GIORDANO, Davide

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 55 (2001)

GIORDANO, Davide

Stefano Arieti

Nacque a Courmayeur, in Val d'Aosta, il 22 marzo 1864 da Giacomo e da Susetta Hugon, entrambi valdesi di Torre Pellice. Dopo aver compiuto gli studi elementari a Prarostino e quelli medi superiori a Pinerolo, conseguì la licenza classica nel 1881. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Torino, fu allievo interno del collegio Carlo Alberto per gli studenti delle province sarde. Durante gli anni del corso frequentò le divisioni chirurgiche dell'ospedale Maggiore S. Giovanni Battista dirette da G.F. Novaro, F. Margary, A. Caponotto e il laboratorio di patologia di E. Perroncito. Si segnalò tra gli allievi più brillanti e promettenti, tanto che il Novaro lo volle come assistente nelle operazioni chirurgiche più complesse, in sostituzione del suo aiuto allora infermo.

A quel periodo risalgono i primi contributi scientifici del G.: la dimostrazione dell'esistenza dell'autosterilizzazione e della concorrenza vitale dei germi nel focolaio infettivo e del meccanismo d'azione della garza medicata basato sulla accresciuta attività idrofila filtrante (Nota sulla setticemia e su alcuni antisettici, in Giornale della R. Accademia di medicina di Torino, s. 3, XXXII [1884], pp. 16-43) e gli studi sul tetano e sull'azione della tossina tetanica (Contributoalla etiologia del tetano, ibid., XXXV [1887], pp. 146-152).

Conseguì la laurea a pieni voti il 6 luglio 1887 discutendo con P. Foà, E. Perroncito e A. Carle una tesi sull'etiopatogenesi dell'osteomielite, nella quale espose osservazioni e conclusioni del tutto originali e lontane dalle teorie allora dominanti: la aspecificità dei germi piogeni in grado di provocare la malattia, la non inevitabile comparsa di osteomielite a seguito dell'azione congiunta di traumatismo e presenza di piogeni, la sostanziale differenza sul piano clinico e sperimentale tra predisposizione all'infezione e sua modalità di evoluzione negli animali e nell'uomo, la trasmissibilità dei germi piogeni dall'organismo materno al feto e le loro ubiquità e capacità di dar luogo alla formazione di ascessi ad accrescimento limitato suscettibili di essere riassorbiti (I microbi piogeni nella eziologia della osteomielite infettiva acuta, Torino 1888). Subito dopo la laurea fu nominato chirurgo presso l'ospedale valdese di Torre Pellice e medico condotto di un vasto comprensorio costituito da cinque comuni: Bobbio, Villar, Luserna-San Giovanni, Angrogna, Rorà. Svolse tale incarico fino al 1891, quando il Novaro, chiamato alla direzione della clinica chirurgica dell'Università di Bologna, lo volle presso di sé come assistente e poi come aiuto, affidandogli la direzione del laboratorio e l'insegnamento della medicina operatoria. Nel 1894 superò brillantemente il concorso per un posto di chirurgo primario bandito dall'amministrazione degli ospedali di Venezia: nella discussione del caso clinico formulò la diagnosi, poi confermata dall'esame autoptico, di tumore annessiale, in contrasto con quella di neoplasia uterina posta dai componenti della commissione esaminatrice. Assunta il 16 luglio dello stesso anno la direzione della seconda divisione chirurgica dell'ospedale civile di Venezia, ne curò in modo esemplare l'efficienza, l'organizzazione e l'attività clinico-scientifica così da renderla in breve tempo una struttura paragonabile a una clinica universitaria.

Formatosi alla scuola del Novaro, il G. fu un operatore completo e ardito, in grado di affrontare tutti i settori di una chirurgia generale non ancora frammentata nelle varie specializzazioni.

Eseguì ogni sorta di interventi, da quelli sul sistema nervoso a quelli addominali, maxillofacciali, urologici, ginecologici, ortopedici. In particolare si ricordano i suoi contributi alla chirurgia renale, le sue tecniche di nefrectomia e di scapsulamento del rene, di nefropessia; e la sua manovra semeiologica, nota come "segno di Giordano", consistente nella ricerca della viva dolorabilità della regione lombare provocabile mediante la percussione manuale della zona situata tra l'ultima costa e il margine superiore dell'ala iliaca in caso di patologia renale, solitamente di tipo ostruttivo della via escretrice, soprattutto di natura infiammatoria. Tra le varie pubblicazioni del G. sull'argomento si ricordano qui alcuni lavori pubblicati su periodici scientifici: Dell'innesto degli ureteri nel crasso intestino e della asportazione della vescica e della prostata, in La Riforma medica, VIII (1892), pp. 495-498; Sulla questione se si possano trapiantare gli ureteri nel retto, in La Clinica chirurgica, II (1894), pp. 80-91; Sulla asportazione completa per il ventre dei genitali interni invece della salpingectomia bilaterale, in Rivista veneta di scienze mediche, XXIII (1895), pp. 245-265; Osservazioni di nefrectomia e nefropessia simultanea, perché il rene sano era mobile, in Memorie chirurgiche pubblicate in onore di E. Bottini, Palermo 1903, pp. 248-264; Intervento chirurgico in nefriti, in Rivista veneta discienze mediche, XLIV (1906), pp. 433-447; Die Behandlung der renalen Hämaturie, in Klinisch-therapeutische Wochenschrift, XVI (1909), pp. 1157-1162; Traitementdes hématuries rénales, in Congrès international de médecine, 1909, Budapest 1910, pp. 213-231; Les résections larges de la vessie, in Annales des maladiesdes organes génito-urinaires, II (1911), pp. 2231-2247.

