SELZNICK, David O.

Enciclopedia del Cinema (2004)

Selznick, David O. (propr. David Oliver)

Giuliana Muscio

Produttore cinematografico statunitense di padre ebreo, nato a Pittsburgh (Pennsylvania) il 10 maggio 1902 e morto a Hollywood (California) il 22 giugno 1965. Si impose, negli anni d'oro di Hollywood, come produttore creativo e indipendente, particolarmente attento a ogni fase di lavorazione di un film, che seguiva da vicino non badando a spese quando era in gioco la qualità. Fra i numerosi film da lui prodotti vinsero l'Oscar come miglior film Gone with the wind (1939; Via col vento) di Victor Fleming nel 1940 e Rebecca (Rebecca, la prima moglie) per la regia di Alfred Hitchcock nel 1941.

Nel 1910 la famiglia Selznick, benestante e colta, si trasferì a New York, dove nel giro di un paio d'anni suo padre, l'ebreo russo Lewis J. Selznick (propr. Železnik), che fino ad allora si era impegnato nel settore bancario e commerciale, cominciò a occuparsi di cinema, divenendo uno dei più importanti produttori. Giovanissimo, David iniziò a lavorare alla Selznick Pictures Corporation, trovandosi a dirigere il settore promozionale a soli diciotto anni. Nel 1923 la ditta paterna fallì; S. pensò così di iniziare a scrivere, stimolato anche dall'amicizia con Ben Hecht, ma presto abbandonò questa attività per realizzare documentari e, sfruttando i contatti nell'ambiente, un film sul pugilato (Will he conquer Dempsey?, 1923) e uno in cui Rodolfo Valentino fungeva da giudice in un concorso di bellezza (Rudolph Valentino and his 88 American beauties, 1923). Nell'estate del 1926 cattivi investimenti immobiliari e sfortunate avventure in radio e nell'editoria lo spinsero a seguire il fratello Myron (che sarebbe divenuto uno dei più importanti e combattivi agenti cinematografici) a Hollywood, dove iniziò a lavorare per l'ex collega del padre (ma anche suo nemico personale) Louis B. Mayer, partendo dal gradino più basso della gerarchia hollywoodiana, come lettore nell'Ufficio soggetti. All'epoca la produzione della Metro Goldwyn Mayer era in mano a Irving G. Thalberg, ma l'ambizioso S. non intendeva rinunciare a mettersi in luce, collaborando a diversi progetti oppure offrendo inconsueti suggerimenti, come quello di spingere lo staff della MGM a vedere Bronenosec Potëmkin (1925; La corazzata Potëmkin) di Sergej M. Ejzenštejn "come un gruppo di artisti potrebbe vedere e studiare un Rubens o un Raffaello" (Schatz 1988, p. 50). Il suo interesse per la qualità ben si adattava allo stile della major per cui fece carriera in fretta, fino a essere nominato assistant producer, ma non trovando supporto ai propri piani produttivi, dopo un violento scontro con Thalberg decise di andarsene. Nel 1927 fu assunto alla Paramount Famous Lasky Corporation per ristrutturare il settore sceneggiatura: S. iniziò ad assegnare il lavoro agli scrittori non secondo la disponibilità ma per caratteristiche e abilità, affidando loro progetti originali per le star della casa. Poi iniziò a occuparsi di produzione, con responsabilità crescenti, collaborando con William A. Wellman, John Cromwell e George Cukor; si attivò persino per realizzare Sutter's gold che avrebbe dovuto dirigere Ejzenštejn (ma il progetto andò a vuoto), e intanto traghettava la casa di produzione verso l'introduzione del sonoro. Nel 1930, quando la sua posizione era divenuta più stabile, sposò Irene, figlia di L.B. Mayer, ma le difficoltà dovute al crollo di Wall Street lo indussero a cercare lavoro altrove. Dopo un inutile tentativo di formare una produzione indipendente, nel 1931 fu chiamato alla RKO; nominato vice president in charge of production, risolse i problemi di questo studio dalle risorse limitate attraverso lo unit system: il produttore fissava budget, cast e soggetto, ma un'unità produttiva autonoma realizzava il progetto. Alla RKO realizzò What price Hollywood? (1932; A che prezzo Hollywood?) di Cu-kor, una storia cui contribuì personalmente, King Kong (1933) di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, e A bill of divorcement (1932; Febbre di vivere) ancora di Cukor, con un'esordiente Katharine Hepburn. Ma nel 1933, per via della grave malattia che teneva Thalberg lontano dai set, Mayer richiamò il genero per affidargli una sua unit. Per la MGM. produsse nel 1933 Dinner at eight (Pranzo alle otto) diretto da Cukor (che portò con sé dalla RKO e con il quale avviò una fitta collaborazione); nel 1934 Manhattan melodrama (Le due strade) di W.S. Van Dyke, e nel 1935 David Copperfield ancora di Cukor, con un ottimo W.C. Fields nella parte di Micawber, Anna Karenina di Clarence Brown, con Greta Garbo, e un altro buon adattamento da un romanzo di Ch. Dickens, A tale of two cities (Le due città) di Jack Conway; ma la MGM cominciava ad andargli stretta e così decise nuovamente di lasciarle.

