CORIOLANO, Cristoforo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 29 (1983)

CORIOLANO, Cristoforo

Chiara Garzya Romano

Mancano dati sicuri sull'origine di questo xilografo che secondo la tradizione si chiamava Lederer, era originario di Norimberga e avrebbe cambiato nome in Coriolano quando si stabilì in Italia, nella seconda metà del sec. XVI. La data di nascita è variamente indicata nella letteratura, e sempre in via approssimativa: attorno al 1530 (De Angelis, 1810), al 1540 (F. De Boni, Biografia degli artisti, Venezia 1840, p. 247), al 1560 (Le Blanc, 1856).

L'incertezza delle date è dovuta anche al fatto che non è finora documentato con sicurezza che Bartolomeo e Giovanni Battista Coriolano, incisori anche essi, fossero suoi figli, perché nell'unico documento utile, il testamento di Giovanni Battista, il nome del padre è illeggibile. Nel libro dei battesimi di S. Lorenzo di Norimberga risultano nati il 25 apr. 1553 un Cristoforo Lederer (figlio di Franz e Dorothea), nel 1554 un omonimo (figlio di Hans Kaplan e Katharina), per nessuno dei quali vi sono tuttavia elementi sufficienti per affermare l'identità col Coriolano. Una sua lettera (Arch. di Stato di Firenze, Arch. Mediceo del Principato, filza 817, cc. 34r, 59v) del 9 giugno 1590, indirizzata al granduca di Toscana Ferdinando I, è firmata "Cristofano Tedesco Intagliatore" ed è scritta dalla casa di Ulisse Aldrovandi. Il C. offriva quaranta figure di uccelli intagliate in legno al granduca nella speranza di ottenere "qualche grazia per la povera sua famegliola". Più precisamente invocava risposta all'offerta già, fatta in un precedente suo soggiorno fiorentino (cfr. De Rosa, 1981).

Dal 1587, infatti, il C. è documentato a Bologna, "al servizio" di Ulisse Aldrovandi: è il solo artista che l'Aldrovandi indica costantemente come "mio incisore" (Olmi, 1977, p. 150 nota 165) e con il quale il rapporto risulta, dai documenti, "ove si eccettuino piccole, saltuarie divergenze", "non turbato da screzi, momenti di tensione". Questa collaborazione è durata sicuramente oltre quindici anni; "è lecito pertanto attribuire al Coriolano, se non la totalità, certo la stragrande maggioranza delle xilografie presenti nell'opera aldrovandiana, nonché di quelle mai utilizzate per la stampa" conservate a Bologna nella Biblioteca universitaria (ibid., p. 151). Il nome del C. compare assai frequentemente nelle carte aldrovandiane; per farsi una idea della mole del lavoro, negli anni 1587-97 furono pagate al C. oltre 3.358 lire, mentre nello stesso periodo pittori e disegnatori (che fornivano al C. materiale da riprodurre) ne ricevettero circa 2.159. L'Aldrovandi nel suo testamento del 1603 (G. Fantuzzi, Memorie della vita di U. Aldrovandi ..., Bologna 1774, p. 79) raccomandava al Senato bolognese di concludere la stampa della sua Storia naturale continuando a fare uso delle incisioni del C., "rarissimo in questa professione", mentre nella prefazione della Ornithologia (Bologna 1599-1603) oltre che indicare l'origine da Norimberga del C. dice che fu aiutato da "un nipote" (vedi anche Olmi, 1977, p. 153, nota 178).

All'incerta data di nascita è connessa pure la eventuale identificazione del C. con il "Mo Cristofano a Venetia" cui Giorgio Vasari mandò un suo ritratto perché fosse inciso in legno (lettera al Borghini del 20 sett. 1566: G. Gaye, Carteggio inedito d'artisti..., III, Firenze 1840, p. 227) e che lo stesso menziona quale autore delle incisioni dei ritratti di artisti contenuti nella seconda edizione (Firenze 1568) delle sue Vite (a partire dall'edizione bolognese delle Vite del 1647, in una lacuna che prima figurava accanto al nome "Cristofano" compare il cognome "Coriolano": vedi, nell'ediz. a cura di G. Milanesi, V, Firenze 1880, pp. 441 s., il testo vasariano e la nota): è evidente l'incompatibilità tra questa identificazione e la data di nascita attorno al 1560 proposta dal Le Blanc (1856).

Che il C. abbia lavorato a Venezia prima di andare a Bologna dall'Aldrovandi sembrerebbe confermato dal fatto che Andrea Frisius nella dedica della edizione di Amsterdam (1672) del De Arte Gymnastica di Mercuriale (le illustrazioni della seconda ediz. del 1573 vengono ripetute nel 1587 e 1601, sempre a Venezia, e ad Amsterdam, appunto, nel 1672) afferma che le incisioni, "quas insignis Antiquarius Pyrrhus Ligorius Mercuriali obtulit, maximoruin cura artificum designatas", furono scolpite in legno "non sine maximis impensis" dal C., "cuius illustris apud Vasarium in suo de Pictoribus libro memoria extat" (per le edizioni del Mercuriale vedi: Harvard College Library, Department of Printing and Graphic Arts, Catalogue of Books and Manuscripts, II, R. Mortimer, Ital. 16th Century Books, II, Cambridge, Mass., 1974, pp. 441 s.).

Ma queste dichiarazioni non sono prove documentarie dell'attività del C. a Venezia. È strano che Aldrovandi, che tanto spesso nomina il C. nelle sue carte, non abbia accennato a queste imprese precedenti che pure erano altamente qualificanti (Olmi, 19773 pp. 152. s.). Allo stato attuale degli studi è quindi documentato soltanto il lungo e fruttuosissimo rapporto del C. con l'Aldrovandi e la circostanza che evidentemente il C. era vivo il 10 nov. 1603 quando l'Aldrovandi fece testamento.

Bibl.: L. De Angelis, Notizie degli intagliatori... aggiunte a G. Gori Gandellini, VIII, Siena 1810, pp. 251-256; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 7, Parma 1821, pp. 44, 174 n. 230; G. K. Nagler, Neues allgemeines Künstler-Lexicon, III, München 1836, pp. 83 s.; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, II, Paris1856, p. 49; G. K. Nagler, Die Monogrammisten, I, München 1858, p. 1004 n. 203; II, ibid. 1860, pp. 53 s. n. 153; J. D. Passavant, Le peintre graveur, I, Leipzig 1860, p. 152; P. Kristeller, Kupferstich und Holzschnitt in vier Jahrhunderten, Berlin 1922, pp. 291, 311, 446; C. Nissen, Die botanische Buchillustration, I, Stuttgart 1951, p. 60; Id., Die illustrierten Vogelbücher, Stuttgart 1953, pp. 37, 83; G. Olmi, Osservazione della natura e raffigurazione in U. Aldrovandi, in Annali dell'Ist. storico italo-germanico in Trento, III (1977), pp. 150-153, 159, 169, 175; C. Nissen, Die zoologische Buchillustration, II, Stuttgart 1978, p. 122; S. De Rosa, La botteza artistica di U. Aldrovandi in una lettera inedita di C. C. da Norimberga, in Mitteil. des Kunsthist. Institutes in Florenz, XXV (1981), pp. 391-398; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, pp. 415 s.

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