Procuratore c. Uhuru Muigai Kenyatta.

9 ICC02/1101/151, 11.3.2015, Procuratore c. Laurent Gbagbo e Procuratore c. Charles Blé Goudé.

10 ICC02/1101/1275Red, 27.5.2015, Procuratore c. Simone Gbagbo.

11 OTP, Situation on Registered Vessels of Comoros, Greece and Cambodia, Article 53(1) Report, 6.11.2014.

12 ICC01/1334, Situation on the Registered Vessels of the Union of the Comoros, the Hellenic Republic and the Kingdom of Cambodia, 16.7.2015.

13 ICCCPI20150401PR1103, com. stampa 1°.4.2015.

14 ICCCPI20150105PR1080, com. stampa 5.1.2015.

15 ICCOTP20150116PR1083, com. stampa 16.1.2015.

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