DELLA PORTA, Gerolamo, detto Girolamo da Novara, il Novarino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 37 (1989)

DELLA PORTA, Gerolamo (Girolamo), detto Girolamo da Novara, il Novarino

Carrol Brentano

Figlio di Bartolomeo, non se ne conoscono né il luogo, né la data di nascita. Scultore e architetto, nel maggio 1490 fu assunto come apprendista alla Fabbrica del duomo di Milano, dove continuò a lavorare fino alla morte, anche se non restano di lui opere certe o attribuite.

Nel 1502 (doveva essere quindi giovanissimo quando iniziò la sua attività) lavorava al servizio di Cristoforo Solari come scalpellino, con una paga di 8 soldi giornalieri. Nel i 508 è citato come, "maestro in figure", la sua paga - verso il 1512 venne era di 10 soldi al giorno. nominato assistente dell'architetto del duomo G. A. Amadeo e nello stesso anno proponeva il nome di un nuovo scalpellino; nel 1513 e nel 1514 aveva il titolo di ingegnere della Fabbrica e veniva richiesta la sua consulenza. A partire da questa data fino al 1521, il D. è menzionato ogni anno nei documenti relativi alla Fabbrica del duomo: esegue stime di lavori fatti, gli viene data una bottega ("casa") sul camposanto dietro il duomo; nel 1519 fa parte di una commissione di sette per eseguire un modello del duomo, lavoro che gli viene pagato due anni più tardi. Nel 1526 il D. è menzionato perché sta costruendo un modello per cui vengono pagati due uomini e nel luglio 1527 gli viene corrisposto il suo salario, per i mesi di febbraio e marzo, insieme con Giovanni Giacomo Della Porta e Cristoforo Lombardi.

Secondo un contratto del 21 maggio 1515 (Nicodemi, 1945, pp. 43 s.) il D., con Agostino Busti (Bambaia) e Cristoforo Lombardi, prendeva accordi per eseguire due figure inginocchiate davanti alla Madonna dipinta "suso al pilastro nela cassina del zardino" dei monaci di S. Angelo di Milano; dovevano eseguire inoltre una figura "de tuto relevo" e due rilievi narrativi, uno grande ed uno piccolo, che dovevano essere terminati entro il Natale del 1518. In un documento del 1531 nell'Arch. parrocchiale di S. Stefano in Brolio relativo a un pagamento del 1523, il D. viene definito "ingegniere del Comune di Milano" (C. Baroni, Documenti per la storia dell'architettura..., II, Roma 1968, p. 187).

Di nuovo col Bambaia e con Cristoforo Lombardi il D. risulta presso Giovanni Giacomo Della Porta (del quale non sappiamo se fosse parente) come assistente nella realizzazione di un'enorme Arca dei ss. Marcellino e Pietro nella chiesa di S. Tommaso a Cremona. Il lavoro non fu mai ultimato.

Il D. doveva essere di dieci-venti anni più vecchio del Bambaia (nato nel 1483 c.), che arrivò alla Fabbrica del duomo nel 1512 con lo stesso incarico che il D. aveva nel 1490, mentre C. Lombardi cominciò la sua carriera nel 1510 circa, cosicché si può pensare che il D. fosse meno dotato e meno richiesto di questi suoi colleghi; non risulta infatti nella numerosa equipe, guidata dal Bambaia, che lavorò al più famoso complesso del terzo decennio del secolo, la Tomba di Gastone di Foix. Il D. fu probabilmente più ingegnere che artista, ed è significativo che otto anni dopo la sua morte, il 29 apr. 1535, a una riunione dei delegati della Fabbrica del duomo, a cui era presente il Bambaia, una scatola di modellini e disegni eseguiti dal D. venisse aperta e consegnata a Cristoforo Lombardi che doveva prepararli perché fossero studiati la domenica successiva (Annali..., 1880, p. 259).

Il 31 ott. 1527 un certo Francesco Della Porta veniva nominato al posto del D. nella Fabbrica del duomo di Milano, per cui si suppone che il D. fosse morto tra il luglio e l'ottobre del 1527.

Di Francesco non si conoscono né il luogo, né la data di nascita e neppure il nome del padre.

Ci sono quattro riferimenti a lui ("Magistro Francesco de la Porta") nei documenti relativi alla Fabbrica del duomo di Milano: due sono note di pagamenti (1518 e 1520) fattigli per la fornitura di materiali da costruzione; il 31 ott. 1527 veniva eletto "architetto o ingegnere" della Fabbrica del duomo in sostituzione del D. morto da poco, e con lo stesso suo salario, ma, per mancanza di denaro, i rappresentanti della Fabbrica annullarono l'elezione. Evidentemente Francesco non doveva occupare un posto molto importante. Il 17 luglio 1537 risulta tra gli scultori (quali Cristoforo Lombardi e il Bambaia) in un incontro tra "rappresentanti, cittadini e artisti" per discutere su una porta da costruire nel duomo. Non si conosce la data della sua morte.

Fonti e Bibl.: Annali della Fabbrica del duomo di Milano, III, Milano 1880, ad Indicem; F. Malaguzzi Valeri, G. A. Amadeo, Bergamo 1904, p. 316; Id., ISolari, in Italienische Forschung., I (1906), pp. 138, 146; C. Bonetti, L'arca dei Ss. Marcellino e Pietro..., in Arch. stor. lomb., XLIV (1917), pp. 581, 610 s.; G. Nicodenii, A. Busti detto il Bambaia, Milano 1945, pp. 43 s.; C. Baroni, Doc. per la storia dell'architettura a Milano, II, Roma 1968, p. 187; Il duomo di Milano, Atti d. Congresso ... 1968, I, Milano 1969, p. 187 n. 2; H-W. Kruft-A. Roth, The Della Porta workshop in Genoa, in Annali della Scuola normale super. di Pisa, III (1973), p. 898 n. 4; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXVII, p. 282 (sub voce Porta, Girolamo della). Per Francesco: Annali della Fabbrica del duomo..., III, cit., pp. 199, 214, 238, 265; G. Merzario, I Maestri comacini, Milano 1893, I, p. 534.

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