GOBI, Deserto di

Enciclopedia Italiana (1933)

GOBI, Deserto di (A. T., 97-98)

Giovanni Vacca

, È il grande deseno che occupa il centro della Mongolia e si prolunga verso O. nel Turkestan Orientale o Sin-kiang.

Il più comune nome cinese è Sha-mo "deserto sabbioso" Un altro nome cinese del deserto, Hanhai, ossia "mare disseccato", si applica più specialmente alla parte più elevata del NO. Il nome gobi nelle lingue mongola e manciù è un nome geografico comune che indica una qualunque depressione poco accentuata del suolo con fondo ghiaioso e sabbioso. Un altro nome mongolo, tala, indica una depressione più vasta di un gobi (per es., Iren Tala).

I geografi europei intendono complessivamente col nome di Gobi tutto il deserto che si estende per oltre 3600 km., senza interruzione, dal Pamir ai confini della Manciuria. Esso è diviso naturalmente in due parti dal corso inferiore del Tarim. La parte orientale è anche chiamata Hachun-gobi, ovvero Ilkhuma, e si suddivide a sua volta in due regioni, una settentrionale più elevata, a 1200 m. s. m., e una meridionale a un livello medio di 900 m. La parte occidentale è separata in due parti dalla catena montagnosa de T'ien-shan: a N. il deserto della Zungaria, a S. il Takla-makan (v.), che è più piccolo del Hachun-gobi, ma non meno arido: la sua parte più elevata, a NE. di Khotan, è alta 1400 m. s. m; il centro è a 1200 m. e la parte più bassa a 1000 m.

Sono caratteristiche del Deserto di Gobi le plaghe sabbiose, ove sorgono, come isole, masse rocciose erose da tempeste di sabbia, la quale si accumula in varî luoghi in lunghe dune sinuose. I venti invernali hanno tratto dal deserto il materiale che ha formato i grandi depositi di loess o "terra gialla" della Cina del nord.

Il clima è estremamente secco; la sola acqua che in alcuni luoghi si può avere è tratta da cisterne alimentate dagli acquazzoni estivi. In alcune zone, specialmente del sud, vivono però cespugli ed erba rada ma nutriente. La supposizione che il deserto si sia inȧridito maggiormente in epoca storica non è del tutto sicura, poiché è stato osservato che le opere d'irrigazione e di sistemazione del suolo potrebbero raddoppiare o anche triplicare la scarsa popolazione esistente. I laghi che si trovano in alcuni punti sono piccoli e così scarsi d'acqua che anche la vegetazione vi è intermittente; numerosi i laghi salati, da qualcuno dei quali si estrae il sale.

La flora e la fauna del Gobi sono scarse e povere di specie: pochi arbusti e ispide erbe; tra gli animali selvatici sono caratteristici, il kulan, una specie di asino, e il cavallo di Przewalski.

Le più antiche descrizioni del Deserto di Gobi sono dovute a documenti cinesi. Il nome Han hai si trova presso gli storici cinesi che descrivono una grande spedizione militare vittoriosa contro gli Unni attraverso il deserto nel 119 a. C. Numerosi pellegrini buddisti, Fa Hsien nel 399 d. C. e Hsüan Tsang nel 629 d. C. attraversarono il deserto; nel 1221 l'attraversò il taoista Ch'iu Ch'u-chi (v.); e vive descrizioni di esso si leggono nelle relazioni dei loro viaggi. Marco Polo lo dice con esattezza: "un deserto così grande che ci vuole un anno per andar da un capo all'altro e nel punto ove la larghezza è minore, la traversata dura un mese. È tutto montagne, sabbioni, e valli..." (v. anche mongolia).

Bibl.: O. Lattimore, The Desert Road to Turkestan, Londra 1928; Sven Hedin, Auf grosser Fahrt: Meine Exp. mit Schweden, Deutschen u. Chinesen durch die Wüste Gobi, 1927-28, Lipsia 1929; Berkey e Morris, Basin Structures in Mongolia, in Bull. Amer. Mus. Nat. Hist., LI (1924), pp. 103-127; id., id., Geology of Mongolia, Nat. Hist. of Central Asia, II, New York 1927.