COSMA Indicopleuste

Enciclopedia Italiana (1931)

COSMA Indicopleuste (Κοσμᾶς ὁ 'Ινδικοπλεύστης)

Silvio Giuseppe MERCATI
Roberto ALMAGIA

Mercante egiziano (probabilmente alessandrino). Circa l'anno 522 compì un lungo viaggio dal Mar Rosso all'Etiopia e all'Africa orientale e dal Golfo Arabico e Persico alle coste dell'India (donde il soprannome di "navigatore indiano"), sino a Taprobane (Ceylon). Ritornato in patria, si ritirò dal commercio e, a quanto pare, anche dal mondo, intento a scrivere opere di esegesi, di cosmografia, di geografia. Di queste si è conservata soltanto la Topografia cristiana (Χριστιανικὴ τοπογραϕία), la quale, oltre al valore geografico, per cui v. appresso, ha un grande valore per la storia dell'arte a causa delle numerose miniature che adornano in parecchi manoscritti sia il testo greco sia le versioni slave.

La Χριστιανικὴ τοπογραϕία fu scritta probabilmente fra il 535 e il 547; essa, nella sua forma attuale, è in 12 libri, ma i due ultimi non hanno a che fare con il resto e sono probabilmente estratti di altre opere di C. (l'11°, su Ceylon, forse deriva da un'altra opera di carattere geografico che C. aveva scritta). Il più autorevole codice di quest'opera si conserva nella bibbloteca Laurenziana di Firenze. È molto difficile dare un'idea del contenuto dell'opera, che ci appare un indescrivibile miscuglio di costruzioni teoriche, ispirate alle fonti più diverse (oltre 70 autori sono citati), e di notizie di carattere pratico. Molto nota è la concezione che Cosma ha dell'universo, che sarebbe fatto a immagine del tabernacolo mosaico. Egli nega la sfericità della terra; questa è invece rettangolare, di lunghezza doppia della larghezza e ricinta dall'oceano; sennonché a settentrione si rileva in un'altissima montagna, dietro la quale il sole si occulta durante il periodo notturno. Ai quattro estremi della terra abitano quattro popoli: gl'Indiani, i Celti, gli Etiopi, gli Sciti. Quivi, lungo i lati del rettangolo terrestre, quattro enormi argini sostengono il duplice firmamento, che s'incurva sulla Terra stessa come il tetto dell'arca santa. Cosma ci dà importanti notizie sull'India, su Ceylon, sulla Indocina (Tzinista) e sull'Etiopia (nome con il quale abbraccia tutta l'Africa orientale dall'Egitto all'Equatore); per contro non ha chiare idee sull'oceano e ritiene che il Caspio comunichi a nord con il Mare Artico. Infine è da ricordare che l'opera di Cosma contiene probabilmente le più antiche carte geografiche cristiane giunte fino a noi: non vi è infatti ragione di dubitare che i numerosi schizzi contenuti nel ricordato codice laurenziano (che è del sec. X) non derivino direttamente da Cosma.

Ediz.: Ediz. principe di B. Montfaucon, Collectio nova patrum, II, Parigi 1707; Migne, Patrologia graeca, XXXVIII, coll. 10-476: edizione critica The Christian topography of Cosmas Indicopleustes, a cura di E.O. Winstedt, Cambridge 1909; C. Stornaiolo, Le miniature della Topografia cristiana di C.I., Milano 1908; E. Redin, La Topografia cristiana di C.I. secondo il testo greco e le versioni russe, pubblicati da 17. V. Ainalov (in russo), Mosca 1916.

Bibl.: K. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, 2ª ed., Monaco 1897, pp. 412-414; Wecker, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, ii, coll. 1487-1490; G. L. Bertolini, Su la cosmografia di C. I., in Boll. Soc. geogr. ital., 1911, pp. 1455-1497; J. Wittmann, Sprachliche Untersuchungen zu C.I., Dissert., Monaco 1913.

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