Dati

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

dati

Samantha Leorato

Informazioni fondamentali per l’analisi empirica dei fenomeni economici, insieme alla teoria economica. ● In economia, i d. si distinguono tra microeconomici e macroeconomici. I primi sono d. nei quali le variabili vengono osservate su un singolo soggetto. L’unità osservata può essere una persona, una famiglia, un’impresa. Si parla invece di d. macroeconomici quando l’unità osservata è un aggregato o una media di unità omogenee, come nel caso del PIL (➔ ), che descrive il valore complessivo di beni e servizi prodotti in un Paese in un periodo di tempo.

Dati sperimentali e non sperimentali

I d. si possono anche distinguere in sperimentali e non sperimentali. Questa classificazione è poco rilevante per i d. macroeconomici, i quali difficilmente possono essere di tipo sperimentale.

I d. sperimentali provengono da esperimenti disegnati appositamente allo scopo di misurare un effetto causale, come, per es., l’effetto di un trattamento oppure di un’azione di politica economica. Sono spesso esperimenti controllati casualizzati (➔ esperimento), dove la casualità è tipicamente indotta attraverso l’assegnazione casuale di un trattamento a certe unità, mentre il controllo è esercitato attraverso il confronto dei risultati con quelli di un gruppo, non sottoposto ad alcun trattamento. Tali esperimenti rappresentano la fonte di d. ideale per un’analisi econometrica (➔ econometria), ma sono molto meno comuni dei d. non sperimentali. La realizzazione di un valido esperimento ha di solito costi elevati e può porre problemi etici.

I d. non sperimentali provengono da indagini campionarie o censuarie, dalla raccolta di d. amministrativi e così via. Per loro natura, questi d. presentano problemi diversi rispetto agli esperimenti ideali, tra cui difficoltà nella individuazione di un gruppo di controllo.

I d. sperimentali e non sperimentali si possono dividere in 3 tipologie principali: d. sezionali, serie temporali e d. panel.

Dati sezionali

Riguardano osservazioni di una o più variabili (quantitative o qualitative) su entità diverse (come lavoratori, studenti, famiglie) in uno stesso periodo o istante del tempo (per es., i d. contenuti nell’indagine multiscopo delle famiglie per un anno). Attraverso il confronto tra le persone, le imprese o le altre entità economiche osservate, durante un singolo periodo di tempo, i d. sezionali consentono di determinare la natura delle relazioni tra diverse variabili.

Serie temporali

Sono d. per una variabile (persona, impresa, Paese) raccolti in momenti diversi. I dati sul PIL o sul tasso di disoccupazione giovanile, aggiornati periodicamente, formano una serie temporale, così come i d. relativi a indici di borsa.

Dati panel

I d. panel, o longitudinali, riguardano diverse entità osservate in due o più periodi successivi (➔ panel). Possono essere visti sia come osservazioni ripetute per le stesse entità sia come collezioni di serie temporali per entità diverse. I d. panel possono essere utilizzati per studiare relazioni economiche, sfruttando la variabilità tra le entità presenti nei d. e la diversa evoluzione nel tempo delle variabili per ogni entità. Un esempio è il National Longitudinal Survey (NLS), un panel USA che comprende un insieme di indagini disegnate appositamente per raccogliere informazioni sul mercato del lavoro e su altri aspetti rilevanti della vita di diversi gruppi di individui. Un altro esempio è il Panel Study of Income Dynamics (PSID), la più longeva indagine longitudinale sulle famiglie, con la prima ondata risalente al 1968. Tra quelle italiane, si può ricordare la componente panel dell’indagine sui bilanci delle famiglie italiane Survey on Household Income and Wealth (SHIW), condotta dalla Banca d’Italia a cadenza biennale. Un altro esempio è la parte relativa all’Italia della Survey of Health Ageing and Retirement in Europe (SHARE), un’indagine sulla salute, sulle condizioni socio-economiche e familiari degli individui di almeno 50 anni di età, residenti in 13 Paesi europei.