Fu anche autore del volume Chirurgia renale. Osservazioni e riflessioni, Torino 1898, e della monografia Nuove conoscenze intorno alla patologia e terapia del rene malato dal punto di vista chirurgico, Piacenza 1909.

La chirurgia addominale fu un altro dei campi privilegiati dal G., con vasta serie di operazioni: colecisti-enterostomia nelle occlusioni del coledoco, omentopessia, ileosigmoidostomia, tiflosigmoidopessia anastomotica latero-laterale, sigmoidostomia perineale. Studiò, inoltre, e descrisse con grande precisione la sindrome da pancreatite acuta e gli ascessi epatici. Tra le numerose sue pubblicazioni interessanti la chirurgia addominale si possono ricordare: Contributo alla conoscenza ed alla cura dell'ascesso epatico, in Annali di medicina navale, V (1899), pp. 33-54; Contributo alla conoscenza degli ascessi retroepiploici da pancreatite suppurata, in La Clinica chirurgica, VIII (1900), pp. 242-251; Documents pour l'histoire des pancréatites suppurées, in Archives des maladies de l'appareil digestif et des maladies de la nutrition, II (1908), pp. 23-31; La chirurgia delle ascite per cirrosi epatica, in Rivista veneta di scienze mediche, XLVIII (1908) pp. 289-306; L'ascesso del fegato, in La Riforma medica, XVIII (1912), pp. 561-565; L'abcès du foie, in Archives des maladies de l'appareil digestif et des maladies de la nutrition, VI (1912), pp. 492-501; La chirurgia del ceco, in Archivio ed atti della Società italiana di chirurgia, XXVII (1921), pp. 249-281.

Ancora, si ricordano del G. gli interventi di maxillotomia, di laringectomia, di resezione della mandibola; le operazioni ortopediche; i contributi di neurochirurgia, in particolare quelli riguardanti la rachianestesia (La questione della rachianestesia guardata dal lato oscuro, in Rivista veneta di scienze mediche, XLVIII [1908], pp. 385-398), gli interventi sul cranio (Contributo alla cura delle lesioni traumatiche ed alla trapanazione del cranio, in L'Osservatore, XLI [1890], pp. 5-15) e la patologia del nervo vago (Contributo allo studio delle lesioni chirurgiche del pneumogastrico, in La Clinica chirurgica, I [1893], pp. 241-272; Sulle lesioni del pneumogastrico considerate dal punto di vista chirurgico: osservazioni, in Archivio per le scienze mediche, XVII [1893], pp. 367-380), e di chirurgia toracica.

Fra descrizioni di interventi, osservazioni cliniche, note e appunti di patologia e clinica chirurgica, il G. pubblicò complessivamente oltre 200 lavori, dei quali debbono ancora essere ricordati: Impressioni di chirurgia bellica, in Attualità medica, IV (1915), pp. 572-588, e Ove la cosidetta "chirurgia di guerra" nella chirurgia quotidiana si confonde, in La Riforma medica, XXXIV (1918), pp. 162-165.

Fu inoltre autore di importanti testi chirurgici: Manuale di medicina operativa, Torino 1894; Compendio di chirurgia operatoria italiana, ibid. 1911, arricchito da preziose note storiche; Chirurgia in tempo di guerra: conferenze ad ufficialimedici, ibid. 1917; Lezioni di clinica chirurgica, I-IV, Milano 1931, e in seconda edizione ibid. 1934, raccolta delle lezioni che impartì alla Scuola Minich annessa all'ospedale veneziano; La chirurgia del medico pratico, Torino 1937; Chirurgia, I-II, Milano 1938, per l'"Enciclopedia scientifica monografica italiana del XX secolo".

Accanto a quella per la chirurgia, un'altra grande passione infiammò sempre l'anima del G.: la storia della medicina. Socio fondatore nel 1907 della Società italiana di storia critica delle scienze mediche e naturali, fu presidente di tale sodalizio, nonché dal 1930 al 1938 della Società internazionale di storia della medicina. Fu autore di numerosi, importanti studi sulla disciplina, che si adoperò di diffondere il più possibile in ambito universitario.

