Crociate

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Guerre indette fra 11° e 13° sec. dai popoli cristiani d’Europa contro i musulmani per liberare il Santo Sepolcro di Gerusalemme (v. fig.).

Il concetto di guerra santa, in antitesi al primitivo pacifismo cristiano, trovò espressione nel pensiero della Chiesa già nel 9° sec. con papa Giovanni VIII che proclamò la santità della lotta che in Italia meridionale si combatteva contro i Saraceni, e si precisò nel suo significato etico-religioso con le secolari guerre di liberazione delle popolazioni iberiche contro la dominazione araba. La riscossa della cristianità contro l’espansionismo turco avvenne alla fine dell’11° sec. e fu prova della forza politica e morale della Chiesa e del rigoglio economico e demografico occidentale, dopo secoli di decadenza e stasi. Nel concilio di Clermont-Ferrand (1095) papa Urbano II stabilì le finalità religiose e i termini politico-organizzativi della c.: i principi dovevano combattere i nemici della fede, riscattare il Santo Sepolcro e liberare la cristianità d’Oriente dagli oppressori; a essi la Chiesa, che si assumeva la responsabilità morale e diplomatica dell’impresa, garantiva la remissione di ogni penitenza e la protezione dei beni e delle famiglie. Al di là di queste finalità alte, le c. ebbero però anche il carattere di guerre di conquista, ispirate da nobiltà feudali in cerca di possessi e rendite.

crociate Prima c. Una prima impresa, con a capo Pietro l’Eremita e il cavaliere Gualtieri Senza Averi, fu iniziata nel 1096 in Francia e in Germania da masse disorganizzate di gente umile. Attraversato il Bosforo, dopo massacri di Ebrei, saccheggi e devastazioni, i crociati furono annientati dai Turchi a Nicea. La seconda spedizione, cui partecipò l’alta feudalità francese, fiammingo-renana e italo-normanna, si radunò a Costantinopoli. Occupata Nicea (1097), i crociati vinsero la battaglia di Dorileo, espugnarono Antiochia di Siria (1098) e conquistarono Gerusalemme (1099). La vittoria di Ascalona sull’esercito egiziano dei Fatimidi assicurò ai cristiani i luoghi santi. Siria e Palestina furono sottoposte a un’organizzazione feudale alle dipendenze del regno di Gerusalemme. Le galee pisane ottennero privilegi commerciali, la flotta veneziana prese Haifa, Sidone (1110) e Tiro (1124) e quella genovese espugnò Beirut e Tripoli di Siria (1109). Essenziali per la difesa militare del regno di Gerusalemme, i mercanti italiani imposero il monopolio dei commerci con il Medio Oriente fino alla metà del 13° secolo.

crociate Seconda c. Nel 1144 l’emiro di Mossul s’impadronì di Edessa, minacciando l’invasione della Palestina; il re di Gerusalemme, non potendolo fronteggiare da solo, invocò l’aiuto dell’Europa cristiana. incitata dalla predicazione di Bernardo di Chiaravalle, la c. fu bandita nell’assemblea di Vézelay (1146) da Luigi VII, re di Francia, e nella successiva dieta di Spira dall’imperatore Corrado III. Giunti separatamente in Palestina, osteggiati dall’imperatore bizantino Manuele I e decimati da epidemie e attacchi turchi, gli eserciti dei due sovrani rinunciarono alla riconquista di Edessa e all’occupazione di Damasco.

crociate Terza c. Saladino, dichiarata la guerra santa ai cristiani, distrusse l’esercito crociato a Ḥittīn (1187) e occupò Gerusalemme e quasi tutto il regno. Una nuova c. fu allora bandita da papa Gregorio VIII: vi aderirono l’imperatore Federico Barbarossa, il re di Francia Filippo II Augusto e il re d’Inghilterra Enrico II (e alla sua morte, Riccardo Cuor di Leone). L’esercito imperiale, giunto in Anatolia, tolse Konya ai Turchi (1190) ma si dissolse alla morte dell’imperatore. La spedizione di Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone raggiunse la Palestina solo nel 1191: i crociati conquistarono San Giovanni d’Acri ma le discordie franco-inglesi impedirono la riconquista di Gerusalemme.

