Diavolo

Enciclopedia Dantesca (1970)

diavolo


Come ‛ demonio ' (v.), al quale si alterna (con un numero notevolmente inferiore di occorrenze), indica gli spiriti del male, preposti nell'Inferno alla custodia dei dannati, di cui accrescono, tormentandoli, la pena. Mentre ‛ demonio ' può essere utilizzato sia in sede ‛ comica ' che ‛ tragica ', d. non è vocabolo che sia attribuito a personaggio mitologico con funzione demoniaca, né in contesti di alta tessitura stilistica, dove magari appaiono le due perifrasi un d'i neri cherubini (If XXVII 113) e quel [cioè angelo] d'inferno (Pg V 104). Il termine ricorre dunque nel solo Inferno, ed è usato per lo più senza alcuna determinazione precisa: vidi... un diavol nero / correndo… venire (XXI 29); Un diavolo è qua dietro che n'accisma (XXVIII 37). Così anche a proposito di Branca Doria, che, appena commesso il tradimento per cui è dannato, lasciò il diavolo in sua vece nel corpo suo (XXXIII 145; per la lezione un al posto di il, cfr. Petrocchi, ad l.).

Del tutto generica la figura del diavol di XXXII 108 Che hai tu, Bocca? / non ti basta sonar con le mascelle, / se tu non latri? qual diavol ti tocca?: " Pensava colui che qualche demonio lo tormentasse, e per ciò di ciò il domanda ", chiosa il Buti (così anche Scartazzini-Vandelli); ma il Mattalia suggerisce l'alternativa del più semplice " che diavolo ti prende? ", sulle orme di Benvenuto: " quasi dicat: quae poena est addita tibi ultra glaciem? ".

I diavoli di XXI 92 sono i custodi del cerchio dei barattieri. Un qualche riferimento a Satana, d. per antonomasia, si potrebbe cogliere nelle parole di Catalano (Io udi' già dire a Bologna / del diavol vizi assai, XXIII 143; difatti ci si richiama a Ioann. 8, 44), benché esse siano un commento all'osservazione di Virgilio a proposito di colui [Malacoda: cfr. XXI 106 ss.] che i peccator di qua uncina (vv. 140-141).

Per quanto riguarda il carattere e la funzione dei singoli d., v. DEMONOLOGIA.