DEMETRIO, zar di Moscovia, detto il Falso Demetrio

Enciclopedia Italiana (1931)

DEMETRIO, zar di Moscovia, detto il Falso Demetrio (Lžedimitrij o Dmitrij Samozvanec)

Ettore Lo Gatto

Nel 1591 era morto misteriosamente Demetrio, figlio di Ivan IV il Terribile e fratello dello zar Fedor. Dall'inchiesta compiuta dal boiaro Šujskij, era risultato che il bambino era morto in seguito a ferite riportate durante un attacco di epilessia. Ma la voce pubblica, sostenuta dagli avversarî di Boris Godunov, aveva accusato questi di aver fatto sopprimere il fanciullo per salire sul trono dei Rjurik dopo la morte di Fedor. Salito al trono Boris, sorse un pretendente che affermava di essere D. e di essere sfuggito miracolosamente ai sicarî di Boris. Trovato appoggio presso il magnate polacco Mniszek, della cui figlia si era innamorato, il falso D. riuscì a procurarsi anche la benevolenza del re di Polonia Sigismondo III e quella dei gesuiti e della Curia romana. Nel 1604 egli tentò una campagna armata contro Boris, considerato ormai da molti anche in Russia, dove la voce della comparsa del pretendente s'era rapidamente diffusa, un usurpatore. La lotta ebbe alterne vicende, ma finì con una vittoria militare di D. Ad aprirgli le porte di Mosca sopraggiunse il 13 aprile 1605 la morte di Boris. Ma ben presto, per l'atteggiamento sprezzante di fronte alle tradizioni russe e specialmente per il suo matrimonio con la figlia del polacco Mniszek, fu dai boiari, guidati dal principe Šujskij, ordita una congiura contro di lui. Il 17 maggio 1606 D. fu ucciso nel sonno.

Chi era il falso D.? È questione controversa. Le prime voci che lo zarevik D. fosse vivo cominciarono a diffondersi a Mosca già nel 1600, ma solo nel 1603 si ebbe la notizia che una persona ben determinata s'era presentata in Polonia proclamandosi figlio di Ivan IV il Terribile. Solo supposizioni si possono fare sulla sua origine e sul fatto se agisse di propria iniziativa o non piuttosto per istigazione altrui. Secondo alcuni storici la sua franchezza - che altri dice sfrontatezza - proverebbe la sua sincerità. Egli avrebbe cioè realmente creduto di essere lo zarevič miracolosamente salvato e avrebbe perciò agito in conseguenza, convinto che dalla legittimità della sua causa gli derivava il diritto di agire secondo il proprio arbitrio, anche contro le tradizioni. Non appare inverosimile l'ipotesi, fatta del resto dallo stesso zar Boris, che il falso D. fosse uno strumento nelle mani dei boiari suoi nemici. Nel 1605, annunziando al popolo la guerra contro l'usurpatore, il governo di Boris chiamava il falso D. Griška Otrep′-ev e diceva che questo Otrep′-ev era vissuto presso i boiari Romanov. Intorno alla persona di Griška Otrep′ev si formarono naturalmente molte leggende, come quella ch'egli fosse un novizio, leggenda accolta dal Puškin nel suo dramma Boris Godunov.

Un secondo falso D., chiamato il Ladrone di Tusino da una località presso Mosca dove piantò il suo campo, comparve nel 1607, riuscendo a raccogliere intorno a sé, con l'appoggio della Polonia e della Lituania, una larga schiera di malcontenti e vagabondi, con la quale assediò Mosca per ben 18 mesi. Morì nel 1610, costringendo i Russi a darsi in balia del re di Polonia Ladislao.

Bibl.: S. Solov'ev, Istorija Rossii (Storia della Russia), VIII, Pietroburgo s.a.; V. Kljucevskij, Kurs russkoj istorii (Corso di storia russa), nuova edizione, Leningrado 1921, III; N. Kostomarov, Kto byl pervyj Lžedimitrij? (Chi fu il primo falso Demetrio?), Pietroburgo 1864; id., Smutnoe vremja moskovskago gosudarstva (L'epoca torbida dello stato moscovita), Pietroburgo 1866; N. M. Pavlov, Pravda o Lžedimitrii (La verità sul falso Demetrio), in Russkij archiv, 1886, n. 8 (contiene la sua polemica col Kostomarov); P. Kazanskij, Izledovanie o ličnosti pervago Lžedimitrija (Indagini sulla personalità del primo falso Demetrio), in Russkij Vestnik, 1877, VIII-X; P. Pierling, Rome et Démétrius, Parigi 1878; id., La Russie et le Saint-Siège, III, Parigi 1901; P. Tacchi Venturi, Il falso Demetrio ossia un episodio di storia russa al principio del sec. XVII, in Civ. Catt., s. 18ª, V, pp. 417-433, VI, pp. 187-202, 418, 432, VII, pp. 300-313, 430-446; S. Planotov, Drevne-russija povesti i skazanija o smutnom vremeni (Racconti e leggende antico-russe sull'epoca dei torbidi), Pietroburgo 1888; S. Platonov, Smutnoe vremja (L'epoca torbida), nuova ed., Praga 1924. In ital. cfr. E. Smurlo, Storia della Russia, Roma 1928, I.

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