COVENANTERS

Enciclopedia Italiana (1931)

COVENANTERS


. Furono così chiamati, durante la rivoluzione inglese, gli Scozzesi seguaci del Covenant (convenzione, patto), una specie di professione di fede religiosa nazionale. Nel 1637 l'arcivescovo Laud, ministro di Carlo I, impose agli Scozzesi, che seguivano la religione presbiteriana, un nuovo libro liturgico, col quale s'introduceva di fatto in Scozia il rito anglicano. Gli Scozzesi si ribellarono, firmarono il Covenant sulla base del Covenant meno celebre del 1581, con alcuni opportuni adattamenti, e giurarono di difendere la loro religione fino agli estremi. Si organizzò un piccolo, ma ben disciplinato esercito, comandato da Alessandro Leslie e da altri militari, formatisi in Germania nella Guerra dei trenta anni, e si giunse a proclamare, il 21 novembre 1638, a Glascow, l'abolizione completa dell'episcopato. Dopo la breve tregua di Berwick (1639), i covenanters invasero l'Inghilterra (1640) e si allearono coi rivoluzionarî inglesi (1643). Ma gl'Inglesi non vollero accettare il programma religioso degli Scozzesi, e il re Carlo I, sperando profittare della loro delusione, si recò presso di essi. Gl'Inglesi, però, riuscirono ad accordarsi di nuovo con gli Scozzesi, pagando loro 400.000 sterline come indennità di guerra, e si fecero consegnare il re (1647). Il dissidio tra i covenanters e il partito degli "indipendenti" inglesi s'inasprì in seguito e i primi sostennero Carlo II Stuart, ma furono sottomessi dal Cromwell. Osteggiati nella restaurazione, i covenanters non riebbero la loro piena libertà religiosa che con la rivoluzione del 1689.

Bibl.: Oltre l'opera fondamentale del Gardiner, History of England (1603-1642), voll. 10, Londra 1883-84, cfr. J. Spalding, History of the Troubles... in Scotland, voll. 2, Aberdeen 1792; B. Grub, Ecclesiastical History of Scotland, Edimburgo 1861; D. H. Heming, Story of the Covenants, Edimburgo 1904; A. Lang, History of Scotland, III, Edimburgo 1906.

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