DAMIETTA

Enciclopedia Italiana (1931)

DAMIETTA (arabo Dimyāṭ, volg. Dumyāṭ, dal copto Tamiati; A. T., 88-89)

Giuseppe Stefanini

Città dell'Egitto, posta al vertice orientale del delta nilotico, sulla destra del "ramo di Damietta", tra questo e la sponda sinuosa del lago di Manzaleh, a 6 km. dal mare e a una dozzina di km. dalla foce fatnitica del Nilo. Conta circa 34.800 ab., di cui pochi Europei, e costituisce un governatorato distinto, che abbraccia la città e il territorio detto Maṭariyyah con le sue due penisole di el-Akbin e el-Yarnah. Questo, escluso il lago, copre un'area di meno che 12 kmq., di cui appena la decima parte è coltivata a frutteti. Damietta è divisa in due quartieri, ha belli edifici fronteggianti il fiume, diverse moschee e due chiese cattoliche (una latina e l'altra greca); un bazar assai animato l'attraversa da un capo all'altro. Le case sono notevoli per le loro mushārabiyyah (piccoli balconi chiusi da paratie di legno finemente scolpito), assai antiche e artistiche. Più a nord, sulla lingua di sabbia che si avanza tra il fiume e il mare, sorge la stazione balneare che da questa prende il nome di Rās el-Barr, assai frequentata in estate, quando il clima in città diviene insalubre. Da questa stessa parte, a 6 km. dalla città, sono gli avanzi dell'antica Damietta (vedi sotto). Delle industrie che nel Medioevo facevano prospera e fiorente Damietta non sopravvivono che quelle tessili, poiché la fabbricazione dell'olio di sesamo e l'industria del cuoio sano in grande decadenza. Il lago Manzaleh offre tuttavia un campo quasi inesauribile alla caccia e soprattutto alla pesca: tutti gli abitanti della Maṭariyyah sono dediti a questa industria o a quella delle saline, che si estendono largamente un paio di km. a levante di Damietta. Così si alimenta un commercio interno assai attivo, riguardante specialmente riso, tabacco, caffè, tessuti, frutta, sale, pesce salato, che si concentra nelle mani di commercianti arabi e levantini. Quasi nullo è invece il commercio esterno, soffocato dall'insabbiamento del porto e dalla vittoriosa concorrenza esercitata da Alessandria. Damietta è collegata per ferrovia con il Cairo (212 km.) per Manṣūrah e az-Zaqāziq, con Alessandria (238 km.) per Damānhūr, ecc.

Storia. - La storia di Damietta è legata a quella dell'Egitto musulmano, di cui per la sua posizione veniva ad essere una sentinella avanzata dalla parte del mare. Nulla di preciso sappiamo della città nell'evo antico. L'epoca della sua maggiore notorietà fu quella delle Crociate, quando ebbe a subire ripetuti attacchi e assedî da parte del regno latino di Gerusalemme. Due volte caduta in potere dei Crociati di Giovanni di Brienne (1218-21) e di Luigi IX (1250), fu tutte e due le volte riconquistata poco dopo dai musulmani, sotto i sultani ayyūbiti e mammalucchi. Il sultano Baibars, a mezzo il sec. XIII, la fece radere finalmente al suolo, ostruendo anche l'imboccatura del Nilo al passaggio delle navi, per toglierle l'importanza strategica che l'aveva fino allora esposta agli assalti nemici. Ricostruita un po' più a sud, la città ebbe anche notevole importanza e floridezza per le sue industrie tessili (le sue tele erano rinomate in tutto il mondo musulmano), sino a che l'apertura del canale di Suez da un lato, il canale Maḥmūdiyyah convogliante le merci dal Cairo ad Alessandria dall'altro, non accelerarono irrimediabilmente la sua decadenza.

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