Nel 1935 fondò finalmente una sua casa di produzione indipendente, la Selznick International Pictures (SIP), con distribuzione United Artists, con la quale realizzò nel 1936 Little lord Fauntleroy (Lord Fauntleroy) di Cromwell, e The garden of Allah (Anime del deserto, noto anche come Il giardino dell'oblio o Il giardino di Allah) di Richard Boleslawski; nel 1937 The prisoner of Zenda (Il prigioniero di Zenda) di Cromwell, Nothing sacred (Nulla sul serio) di Wellman, una screwball comedy scritta da Hecht, e il primo A star is born (È nata una stella) di Wellman, con Janet Gaynor e Fredric March. Disobbedendo in apparenza alle regole dello studio system, la SIP lavorava talvolta senza un copione completo, contando sulla collaborazione di uno stuolo di abili sceneggiatori come Hecht e Donald Ogden Stewart, costantemente al lavoro sui vari progetti. S. poneva inoltre una particolare cura nel casting, quasi ossessionato dall'idea di lanciare nuove dive, e si aggirava sul set, sostituendosi in certi casi al regista e provocando non pochi malumori. Nel 1937 avviò l'adattamento cinematografico di Gone with the wind di M. Mitchell, un'appassionata storia d'amore ambientata nel periodo della guerra civile americana, vista dalla parte dei vinti, con un personaggio femminile frivolo e passionale, conteso dalle più belle attrici hollywoodiane. Per realizzare il film che voleva, oltre a un epico cast, S. utilizzò tre registi (Cukor, Fleming e Sam Wood) e quindici sceneggiatori; non contento scrisse e diresse parecchie scene.Tra il 1936 il 1940 la SIP, bloccata dai numerosi progetti che S. voleva seguire di persona, produsse solo Intermezzo (1936) diretto da Gregory Ratoff, per lanciare Ingrid Bergman, Gone with the wind, e, assunto anche il regista inglese Hitchcock, Rebecca, tratto dal romanzo di D. Du Maurier. Con questi tre film la SIP incassò più delle majors che producevano ancora un film alla settimana, ma non essendo in grado di reinvestire in modo immediato ed efficiente i profitti nel processo produttivo, venne dissanguata dalle tasse. S. si vide costretto quindi nel 1940 a scioglierla. Dopo diversi tentativi si riattivò nel 1942 con la Vanguard Films, producendo il lacrimevole Since you went away (1944; Da quando te ne andasti) di Cromwell, Spellbound (1945; Io ti salverò) di Hitchcock, e il fiammeggiante Duel in the Sun (1946; Duello al sole) di King Vidor, con interventi di Cromwell. Nel 1946 scritturò Alida Valli e Louis Jourdan, oltre a Gregory Peck, per The Paradine case (1947; Il caso Paradine) di Hitchcock, ma il film non fu un successo; anche Portrait of Jennie (1949; Il ritratto di Jennie) di William Dieterle, nonostante le sue intense atmosfere, non ottenne l'apprezzamento del pubblico. I suoi film (tranne quelli realizzati dallo scrupoloso Hitchcock) non restavano nel budget e si incagliavano in faticose lavorazioni; soprattutto non recuperavano i costi in un mercato che progressivamente si andava restringendo. S. andò in esilio volontario e nel 1949, avendo divorziato da Irene, sposò in Italia Jennifer Jones. Quindi coprodusse in Europa The third man (1949; Il terzo uomo) di Carol Reed, e Stazione Termini (1953) di Vittorio De Sica, interpretato dalla moglie. Tornato a Hollywood, a disagio in un'industria agonizzante, decise di avviare l'adattamento in Italia di A farewell to arms (1957; Addio alle armi), ma finì per licenziare il regista John Huston, inviandogli uno dei suoi famosi promemoria, taglienti e puntigliosi, per sostituirlo con Charles Vidor. Il disastro commerciale del film travolse le sue fortune residue.

Alla sua figura appare ispirato l'intenso e contraddittorio personaggio del produttore interpretato da Kirk Douglas in The bad and the beautiful (1952; Il bruto e la bella) di Vincente Minnelli.

Bibliografia

B. Thomas, Selznick, Garden City (NY) 1970.

R. Behlmer, Memo from David O. Selznick, New York 1972.

R. Haver, David O. Selznick's Hollywood, New York 1980.

Th. Schatz, The genius of the system, New York 1988.

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