CREUSA. - 2

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

CREUSA (Κρέουσα, Κρέοισα, Creūsa)

B. Conticello

2°. - Figlia di Priamo, re di Troia e di Ecuba; sposa di Enea e madre di Astianatte (Ascanio).

Durante la fuga dalla città incendiata, Enea, voltosi indietro, non vide più C. che lo seguiva. Tornato sui suoi passi, gli apparve l'ombra della moglie che lo incitò a proseguire il suo cammino. Questo nel II libro della Eneide. Pausania (x, 26, 1) ricorda che C. era raffigurata nelle pitture relative all'Iliupersis, che ornavano la Lesche degli Cnidi a Delfi, opera di Polignoto. C. sarebbe stata ritratta insieme alle altre donne troiane fatte prigioniere dai Greci; in tal caso Polignoto non si sarebbe attenuto al mito che non parla di una prigionia di Creusa. Ricordiamo fra le pitture vascolari, una oinochòe a figure nere del Museo del Louvre (F. 118), attribuita al Pittore del Louvre F. 118, in cui compare anche Enea con il padre Anchise. La iconografia più comune ritrae C. in atto di precedere il gruppo con Enea recante il padre sulle spalle ed il figlioletto per mano: tra i numerosi esempi, due anfore a figure nere da Vulci, nel British Museum.

C. ed Enea sono stati riconosciuti in due metope del lato N (xxvii-xxviii) del Partenone; Enea reca un grande scudo, mentre la sua sposa è già quasi irrigidita dalla volontà divina. Altri gruppi statuari di Enea e C. esistettero certamente; uno di questi, un gruppo bronzeo probabilmente pergameno, ci è descritto da Cristodoro (Ekphras., 147) e si trovava a Bisanzio nel portico di Zeuxippos.

C. è rappresentata anche su un tetradracma di Aineia in Macedonia.

Nella Tavola Iliaca capitolina C è raffigurata C. in compagnia di Enea e di Hermes.

Anche nelle tarde miniature del Virgilio Vaticano, databile al IV-V sec. d. C. è rappresentata la leggenda della fuga di Enea e C. da Troia incendiata.

Bibl.: Fonti: Kock, in Pauly-Wissowa, XI, 1922, c. 1826 s., s. v. Kreusa, n. 5; J. Ilberg, in Roscher, II, i, c. 1424, s. v. Kreusa. Pittyure polignotee: C. Robert, Die Iliupersis des Polignot, in Siebzehntes Hallisches Winckelmannsprogramm, Halle 1893; E. Löwy, Polignot, Vienna 1929; oinochòe del Pittore del Louvre F. 118; J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 440, n. 2. Anfore del Brit. Mus.: A. H. Walters, Catalogue of the Vases in the B. M., Londra 1893, II, p. 120, n. B. 173 e p. 167, n. B. 280. Metope del Partenone: C. Praschniker, Parthenonstudien, Vienna 1928, p. 107 ss., fig. 78-9, tavv. VIII-IX; Ch. Picard, Manuel de Archéologie. La Sculpture, II, Parigi 1939, p. 429 ss. Gruppo di Bisanzio: Ch. Picard, in Rev. Arch., XXXIV, 1949, p. 86 ss. Moneta da Aineia: F. Imhoof-Blumer, Les Monnaies Grecques, Parigi 1883, p. 62, n. 6; A. Aineia: F. Imhoof-Blumer, Les Monnaies Grecques, Parigi 1883, p. 62, n. 6; A. W. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 214. Tavola Iliaca: U. Mancuso, La tavola iliaca del Museo Capitolino, in Mem. Lincei, XIV, 1911, p. 662 ss.; S. Reinach, Rép. Rel. grecs et romains, Parigi 1909, I, p. 287 s. Miniatura del "Virgilio Vaticano": V. Spinazzola, Pompei alla luce dei nuovi scavi di Via della Abbondanza, Roma 1953, II, p. 815 s., fig. 804.

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