Coste

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

coste

Gianfranco Bussoletti

Il fragile e pregiato confine tra terra e mare

Le coste costituiscono un ambiente fragile. Diverse componenti fisiche e biologiche contribuiscono al loro equilibrio che equivale, dal punto di vista morfologico, a una varietà estremamente ampia di forme continuamente in evoluzione. I litorali sono anche sottoposti all'azione dell'uomo: la moltiplicazione degli insediamenti turistici o industriali ha effetti spesso molto negativi quali l'erosione delle spiagge e l'inquinamento diffuso degli ecosistemi costieri

Un equilibrio in divenire perenne

variabile

Quando si concentra l'attenzione su quella linea di confine che sembra dividere le terre emerse dal mare, ci si accorge che essa non è fissa e determinata bensì continuamente variabile. Da un anno all'altro, la stessa spiaggia, per esempio, ci può apparire in modo significativo diversa nelle forme. Per comprendere tale mobilità, si deve considerare che su questo limite convergono diversi elementi che agiscono nello stesso momento: l'acqua, la terra e l'aria, cui si aggiunge la componente biologica (flora e fauna) che include l'uomo. La costa è la morfologia del nostro pianeta che muta con maggiore velocità e in modo più evidente. L'individuazione dell'ampiezza di una fascia costiera e la determinazione di un quadro dei principali tipi costieri rappresentano quindi problemi di fondo che possono essere affrontati secondo diversi criteri: morfologico, biologico, geologico, geografico.

variazioni di livello marino

Nel senso più ristretto, si può definire costa la superficie limitata dalla bassa e dall'alta marea, fino a considerare tutto lo spazio in cui si riscontrano gli effetti del mare sulla terra e viceversa. Una distinzione di immediata e semplificata evidenza è quella che suddivide le coste in alte e basse: queste ultime sono denominate generalmente spiagge. Tuttavia, ciò che accomuna ogni tipologia è la mutevole configurazione, un modellamento che risulta funzione di molteplici parametri: costituzione litologica, struttura geologica, energia marina, condizioni meteorologiche, variazioni di livello marino legate a fluttuazioni climatiche, movimenti di sollevamento o di subsidenza delle terre emerse.

L'azione modellatrice del mare

L'azione del mare è sia costruttiva sia distruttiva: nel primo caso si parla di ripascimento delle coste, nel secondo di erosione. Il risultato è comunque che il litorale diventa meno frastagliato, processo che si attua per le coste alte in tempi più lunghi di quelle basse. Nell'evoluzione di un ambiente costiero, le coste alte e rocciose possono indietreggiare (essere cioè erose dal mare), mentre quelle basse possono avanzare e protendersi verso il largo. Ma può accadere esattamente il contrario, a riprova di quanto la natura possa sorprenderci: per esempio le coste alte tendono a essere spinte più in alto per il fenomeno dell'epirogenesi (lento innalzamento di una zona di superficie terrestre) o per un abbassamento del livello marino; oppure una costa bassa può essere privata del proprio materiale a seguito di violente mareggiate. Di norma l'azione modellatrice del mare è più efficace, a causa degli elevati livelli di energia che esprime, entro lo spazio che corrisponde all'azione diretta del moto ondoso; non considerando eventi eccezionali come le onde di maremoto, che possono penetrare per chilometri sulla terra emersa, questo spazio è piuttosto ridotto sulle coste alte, mentre su quelle basse si estende dalla linea dei frangenti fino al primo gradino rilevato emerso, detto scarpa. In questo alternarsi di equilibri, le coste alte assalite dalle onde frangenti appaiono con forme spettacolari come litorali incisi o uniformi, promontori aggettati a mare, capi, scogli isolati, archi, grotte. Tra le coste basse, tipiche sono quelle con baie più o meno ampie, golfi, rade, imponenti apparati deltizi (foce del Po, del Tevere, del Mississippi, del Volga e così via) dalle forme più svariate: lobati, cuspidati, arrotondati, digitati. Molto comuni sono anche le coste sabbiose a lido, spesso con lagune, cioè specchi d'acqua più o meno separati dal mare aperto per mezzo di un cordone sabbioso.

Fenomeni naturali e interventi umani

La morfologia degli ambienti costieri e il loro precario equilibrio, che condiziona anche i relativi ecosistemi così rilevanti nel panorama della vita sul nostro pianeta, possono essere stravolti per effetto di fenomeni naturali come sismi, eruzioni vulcaniche o variazioni dei regimi ondosi causati da cambiamenti meteo-oceanografici. Tuttavia, i sistemi costieri sono anche messi a rischio dagli interventi condotti dall'uomo. Tali azioni possono riguardare la striscia litoranea utilizzata come sede topograficamente più favorevole per la costruzione di strade e ferrovie ‒ come nel caso della costa tirrenica e adriatica della penisola italiana ‒, col risultato non solo di una sistematica distruzione dei cordoni formati dalle dune ma anche di una costante e generalizzata aggressione distruttiva del mare, pur se contrastata dalla protezione di aderenti massicciate di pietrame o di blocchi di cemento armato. I problemi possono derivare anche da interventi eseguiti in aree apparentemente separate e lontane dalla linea costiera: per esempio le cosiddette forestazioni, che sono sicuramente utili per proteggere i versanti dei rilievi, ma che fanno diminuire i materiali solidi trasportati a mare dai fiumi e poi distribuiti lungo i litorali; oppure la costruzione di dighe per bacini idroelettrici, che possono costituire vere trappole sedimentarie; o ancora l'estrazione di inerti da cave poste lungo gli alvei fluviali.

L'intervento dell'uomo e i suoi effetti sugli equilibri naturali

L'intensità della presenza umana sulla fascia costiera ha avuto, nel corso dei secoli, fluttuazioni significative: il mare ha esercitato attrazione in alcuni periodi e decisa avversione in altri, per esempio per la presenza di paludi malariche o per il timore di attacchi pirateschi. Complessivamente ancora molto ridotta fino all'Ottocento, questa presenza sulle coste è andata aumentando sempre più fino a congestionarle e talvolta a stravolgerle. Si pensi alla moltiplicazione dei centri costieri, delle marine, dei lidi o delle seconde case, seguita alla vorticosa espansione dell'attività turistico-ricreativo-balneare; e si consideri anche l'incremento dei punti di approdo (porti turistici) per i battelli da diporto o l'espansione dell'industria pesante (metallurgica o petrolchimica) ed energetica in corrispondenza dei porti più efficienti o l'incremento degli impianti di acquacoltura.

Un uso così diversificato delle coste ha comportato, oltre che indubbi vantaggi economici, anche effetti dannosi per gli equilibri naturali. Per esempio, i moli portuali prolungati in mare intercettano i sedimenti creando in prossimità zone di erosione; o ancora, situazioni di pesante inquinamento, favorite dalle opere dell'uomo, hanno spesso causato l'estinzione di importanti specie biologiche. Tutto ciò rende oggi le coste un luogo importante per gli interventi di recupero ambientale, finalizzati al ripristino di condizioni favorevoli al ciclo evolutivo naturale; inoltre, per la pianificazione e la gestione dei fragili e pregiati spazi costieri, diventa ormai indispensabile seguire un metodo interdisciplinare in cui sia valorizzata la cooperazione di tecnici, economisti e politici.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE
TAG

Industria pesante

Acquacoltura

Inquinamento

Ripascimento

Subsidenza