crociate Quarta c. Innocenzo III riprese il progetto della c. imponendo tributi ai laici e al clero, ma la mancanza di denaro sufficiente sottrasse l’impresa alla direzione politico-spirituale della Chiesa. Nel 1203 i crociati entrarono a Costantinopoli, ma i rapporti con i Greci si inasprirono e, scoppiata una rivoluzione popolare (1204), Veneziani e crociati, pattuendo la divisione del bottino, saccheggiarono Costantinopoli invece di togliere ai Turchi i luoghi santi. L’Impero bizantino fu abbattuto e nacque l’Impero latino d’Oriente, frutto in particolar modo degli interessi commerciali veneziani.

crociate Quinta c. Proclamata nel 1215 da Innocenzo III, fu organizzata dal successore Onorio III. Nel 1217 arrivarono a San Giovanni d’Acri il re d’Ungheria, Giovanni di Brienne, re titolare di Gerusalemme, il re di Cipro e il duca d’Austria; i crociati si impadronirono di Damietta (1219) ma furono battuti nel tentativo di conquistare il Cairo (1221). Scomunicato da papa Gregorio IX, Federico II partì per la Palestina nel 1228, ottenendo la pacifica liberazione del Santo Sepolcro con un trattato concluso a Giaffa (1229), con cui il sultano d’Egitto assicurò ai cristiani Gerusalemme, Betlemme e Nazareth per 10 anni. Nel 1244 i musulmani d’Egitto, dopo saccheggi e massacri, si impadronirono definitivamente di Gerusalemme. C’è da precisare che una grande parte della tradizione storiografica ha classificato gli eventi svoltisi fra il 1217 e il 1221 e quelli fra il 1228 e il 1229 come due diverse imprese (rispettivamente, quinta e sesta crociata), eventi che in realtà appaiono strettamente connessi.

crociate Sesta c. Fu organizzata da Luigi IX il santo, re di Francia, unico sovrano europeo che rispose all’appello (1245) di papa Innocenzo IV. Sbarcato nel 1249 in Egitto, occupò Damietta ma fu sconfitto sul Nilo dai musulmani nel 1250. È identificata come settima crociata dalla storiografia che attribuisce la numerazione di sesta agli eventi svoltisi fra il 1228 e il 1229 (v. sopra).

crociate Settima c. Fu guidata da Luigi IX che nel 1270 sbarcò a Tunisi dove la peste lo uccise e decimò l’esercito. Carlo d’Angiò concluse un trattato con il principe musulmano di Tunisi, ottenendo Malta e Pantelleria. Alla fine del 13° sec. gli ultimi possedimenti cristiani in Terra Santa furono conquistati dai Turchi: Tripoli di Siria (1289) e San Giovanni d’Acri (1291). È identificata come ottava crociata dalla storiografia che attribuisce la numerazione di settima agli eventi svoltisi fra il 1249 e il 1250 (v. sopra).

Il crollo del sistema politico-militare instaurato alla fine dell’11° sec. dai crociati, a tutela dei luoghi santi, scoraggiò definitivamente le potenze cristiane d’Europa dal tentarne ancora la conquista. Soltanto Pietro I di Lusignano, re di Cipro (1356-69), intraprese una nuova c.: nel 1365 occupò Alessandria, nel 1367 riuscì a bloccare con la flotta la costa siriaca ma fu ucciso nel 1369. Intanto, il concetto stesso di c. fu rivisto e dal 14° sec. assunse il nuovo aspetto di lotta difensiva della cristianità contro l’invasione turca in Europa. La prima impresa, condotta nel 1344 da Veneziani, Ciprioti e cavalieri di Rodi, ebbe come unico e temporaneo successo la conquista di Smirne. Predicata da papa Bonifacio IX e diretta da Giovanni Senza Paura, una nuova c. si propose di soccorrere l’Ungheria, minacciata dal sultano, ma fallì sanguinosamente (1396). Nel 15° sec. l’unione finalmente raggiunta, sotto l’incombente minaccia turca, al concilio di Firenze (1439) tra Chiesa greca e romana, portò alla c. che, sotto il cardinal Cesarini, costrinse il sultano Murād II alla tregua decennale di Seghedino; l’esercito crociato fu invece distrutto sui campi di Varna nel 1444. Caduta in mano ai Turchi anche Costantinopoli (1453), il papato tentò di risuscitare gli ormai sopiti entusiasmi per la c. ma il fallimento della dieta convocata nel 1459 a Mantova da Pio II mostrò il prevalere definitivo sull’ideale crociato dei problemi dell’assetto politico-territoriale europeo. La c. fu bandita ancora da papa Alessandro VI nel 1500 e l’ultima volta da Leone X nel 1518.

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