Cortisonoterapia

Dizionario di Medicina (2010)

cortisonoterapia


Impiego terapeutico del cortisone o dei cortisonici. Nella c. sono impiegati prevalentemente ormoni corticosteroidi di sintesi, attivi sia per via orale che per via parenterale; molto usata è anche la via topica: aerosolterapia, applicazioni cutanee e mucose, istillazioni. Le indicazioni terapeutiche riguardano svariate classi di malattie: per le loro proprietà farmacologiche i corticosteroidi risultano spesso indispensabili nel trattamento delle malattie allergiche, di quelle a genesi immunitaria, dello shock, delle malattie ematologiche e neoplastiche, ecc. La terapia sostitutiva, più rara, è riservata ai deficit di increzione di cortisonici, primariamente surrenalica o secondaria a insufficienza ipofisiaria. Proprio per la notevole attività dei farmaci utilizzati, la c. ha effetti collaterali importanti e controindicazioni (per lo più relative e non assolute): ritenzione di acqua e sodio, intolleranza agli zuccheri, peggioramento del diabete, ipertensione, ulcera peptica, osteoporosi, cataratta, ripresa di malattia infettiva, ecc. La sospensione di c. provoca due tipi di reazioni indesiderate, che vanno sempre attentamente previste e prevenute: la possibile riacutizzazione della patologia per la quale la terapia cortisonica è stata intrapresa, e un improvviso deficit di increzione degli ormoni surrenalici dell’individuo stesso (insufficienza surrenalica acuta), a causa della soppressione di ACTH dovuta alla terapia. Per c. protetta si intende l’associazione di particolari farmaci ai cortisonici, per consentire l’impiego di questi ultimi anche nei casi in cui essi siano relativamente controindicati. Esempi di c. protette sono l’associazione di streptomicina nei casi di tubercolosi latente, di insulina in alcune forme diabetiche, ecc.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata