Corte penale internazionale

Il Libro dell Anno del diritto 2017

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Corte penale internazionale

Marina Mancini

Il presente contributo intende dar conto sinteticamente dell’attività della Corte penale internazionale (CPI) dall’ottobre 2015 al settembre 2016.

La ricognizione

Il periodo considerato è stato caratterizzato da una più intensa attività della CPI rispetto al passato. Si è concluso il processo di primo grado nei confronti dell’ex vicepresidente della Repubblica Democratica del Congo J.P. Bemba Gombo, iniziato nel 2010. Il 21.3.2016, Bemba è stato giudicato colpevole, in qualità di comandante militare, dei crimini contro l’umanità di omicidio e stupro e dei crimini di guerra di omicidio, stupro e saccheggio, commessi dalle forze del Mouvement de Libération du Congo (MLC) nella Repubblica Centrafricana, tra l’ottobre 2002 e il marzo 20031. Il 21.6.2016, egli è stato quindi condannato a 18 anni di reclusione2. È intanto proseguito il parallelo processo per reati contro l’amministrazione della giustizia a carico di Bemba, del suo ex difensore A. Kilolo Musamba e di altri tre individui, iniziato il 29.9.20153.

Dal 22 al 24.8.2016, si è svolto il processo di primo grado nei confronti del maliano A. Al Faqi Al Mahdi, accusato del crimine di guerra di attacco contro edifici religiosi e monumenti storici non costituenti obiettivi militari, per aver organizzato, vigilato e partecipato personalmente alla distruzione, nell’estate del 2012, di 10 mausolei e moschee a Timbuktu, all’epoca sotto il controllo dei gruppi armati Ansar Dine e Al-Qaeda nel Maghreb Islamico. L’ammissione di colpevolezza dell’accusato ha consentito il celere svolgimento del processo. Il 27.9.2016, Al Mahdi è stato giudicato colpevole e condannato a 9 anni di reclusione4.

Il 5.4.2016, è terminato anche il processo di primo grado nei confronti del vice presidente del Kenya W.S. Ruto e del presentatore radiofonico J.A. Sang, entrambi accusati di crimini contro l’umanità. La Corte, a maggioranza, ha parzialmente accolto una richiesta della difesa ed ha annullato le accuse nei confronti dei due imputati, ritenendo insufficienti le prove presentate dal Procuratore, senza tuttavia emettere una sentenza di assoluzione5. La non assoluzione consentirà di processare nuovamente Ruto e Sang per gli stessi crimini, nel caso il Procuratore raccolga ulteriori prove a loro carico.

Il 28.1.2016, è iniziato il processo di primo grado nei confronti dell’ex Presidente della Costa d’Avorio L. Gbagbo e dell’ex Ministro della gioventù ivoriano C. Blé Goudé, entrambi accusati di crimini contro l’umanità6. Il 23.3.2016, la II Camera preliminare ha confermato le accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità mosse dal Procuratore nei confronti dell’ugandese D. Ongwen, uno dei leader del Lord’s Resistance Army, che è stato quindi rinviato a giudizio7. Inoltre, nel periodo in esame è proseguito il processo apertosi il 2.9.2015 nei confronti del congolese B. Ntaganda, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità8.

Circa l’attività investigativa del Procuratore, il 27.1.2016, la I Camera preliminare lo ha autorizzato ad aprire un’indagine sui crimini perpetrati in Georgia, precisamente nella regione secessionista dell’Ossezia del Sud e nelle aree limitrofe, tra il 1°.7.2008 e il 10.10.2008, nel quadro del conflitto armato tra le forze georgiane, da un lato, e le forze secessioniste, sostenute da quelle della Federazione Russa, dall’altro9. Si tratta della prima indagine su crimini compiuti nel territorio di uno Stato europeo. Nel periodo considerato, inoltre, il Procuratore ha avviato un esame preliminare sui crimini commessi in Burundi dall’aprile 201510 e, in conseguenza del referral del Gabon, su quelli che sarebbero stati perpetrati in quest’ultimo Stato a partire da maggio 201611.

Infine, il 26.11.2015, l’Assemblea degli Stati parti (Asp) ha adottato un emendamento allo Statuto di Roma comportante l’abrogazione dell’art. 124 dello stesso12. In base all’art. 121, par. 4, dello Statuto, l’emendamento entrerà in vigore per tutti gli Stati parti, un anno dopo il deposito presso il Segretario generale delle NU degli strumenti di ratifica o adesione da parte dei sette ottavi di essi.

