DE MITA, Luigi Ciriaco

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

DE MITA, Luigi Ciriaco

Vittorio Vidotto

Uomo politico, nato a Nusco (Avellino) il 2 febbraio 1928. Iscrittosi giovanissimo alla Democrazia cristiana, dopo la laurea in giurisprudenza conseguita all'Università Cattolica di Milano nel 1953, aderì alla corrente di ''Base'', della sinistra del partito. Segretario provinciale della DC di Avellino (1959), nel 1963 fu eletto per la prima volta alla Camera dei deputati. Dopo il convegno di San Ginesio del settembre 1969 − quando fu stipulato un ''patto generazionale'' per sottrarre al blocco doroteo il controllo del partito − divenne vicesegretario politico della DC durante la segreteria Forlani, mantenendo l'incarico fino al 1973. Nei successivi cinque anni fu prima ministro per l'Industria (1973-74) nel quarto e quinto governo Rumor, poi ministro del Commercio con l'Estero (1974) nel quarto e quinto governo Moro, infine ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno (1976 e 1978) nel quarto e quinto governo Andreotti. Di nuovo vicesegretario nel 1979-80 e nel 1981-82, fautore di un profondo rinnovamento del partito, fu eletto direttamente dal Congresso segretario nel maggio 1982, carica alla quale fu riconfermato con ampi consensi nel febbraio del 1984 e nel maggio del 1986.

La linea di De M. mirava a costruire un nuovo modello di partito nel quale la tradizionale rappresentanza interclassista si trasformasse in modo da poter rispondere con maggiore capacità di iniziativa alle sollecitazioni della società civile. Fattori ineliminabili di tale linea erano il processo di ''moralizzazione'' di alcuni settori del partito, lo svecchiamento dei quadri, l'apertura a matrici culturali e ideologiche diverse da quelle cattoliche tradizionali. Nonostante le aspettative suscitate da questo progetto politico e i larghi consensi di una parte dell'opinione pubblica, nelle elezioni politiche del 1983 la DC scendeva al suo minimo storico e nelle europee del 1984 veniva superata dal PCI, favorito in quella circostanza dall'ondata emotiva seguita all'improvvisa scomparsa del suo segretario E. Berlinguer. Contemporaneamente si accentuava la conflittualità con il leader socialista B. Craxi (dal 1983 presidente del Consiglio) e con quella parte della DC che, ostile a ogni forma di drastico mutamento nel partito, collegava le recenti sconfitte alle aperture politiche del segretario.

Dopo le dimissioni del governo Craxi (marzo 1987), De M. scelse la via delle elezioni politiche anticipate che, tenutesi nel giugno del 1987, videro un forte recupero della DC, il cui segretario appariva il naturale successore alla presidenza del Consiglio (anche in base a un precedente discusso e controverso accordo con il PSI, conosciuto con il nome di "staffetta"). Ma fu soltanto nell'aprile del 1988 che, dopo un breve governo guidato da G. Goria, De M. giunse alla presidenza del Consiglio dei ministri.

Durante il suo governo, un pentapartito DC-PSI-PSDI-PLI-PRI, il Parlamento approvò l'abolizione del voto segreto (mantenuto invece nelle questioni relative a diritti civili, minoranze linguistiche, regolamento parlamentare, leggi elettorali e per alcune nomine a cariche istituzionali). Si trattava di una riforma, fortemente richiesta dai socialisti, destinata a snellire i lavori parlamentari e a evitare il fenomeno dei "franchi tiratori". Nel frattempo la nuova maggioranza formatasi nella DC attorno ai nomi di A. Gava, A. Forlani, G. Andreotti si orientava verso un accordo più stabile con i socialisti criticando De M. per la gestione accentratrice del partito e per averne mantenuto la segreteria insieme alla guida dell'esecutivo.

Nel febbraio del 1989 nel 18° Congresso De M. venne sostituito da Forlani alla segreteria della DC e un mese dopo assunse la presidenza del Consiglio nazionale del partito. Nel maggio dello stesso anno il suo governo rassegnò le dimissioni. Nel periodo successivo De M. si è impegnato soprattutto a favore di una riforma istituzionale volta a modificare la legge elettorale in senso maggioritario, riforma sostenuta anche dai comunisti e particolarmente osteggiata dal PSI.

Fra i suoi scritti si ricordano: Ragionando di politica. Le prospettive della democrazia italiana negli anni ottanta (1984) e Politica e istituzioni nell'Italia repubblicana (1988); si veda anche la sua Intervista sulla DC, a cura di A. Levi (1986).

Bibl.: A. Levi, La DC nell'Italia che cambia, Roma-Bari 1984; S. D'Agata, Ciriaco De Mita. Una presidenza annunciata, Roma 1988.

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