Della Scala

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Famiglia signorile di Verona, di origine oscura, che ebbe parte nel comune con un Balduino, console nel 1147. Aderente dapprima al partito dei Monticoli e Quattroventi, molti membri di essa furono fatti giustiziare da Ezzelino da Romano, il quale invece accordò il suo favore al ramo che sembra risalire a un Lonardino, e al quale apparteneva Mastino I (v.), podestà di Verona nel 1259. Questi, morto Ezzelino, divenne di fatto padrone della città, e con suo fratello Alberto (v.) ebbe ufficialmente inizio la signoria scaligera (1277). Da Alberto I, oltre al figlio naturale Giuseppe, abate di S. Zeno, nacquero Bartolomeo I, Alboino, Cangrande I (v. le singole voci); da Alboino, Alberto II e Mastino II (v. le voci), mentre gli altri due fratelli ebbero solo figli naturali. Da Mastino II nacquero Cangrande II (v.), Paolo Alboino e Cansignorio (v.), oltre ai figli naturali Fregnano, che fece ribellare Verona nel 1354, e Pietro, vescovo di Verona e di Lodi. Cansignorio lasciò due figli naturali che gli successero nella signoria, Bartolomeo II e Antonio (v. le voci). Di Cangrande II rimase il figlio naturale Guglielmo (v.), che nel 1404 riprese Verona, ma morì poco dopo. La stirpe fu continuata dai figli di Guglielmo, Brunoro (m. Vienna 1434) e Paolo, stabilitosi in Baviera, la cui discendenza maschile si estinse nel 1598. L'opera politica della famiglia si riassume, fino al 1311, nella creazione della signoria, poi (1311-36) nella formazione di uno stato predominante nell'Italia settentrionale; quindi in un periodo di decadenza in cui la signoria, indebolita dalla minore capacità dei capi e dalle discordie domestiche, soccombe di fronte al duplice assalto dei Carraresi e dei Visconti (1387). Ricordano la signoria dei Della Scala a Verona le tombe monumentali presso S. Maria Antica, dette le arche scaligere, il palazzo dei Signori, il Castelvecchio e il Ponte scaligero. Dello stesso periodo ci restano gli Statuti Albertini (di Mastino I e Alberto I) e quelli di Cangrande I, oltre agli Statuti delle arti (1319).

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