GRECO, Cosetta

Enciclopedia del Cinema (2003)

Greco, Cosetta

Francesco Bolzoni

Nome d'arte di Cesarina Rossi, attrice cinematografica, nata a Trento l'8 ottobre 1930 e morta a Roma il 14 luglio 2002. Spiritosa, capace di guardare con intelligenza e ironia all'avventuroso mondo del cinema italiano, caratterizzata da un viso irregolare ma sensuale e da una recitazione priva di pose, la G. seppe delineare un personaggio opposto rispetto alle 'maggiorate fisiche' che si stavano imponendo sugli schermi negli anni Cinquanta.

Nella Mestre operaia del secondo dopoguerra vinse un concorso per volti nuovi bandito dalla Scalera film, solida casa di produzione cinematografica degli anni del regime fascista. Chiamata a Roma, dove la raggiunse nel ruolo di consigliere il fratello Moraldo, sodale e aiuto regista del primo Federico Fellini, su suggerimento di Pietro Germi assunse il nome d'arte con cui sarebbe divenuta famosa e partecipò ad alcuni film. Germi le affidò il ruolo di moglie schiva, partecipe dell'amaro destino di un uomo che la durezza dei tempi trasforma in bandito in La città si difende (1951) e di una ribelle in Il brigante di Tacca del Lupo (1952), cronaca sul banditismo meridionale in chiave antirisorgimentale. La sua immagine apparve frequentemente tra il 1951 e il 1954 sulle copertine delle riviste di divulgazione cinematografica e sulle pagine di numerosi settimanali. L'attrice venne scelta e valorizzata da registi di riconosciuto spessore culturale, da Luciano Emmer (con il popolarissimo Le ragazze di piazza di Spagna, 1952) a un maestro del cinema quale Georg W. Pabst (La voce del silenzio, 1953), da Dino Risi (Il viale della speranza, 1953) a Mauro Bolognini (Gli innamorati, 1955) a Carlo Lizzani che nel 1954 ne fece un personaggio umbratile nella sua lettura di Cronache di poveri amanti di V. Pratolini. Lo scrittore ebbe a dire che il personaggio di Elisa, dopo la visione del film, aveva per lui assunto "lo sguardo accorato, la pigrizia e l'amarezza per una vita spesa male che Cosetta Greco le ha prestato" (in "Cinema nuovo", ottobre 1953, 20, p. 207). Le figure disegnate dall'attrice appaiono avvolte da un'amarezza che non riesce mai a sfociare nella ribellione e, per la coloritura non enfatica, sono lontane dalle passioni sceniche care alle eroine del melodramma cinematografico (altra faccia del ci-nema dell'epoca). Le trame dei famosi 'romanzi popolari' che il regista Domenico Paolella sceneggiò con esiti commercialmente rilevanti in Canzoni di mezzo secolo (1952) e Canzoni, canzoni, canzoni (1953) sono così alleggerite con un sottofondo di ironia dall'attrice che, pur senza mai assumere lo statuto della diva, godeva di vasta popolarità. La sua fama venne favorita dall'apparizione nei primi esempi di fiction televisiva realizzati in studio in una stagione in cui la televisione non era ancora considerata un potente strumento pubblicitario. Apprezzate dalla critica furono, del resto, le sue interpretazioni in dignitosi sceneggiati televisivi ‒ Canne al vento, 1958, e Il romanzo di un maestro, 1959 ‒ diretti da un regista non digiuno di buone letture e di solide esperienze teatrali: Mario Landi. Sarebbe stato proprio Landi a richiamarla per affidarle nel 1967 la parte di don-na elegante e misteriosa nello sceneggiato Dossier Mata Hari. Dopo aver partecipato nel 1957 al malinconico I sogni nel cassetto di Renato Castellani, l'attrice tornò al cinema per recitare in un episodio diretto dal fratello Moraldo (diventato intanto un personaggio di rilievo nell'ambito della pubblicità televisiva) del film collettivo Cronache del '22 (1961). Al 1971 risale il suo ultimo film, il western all'italiana Lo sceriffo di Rockspring, diretto da Anthony Green (Mario Sabatini) e interpretato al fianco di Richard Harrison.

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