cuoio Pelle animale trasformata, mediante i processi di concia, in una sostanza imputrescibile e di lunghissima conservazione. Si trasforma in c., dopo essere stato liberato dall’epidermide, dai peli, dalle fibre muscolari e dal carniccio, il secondo dei vari strati che costituiscono la pelle degli animali, detto derma o corio.
Le pelli conciate si classificano, a seconda del grado di lavorazione, in c. semigreggi (detti anche in crosta), che sono pelli conciate non rifinite ma semplicemente seccate dopo la concia, e in c. rifiniti, che sono quelli del comune commercio. I c. rifiniti sono messi in commercio in pezzature corrispondenti alle pelli intere o a mezze pelli (o schiappe) e talvolta a gropponi, a mezzi gropponi e a frassame (spalle e fianchi) e si distinguono, a seconda della consistenza e degli usi, in c. forti o pesanti e in c. molli o leggeri (detti anche comunemente pelli). Gli articoli finiti non sempre vengono commercializzati indicando il vero nome dell’animale che ha fornito la pelle; molto spesso si indicano nomi di animali più rari (vengono utilizzati, per es., antilope per agnello, renna per capra, capriolo per capretto, camoscio per montone, daino e cervo per montone ecc.).
La decorazione del c., praticata in Oriente sin dai tempi più antichi, fu introdotta in
Il c. artificiale è prodotto succedaneo del c. naturale, ottenuto utilizzando prevalentemente ritagli e cascami di c. che, dopo macinazione, sono addizionati di un legante (lattice di caucciù o resine sintetiche) e di altre sostanze (coloranti, oli solfonati ecc.); la sospensione così ottenuta, dopo aggiunta di un coagulante (per es., solfato di alluminio), è sottoposta a filtrazione e poi a successiva essiccazione a temperatura non elevata. Con la stessa denominazione si intendono anche quei prodotti, imitazioni del c., che si ottengono da altri materiali (
anatomia C. capelluto La cute della volta cranica, ricoperta normalmente dai capelli: è caratterizzato, oltreché dalla presenza di questi e dalla ricchezza di ghiandole sebacee, da un notevole spessore e dall’intima aderenza, mediante un resistente tessuto sottocutaneo riccamente vascolarizzato, allo strato muscolo-aponevrotico sottostante.
geologia
In mineralogia, c. di monte, varietà di asbesto, che si presenta sotto forma di lamine flessibili, costituite da fibre del minerale fittamente intrecciate.