Culturismo

Universo del Corpo (1999)

Culturismo

Renato Manno

Il culturismo, chiamato anche body-building, è una pratica sportiva consistente in un serie di esercizi atti a sviluppare le dimensioni, la densità e la simmetria muscolari, con l'obiettivo di rendere maggiormente visibile la muscolatura stessa, di diminuire il grasso corporeo e di accentuare l'armonia fra le parti del corpo. Opportunamente adattato, l'uso dei sovraccarichi, che viene esaltato nel culturismo, può costituire, in modo particolare nell'individuo anziano, anche una pratica terapeutica per il contenimento dell'atrofia muscolare e per l'incremento oppure il mantenimento della densità ossea.

Il culturismo costituisce, se praticato senza assunzione di sostanze pericolose e con razionalità, un'attività interessante per i benefici effetti a breve termine e per le trasformazioni somatiche che può indurre. Raggiunge buoni risultati generalmente dopo i 30 anni, sia negli uomini sia nelle donne. Studi specifici rilevano come soggetti di oltre 70 anni, grazie alla pratica di questa disciplina, abbiano ipertrofizzato i loro muscoli e in modo particolare le fibre bianche (Larsson 1982), e segnalano la possibilità per persone di età fra i 70 e i 90 anni di usare sovraccarichi, con significativi incrementi di forza e di massa muscolare e con benefici effetti sulla loro qualità di vita (Fiatarone et al. 1990). L'uso limitato di carichi massimali e l'esecuzione degli esercizi generalmente lenta, che evita brusche sollecitazioni, rendono poco rilevante la frequenza degli incidenti, salvo che in pochi casi, dovuti per lo più a errori tecnici, riscontrabili nella fase iniziale, soprattutto a carico dei muscoli della spalla o del pettorale.

Una pratica razionale, che non si pone l'obiettivo di risultati eclatanti e specialistici, punta al potenziamento di tutti i gruppi muscolari, soprattutto quelli meno sviluppati, al fine di raggiungere l'equilibrio estetico e la definizione muscolare secondo criteri specifici. I carichi applicati sono, una volta definito il carico massimo sostenibile dal soggetto, quelli che permettono da 6 a 12 ripetizioni, molte di più di quelle compiute dai sollevatori di peso nelle specialità olimpiche. Rispetto a questi ultimi, infatti, la quantità di lavoro svolto dai culturisti è maggiore, ma l'intensità è minore, intendendo per quantità di lavoro il numero delle serie per il numero delle ripetizioni e per il numero del carico, e per intensità la percentuale del carico massimo. Frequentemente lo sforzo viene incrementato durante le ultime ripetizioni.

Di norma, i principianti praticano 2-3 sedute a settimana; gli specialisti adottano strategie diverse, per es. 3 o 4 giorni di allenamento intervallati da un giorno di riposo. Occorre sottolineare, comunque, che molte sedute di seguito, al massimo impegno, possono provocare fenomeni di superallenamento. Ogni seduta è dedicata ai 2 o 3 gruppi muscolari più importanti: per es., il primo giorno il torace e i bicipiti, il secondo giorno la schiena, i tricipiti e gli addominali, il terzo, infine, i muscoli delle gambe. Una forma ulteriore di organizzazione dell'allenamento prevede due sessioni ogni giorno; ogni seduta può comprendere 20-25 serie per gruppo muscolare fino a un totale di 40-70 serie. In genere si fa un breve recupero in forma statica tra le serie di ripetizioni durante i diversi esercizi (60-90 s), al fine di far permanere più a lungo una condizione di fatica muscolare locale e di conservare l'acido lattico, che in caso di recupero lievemente attivo abbandonerebbe i muscoli più velocemente.

È opportuno segnalare, in conclusione, che la ricerca esasperata dell'ipertrofia muscolare porta spesso i praticanti della disciplina a fare uso di farmaci e di sostanze estremamente pericolose per la salute (v. anabolizzanti), che contraddicono fortemente gli obiettivi salutistici della propaganda di tale attività presso il pubblico in generale. Va ribadito invece che, se si evitano pericolose integrazioni farmacologiche ed esasperazioni metodologiche, il culturismo è un'attività priva di rischi importanti anche in età adulta e ha al contrario effetti salutari.

Bibliografia

m. burhle, e. werner, Muskelquerschnitt Training der Body-builder, in Grundlagen des Maximal und Schnellkraft Trainings, hrsg. M. Burhle, Schorndorf, Hofmann, 1985.

m.a. fiatarone et al., High intensity strength training in nonagerians; effects on skeletal muscle, "Journal of Medical Associations", 1990, 263, pp. 3029-34.

l. larsson, Physical training effects on muscle morphology in sedentary males at differents ages, "Medicine and Science in Sport and Exercise", 1982, 14, pp. 203-06.

p.a. tesch, Training for body-building, in Strength and power training for sports, ed. P.V. Komi, Oxford, Blackwell, 1992.

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