La focalizzazione

Le pronunce più rilevanti del periodo in esame sono le sentenze della CPI nei casi Bemba e Al Mahdi. Bemba è il primo individuo giudicato colpevole dalla Corte in quanto comandante militare ai sensi dell’art. 28, lett. a), dello Statuto.Secondo i giudici, egli era a conoscenza dei crimini che stavano commettendo o erano in procinto di commettere le forze del MLC, di cui era comandante in capo e su cui esercitava un’autorità e un controllo effettivi. Ciononostante, Bemba non adottò tutte le misure in suo potere per prevenire la perpetrazione dei crimini o punirne gli autori o per sottoporre la questione alle autorità giudiziarie della Repubblica Centrafricana: di qui la sua responsabilità penale e la conseguente condanna.

Quanto ad Al Mahdi, è il primo imputato che ha ammesso la propria colpevolezza dinanzi alla CPI. Alla luce dell’ammissione di colpa e delle prove presentate, la Corte, procedendo ai sensi dell’art. 65, par. 2, dello Statuto, ha ritenuto acclarata la sua responsabilità come coautore del crimine di guerra di attacco contro edifici religiosi e monumenti storici protetti, nell’ambito di un conflitto armato interno. L’importanza del caso è accresciuta dalla tipologia di crimine perpetrato, in un periodo storico nel quale la comunità internazionale appare impotente di fronte alla distruzione sistematica di edifici religiosi, monumenti storici e siti archeologici da parte di gruppi armati islamici radicali, primo fra tutti l’ISIS.

I profili problematici

Come in passato, nel periodo considerato, l’azione della CPI è stata rallentata e talora impedita dalla limitata o assente cooperazione degli Stati. Al riguardo, va ricordato che gli Stati parti dello Statuto hanno l’obbligo di cooperare pienamente con la Corte nelle indagini e nei procedimenti da questa avviati, in virtù dell’art. 86 dello stesso.

L’11.7.2016, la CPI ha accertato l’inottemperanza dell’Uganda e di Gibuti, entrambi Stati parti, alla richiesta di arresto e consegna del presidente sudanese O. Al Bashir, ricercato per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio, durante la sua permanenza sul loro territorio nel maggio 2016, e ha sottoposto la questione all’Asp e al Consiglio di Sicurezza13. Il 19.9.2016, poi, la Corte ha riconosciuto l’inottemperanza del Kenya, anch’esso Stato parte, ad una richiesta di produzione di materiale in relazione al procedimento a carico del presidente keniota U.M. Kenyatta e ha deferito la questione all’Asp14.

Note

1 ICC-01/05-01/08-3343, 21.3.2016, Procuratore c. Jean-Pierre Bemba Gombo.

2 ICC-01/05-01/08-3399, 21.6.2016, Procuratore c. Jean-Pierre Bemba Gombo.

3 ICC-CPI-20150929-PR1155, 29.9.2015, com. stampa.

4 ICC-01/12-01/15-171, 27.9.2016, Procuratore c. Ahmad Al Faqi Al Mahdi.

5 ICC-01/0901/112027RedCorr, 5.4.2016, Procuratore c. William Samoei Ruto e Joshua Arap Sang.

6 ICC-CPI-20160128-PR1184, 28.1.2016, com. stampa.

7 ICC-02/04-01/15-422-Red, 23.3.2016, Procuratore c. Dominic Ongwen.

8 ICC-CPI-20150902-PR1143, 2.9.2015, com. stampa.

9 ICC-01/15-12, 27.1.2016, Situazione in Georgia.

10 OTP, 25.4.2016, Statement of the Prosecutor of the International Criminal Court, Fatou Bensouda, on opening a Preliminary Examination into the situation in Burundi.

11 OTP, 29.9.2016, Statement of the Prosecutor of the International Criminal Court, Fatou Bensouda, concerning referral from the Gabonese Republic.

12 Risoluzione ICC-ASP/14/Res. 2.

13 V. ICC-02/05-01/09-266, 11.7.2016, Procuratore c. Omar Hassan Ahmad Al Bashir, e ICC-02/05-01/09-267, 7.2016, Procuratore c. Omar Hassan Ahmad Al Bashir.

14 ICC-01/09-02/11-1037, 19.9.2016, Procuratore c. Uhuru Muigai Kenyatta.

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