Costa Rica

Dizionario di Storia (2010)

Costa Rica


Stato dell’America Centrale; confina a N con il Nicaragua, a S-E con il Panamá, ed è bagnata dal Mar dei Caraibi (a E) e dall’Oceano Pacifico (a O). Toccata da Colombo nel 1502, con la speranza che fosse ricca d’oro (donde il nome), la C.R. fu conquistata dagli spagnoli solo verso il 1570. La città di Cartago, fondata nel 1563, divenne capitale amministrativa della provincia, che fu posta sotto la giurisdizione dell’Audiencia del Guatemala (comprendente tutta l’America Centrale a N di Panamá e parte, con il Messico e i Caraibi, del vicereame della Nuova Spagna). L’ostilità dell’ambiente e la resistenza degli indigeni nelle regioni costiere indussero i coloni a stabilirsi soprattutto sulla Meseta Central, dove diedero vita a un’agricoltura di sussistenza basata sulla piccola proprietà contadina. Le condizioni di relativo isolamento e arretratezza economica si protrassero fino alla prima metà dell’Ottocento, quando l’introduzione della coltura del caffè pose le premesse per uno sviluppo delle esportazioni e per l’avvio di un processo di modernizzazione. La proclamazione di indipendenza del Messico (1821) fu seguita da quella delle province centroamericane che, nel 1823, costituirono la Federazione delle Province unite dell’America Centrale (Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua, C.R.) sopravvissuta, fra difficoltà e conflitti, fino al 1839. L’assetto istituzionale del Paese, dopo vari rivolgimenti di governo, si stabilizzò a partire dal 1870, quando il colpo di Stato del generale T. Guardia fu seguito dal varo di una Costituzione di tipo presidenziale, in vigore dal 1871 al 1948. L’espansione della coltura del caffè nella Meseta Central determinò, accanto alla formazione di alcune grandi piantagioni, anche una valorizzazione della tradizionale piccola azienda contadina, che fornì una base sociale all’evoluzione del Paese in senso liberal-democratico. Alcune controversie di confine provocarono momenti di tensione con il Nicaragua (1916) e con Panamá (1921): un accordo con quest’ultimo fu raggiunto solo nel 1941. Nel 1948 acute tensioni sociali provocate dalle difficoltà economiche del dopoguerra degenerarono in una guerra civile che portò al potere J. Figueres Ferrer. Dopo l’approvazione di una nuova Costituzione presidenziale, che sanciva l’abolizione dell’esercito e l’estensione del voto alle donne, fu eletto un nuovo Parlamento (con l’esclusione delle forze fedeli al precedente governo) e Figueres lasciò la presidenza a O. Ulate (1949-53). Il Partido de liberación nacional (PLN), di ispirazione socialdemocratica, si affermò come la principale organizzazione del Paese e mantenne ininterrottamente la maggioranza parlamentare dal 1953 al 1978, anche se alla presidenza della Repubblica i conservatori M. Echandi Jiménez (1958-62) e J.J. Trejos Fernández (1966-70) si alternarono a Figueres (1953-58; 1970-74) e ai suoi compagni di partito, F. Orlich Bolmarich (1962-66) e D. Oduber Quirós (1974-78). Le riforme promosse da Figueres allargarono le basi sociali del regime e contribuirono a un’intensificazione dello sviluppo economico. I legami economici e politici con gli Stati Uniti furono rafforzati; rapporti diplomatici con i Paesi socialisti, compresa Cuba, furono stabiliti solamente negli anni Settanta (quelli con l’URSS erano stati interrotti dopo la crisi del 1948). Negli anni Ottanta all’esplosione di una pesante crisi finanziaria si accompagnarono le ripercussioni del conflitto centro-americano, essendo il C. divenuto base dei guerriglieri nicaraguensi. Alla pacificazione si dedicò O. Arias Sánchez, presidente tra il 1986 e il 1990. Malgrado la parziale distensione, però, una piena normalizzazione dei rapporti con Managua si ebbe soltanto nel 1990, con l’avvento della guerra civile in Nicaragua. Negli anni Novanta alla guida del Paese si alternarono i conservatori (dal 1983 riuniti nel Partido unidad social cristiana) e il PLN; ambedue gli schieramenti cercarono di far fronte alla preoccupante congiuntura economica con una politica di liberismo economico, privatizzazioni e tagli alla spesa pubblica. Nel 2006 O. Arias è stato eletto nuovamente presidente; nel 2010 gli è subentrata nella carica Laura Chinchilla Miranda. Nel 2007 un referendum ha ratificato l’adesione della C.R. al trattato CAFTA (Central American free trade agreement), che l’associa agli Stati Uniti oltre che a Guatemala, Salvador, Honduras, Nicaragua e Repubblica Dominicana.

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