DEBRECEN o Debreczen

Enciclopedia Italiana (1931)

DEBRECEN o Debreczen (A. T., 59-60)

Elio MIGLIORINI
Tibor GEREVICH

Terza città dell'Ungheria per numero di abitanti (dopo Budapest e Seghedino) e il centro maggiore dell'Alföld a est del Tibisco, posta nella parte orientale dello stato, in regione fertile e ben coltivata, a 129 m. s. m. Città di pianura, in regione piuttosto arida e continentale (precipitazioni annue 660 mm.; temperatura media annua 9°,5; media gennaio 3°,2; media luglio 21°,5), con case basse per la maggior parte a solo pianterreno, con vie larghe, alberate con piante d'acacia, Debrecen ha l'aspetto di una ricca sede di benestanti agricoltori, con belle chiese, palazzi, edifici pubblici nella parte centrale. Il comune è molto vasto (957 kmq.) ed è amministrato sotto forma di municipio autonomo, compreso nel comitato di Hajdu; la maggior parte è occupata da terreni arabili (469 kmq.), pascoli (275), boschi (107; tra cui il Nagy-erdö nelle immediate vicinanze della città), quindi prati (47), vigne (10) e giardini (3,7); parte del territorio è di pubblica proprietà, parte suddiviso in poderi dove i contadini, abitanti nella città, posseggono dei ricoveri e delle abitazioni estive dette tanya. Al limite di tre distretti economici diversi (puszta stepposa con allevamento di equini e bovini; boschi di acacie a nord e nordest; campi di grano, mais, tabacco), Debrecen, pur avendo conservato il privilegio di produzione all'ingrosso di alcuni tipici prodotti ungheresi (lardo, paprica, salami, stivaloni; e poi sapone, miele, spazzole, cera) è importante centro agricolo e commerciale (nodo di 6 linee ferroviarie), mercato per molti prodotti agricoli e anche sede di qualche industria (mulini, costruzioni ferroviarie lavorazione del legno, mobili di ferro, fornaci di argille). Gli abitanti, che erano 53 mila nel 1880 e 75 mila nel 1900, sono saliti a 92.730 nel 1910 e 103.180 nel 1920 (aumento 11,3% nel decennio, dovuto in gran parte all'immigrazione). La venuta di molti cattolici ed ebrei ha fatto diminuire le percentuali dei calvinisti (95,9% nel 1836, e 65,7% nel 1920; i cattolici sono il 19,2%; gli Ebrei il 9,8). Nel decennio successivo gli abitanti aumentarono a 117.410 (aumento 13,8). La vita culturale è in Debrecen rappresentata, oltre che da altre scuole e biblioteche, dall'università, aperta nel 1914, ma derivazione del Collegio Riformato fondato nel 1559. La vicinanza del confine romeno ha in parte rotto l'unità economica della regione e non poco danneggiato la città.

Monumenti. - La metropoli della grande pianura orientale dell'Ungheria non offre un aspetto architettonico monumentale. Non favorì le arti il fatto che nel secolo XVI gran parte della popolazione passò al calvinismo. Nulla rimane della chiesa romanica, bruciata nel sec. XII, né di quella gotica, sorta sulla fine del secolo XIII, e, dopo un incendio del 1802, demolita per dar posto all'attuale chiesa calvinista, eretta (1805-1827) su disegno dell'architetto Michele Péchy, in stile neoclassico. La parrocchiale cattolica fu edificata (1721-1748) in snello e mosso stile barocco, su disegno dell'italiano G. B. Carlone, con tre navate e due torri, finite nel 1834. Migliorarono l'aspetto architettonico della città i numerosi edifici universitarî, fatti erigere dal ministro conte Klebelsberg, in gran parte su disegno di T. Korb. Notevole la statua in bronzo del poeta Csokonai, opera di Francesco Izsó. Il museo terminato nel 1930, su disegno di Dionisio Györgyi, ha ricche collezioni archeologiche ed etnografiche, qualche opera barocca italiana, dipinti ungheresi dei secoli XVIII e XIX, tra cui l'Ecce homo e un autoritratto del Munkácsy (1873).

Storia. - Sorta già nel Medio Evo in zona paludosa e distrutta dai Tartari, fu rifondata dal latifondista Andrea Dusa e fiorì come città commerciale; abbracciò la Riforma già nel 1535 e 20 anni dopo tutti gli abitanti vi si erano convertiti. Durante le guerre contro i Turchi restò fuori della loro influenza e fu a volte imperiale, a volte dipendente dal principato transilvano; nel 1693 divenne città libera e reale. Un posto glorioso ebbe durante il Risorgimento; il 14 aprile 1849, a nome della Dieta provvisoria, Luigi Kossuth lesse la dichiarazione d'indipendenza dagli Asburgo, ma nei dintorni di Debrecen il 2 agosto dello stesso anno, Alessandro Nagy fu battuto dai Russi.

Bibl.: Die österreichisch-ungarische Monarchie in Wort und Bild. Ungarn, II, Vienna 1891, pagine 283-318.

TAG

Luigi kossuth

Risorgimento

Neoclassico

Calvinismo

Architetto