Fornito di ampio bagaglio culturale e di adeguato metodo per le ricerche storiche, recò una serie di preziosi contributi storico-medici: oltre a LeonardoFioravanti, bolognese, Bologna 1920, e Giambattista Morgagni, Torino 1941, vere pietre miliari nella ricostruzione biografica di questi grandi personaggi, si vedano i numerosi saggi storici e biografici pubblicati in varie riviste, che gli allievi vollero raccogliere in Scritti e discorsi pertinenti alla storia della medicina e argomenti diversi, Milano 1930. Incompiuta rimase invece una storia generale della chirurgia, di dimensioni imponenti, alla quale aveva dedicato gli ultimi anni della sua esistenza.

Va infine ricordata, precorritrice dell'attuale dibattito bioetico, la presa di posizione del G. nei confronti dell'eutanasia: Se possa il medico agli incurabili prescrivere la morte, Roma 1915.

Fervente nazionalista, dopo aver prestato la propria opera come consulente chirurgo della 3ª armata durante il primo conflitto mondiale, nel 1920 il G. fondò con P. Orsi e G.B. Giuriati il gruppo di Alleanza nazionale, di cui fu presidente. Candidatosi a Venezia alle elezioni amministrative del 1920 in una lista che comprendeva nazionalisti, liberali e cattolici in alternativa al gruppo socialista, risultò primo degli eletti e divenne sindaco della città, conservando la carica fino al 1923; nel 1924 fu nominato commissario straordinario. Consulente medico della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, fu nominato senatore nel 1924 e tre anni più tardi assunse come commissario la direzione della Scuola superiore di economia in Ca' Foscari, del cui consiglio di amministrazione divenne presidente nel 1931.

Il G. appartenne a numerose società scientifiche: socio fondatore della Società internazionale di chirurgia costituitasi a Bruxelles nel 1903, fu presidente dell'Ateneo veneto nel 1930-31 e nel 1946, dopo l'emarginazione subita nell'immediato periodo postbellico per i suoi trascorsi politici, vicepresidente della Società italiana di chirurgia. Nel 1926 era stato presidente del Congresso internazionale di chirurgia svoltosi a Roma, alla cui inaugurazione aveva pronunciato un discorso in latino.

Lasciata l'attività nel 1934 per raggiunti limiti di età, il G. morì a Venezia il 1° febbr. 1954.

Fonti e Bibl.: Necr. in Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, XLV (1954), pp. 214-217; Minerva medica, LV (1954), parte varia, pp. 438-452, 550-558; Chirurgia e patologia sperimentale, II (1954), pp. 377-386; E. Winchersheimer, Éloge du professeur D. G.…, in Atti del XIV Congresso internazionale di storia della medicina, Roma-Salerno… 1954, I, Roma 1960, pp. 67-70; E.E. Franco, D. G.:o jubileu de un mestre, Porto 1920 (estr. da Portugal medico, 1920; comprendente l'elenco di tutti i lavori fino allora pubblicati dal G.); M. Thorex, D. G., surgeon and mayor, New York 1924; G. Scognamiglio, D. G., Napoli 1928; E. Savino, La nazione operante: profili e figure, Roma 1934, p. 342; M. Thorex, A visit with professor D. G. at Venice, Chicago 1938; G.P. Arcieri, D. G., in Alcmeone, I (1939), pp. 10-16; R. Bettica Giovannini, Storia e storici della medicina: D. G., malati, medici, in Medicina, X (1941), pp. 1-4 (estratto; con l'elenco di tutti i lavori storico-medici sino ad allora pubblicati dal G.); A. Castiglioni, Storia della medicina, II, Milano 1948, pp. 829, 892; G.P. Arcieri, D. G., in Figure della medicina ital. contemporanea, Milano 1952, pp. 155-164; E. Polichetti, D. G., in Ospedali d'Italia. Chirurgia, X (1964), pp. 630-634; A. Romani, D. G., in Giornale veneto di scienze mediche, XIX (1964), pp. 83-100, e in Ospedali d'Italia. Chirurgia, X (1964), pp. 617-629; Un esempio dell'oratoria latina di D. G., in Giornale di batteriologia, virologia ed immunologia ed annali dell'Ospedale Maria Vittoria di Torino, LXI (1968), pp. 600 s.; A. Pazzini, Storia dell'arte sanitaria dalle origini a oggi, II, Torino 1974, p. 1685; E. Franzina, Venezia, in Storia delle città italiane (Laterza), Roma-Bari 1986, ad ind.; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragendenÄrzte [1880-1930], I, p. 504; Enc. Italiana, XVII, p. 171.

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